Da Abbatto i Muri:
Dalla mailing list di FaS, Krifi scrive di una situazione di abusi che riguarda alcune donne (attualmente si sa di otto) usate come tramite per accedere a contesti precisi da parte di poliziotti infiltrati che spiavano varie forme di attivismo. A proposito di uso e abuso dei corpi delle donne come oggetto e mezzo di controllo, sorveglianza e repressione della società e dei luoghi di dissenso. L’invito è a occuparsene e dare supporto alla loro azione di denuncia che esige che si smetta con questa pratica immorale. Chiunque abbia voglia di divulgare, tradurre, contenuti c’è un apposito sito per la campagna di supporto. Intanto ecco cosa scrive Krifi:
Pochi anni fa un’attivista inglese scoprì che l’uomo che da sei anni era il suo compagno in realtà era un poliziotto infiltrato (Mark Kennedy), attivo non solo in Inghilterra, ma anche in moltissimi altri paesi, Italia compresa, fino alla sua scoperta. In seguito è stato possibile individuare tutta una serie di infiltrati che non avevano avuto remora alcuna a intessere relazioni affettive e sessuali con diverse attiviste inglesi, dei quali alcuni hanno anche avuto figli con loro.
Fra l’altro, i personaggi in questione non avevano nemmeno avuto remore a usare i nominativi di bambini morti per le loro identità fittizie.
Oltre agli attivisti e alle attiviste impegnati da allora nella ricostruzione dei percorsi dei vari personaggi individuati e nella durissima elaborazione degli abusi, anche il quotidiano inglese “Guardian” ha fatto la sua parte. Alla vigilia della pubblicazione di un libro del Guardian e nel quadro delle iniziative legali delle otto donne più gravemente colpite [leggi qui, qui, qui], segnalo, fra i tanti documenti ormai a disposizione, gli articoli pubblicati nel corso di questi anni in questo blog (in inglese) per farsi un’idea e il più recente articolo del blog delle donne colpite che fa riferimento a un documentario andato in onda ieri su Channel 4 a quanto pare di nuovo in programma venerdì 27 giugno.
Concludo citando queste parole:
“The women assert that the actions of the undercover officers breached their rights as protected by the European Convention on Human Rights, including Article 3 (no one shall be subject to inhumane and degrading treatment) and Article 8 (respect for private and family life, including the right to form relationships without unjustified interference by the state). The women are also bringing claims for deceit, assault, misfeasance in public office and negligence.”
– Press Release – December 2011
Qualunque forma di partecipazione e supporto per le persone in lotta nel contesto descritto è fortemente benvenuta.