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Fascismo – poesia

Da Abbatto i Muri:

E se fosse fascismo quello di certi antifascisti.
Se immaginare la giustezza di una idea,
come unica possibile,
fosse motivo per prevaricazioni
e torture
e gogne
e persecuzioni.

Se perseguire la logica del pensiero unico
fosse sbagliato, sempre,
qualunque cosa tu ritenga giusta.
Antifasciste che portano avanti
la cultura del sospetto.
Quelle che in nome della difesa
della femminile dignità
evocano censure e punizioni gravi.
Quelle che pensano l’utilità
di un uomo
come regalo ad un branco
di donne arrabbiate,
affinché gli tolgano via la pelle
e lo espongano sulla pubblica via.
Quelle che non ammettono un giusto processo
e vogliono incarcerare un uomo
per una semplice accusa.
Quelle che pensano all’antifascismo
come una medaglia da attaccarsi al petto
senza capire che fascismo
è quel che rischiano di praticare.

Fascismo è quando dividi il mondo
in buoni a cattivi,
è donnità che esige
la canonizzazione.
E’ quando vuoi salvarmi
anche se son già salva,
quando vuoi demonizzarmi
se, invece, non mi faccio salvare.

Fascismo è se vuoi vestirmi da Madonna
per adorarmi, difendermi e poter interpretarmi,
quand’io, in realtà, sono una strega
(e tale voglio rimanere).

Fascismo è
luce fanatica
che leggo nei tuoi occhi,
è la mancanza di razionalità,
la fine dell’età della ragione,
è l’isteria collettiva su un caso
di presunta violenza
su donne e bambini
portato alla tivù.

Fascismo è tutto quel che
incastra te
entro i binari
del pensiero unico.
E’ un regime
che non ti permette
di riflettere e analizzare,
laicamente,
senza subire ritorsioni.

Fascismo è
quando inibisci e delegittimi
un pensiero libero
assimilandolo
a quello di nemici giurati
e infami.
Perché il pensiero critico
è intrappolato da revisionismi
e si finisce per essere omertosi
sui fascismi
quand’essi sono praticati
da tuoi (presunti) compagni di lotta.
Uniti, tutti, contro IL nemico esterno,
in nome di un’emergenza
dietro cui si nascondono
velleità d’autoritarismo
che lede diritti
e libertà inviolabili.

Fascismo sei tu,
che ti sei messo in testa
di inchiodarmi ad una croce
per liberarti di un pensiero scomodo.
Sei tu che non ti fai domande serie
e ti dai sempre una motivazione
per continuare a violentare.
Come un qualunque stronzo
animato da una impropria
fede nel proprio ombelico,
resti a contemplare l’ego,
il tuo,
e inventi scuse per insistere
nella tortura.

Chi ritiene di essere
nel giusto, sempre,
non ha ben chiaro
che il mondo é fatto di parzialità.
Non sa che
la propria dimensione
di relazione non è lo scambio
né l’ascolto reciproco
ma è il tentativo di indottrinamento.

Non sa che
agisce perseguendo conversioni,
come pretame sparso
che diffonde copioni prestampati
ai quali bisogna dichiarare
eterna fedeltà.

Fascismo è misurarsi con le cause tutte
in senso integralista,
condannare ogni diserzione
da branchi precostituiti
a far crociate contro il mondo intero.
E’ obbligare il mondo a pensarla come te.
E’ uccidere ogni spazio di libertà di pensiero
mortificando umani,
disumanizzandoli, esponendoli al dileggio,
alla diffamazione, alla tortura
di folle che attendono
sacrifici umani da linciare.

Fascismo, anzi, nazismo,
è quando ti autonomini
a presidio di una chiesa
a guardia del suo ingresso
e chiedi a me di sottopormi
a perquisizioni
e interrogatori
e processi
per continuare
ad attraversarla.

Fascismo è chiunque imponga
a me un modello di vita che
invece è il proprio.
E’ patologizzare la mia diversità.

Fascismo è leggere il mio nome
mille volte con accanto scritto
qualcosa che somiglia
alla parola “ebrea”.

L’antifascismo non ha diritto
di praticar fascismo
più di quanto ne abbia
chi il fascismo lo professa.

La carta d’identità non
serve più.
Puoi essere più fascista tu
che preghi Che Guevara,
la lotta in favore delle donne
o dei bambini,
di quanto non lo sia chi
blatera di bellezza
del dominio del ventennio.

Domani, certo,
25 Aprile,
festeggerò almeno una liberazione.
Per quella dai fascismi
che esistono sotto mentite spoglie,
a imposizione di verità presunte laiche,
invece,
chissà per quanto tempo ancora,
io libertaria,
dovrò attendere.

Eretica

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