Dopo aver letto l’articolo di Barbara X pubblicato su FaS, ho sentito la necessità di esprimere alcune riflessioni in merito.
Di seguito riporto, perciò, le parti che più mi hanno colpito – e in calce i miei commenti.
Quel sabato, finalmente, si è deciso di dare un segnale forte e di carattere politico a tutti i partecipanti: si è cercato di far capir loro, tramite una presenza abbastanza compatta di antifasciste e antifascisti, che tutti i soggetti interessati alla battaglia antispecista che abbracciano pseudoideologie di destra (più o meno estrema) non sono e non saranno mai i benvenuti a manifestazioni per la liberazione animale.
Penso sia fondamentale riaffermare che l’antispecismo non può essere ‘di destra’, per i motivi già pubblicati da Feminoska qui.
Detto questo non v’è dubbio che la destra possa essere ‘interessata’ alla battaglia antispecista, così come a tutti quegli argomenti e movimenti sociali di cui vede la possibilità di appropriarsi. O magari è semplicemente interessata alla lotta animalista (che tocca il cuore di tanti “indifferenti”) e della lotta antispecista se ne frega (e c’è da dire che spesso neanche molti di coloro che si dichiarano antispecisti sanno cosa questa parola significhi veramente).
Mi fa già strano pensare che finalmente l’antifascismo abbia deciso di dare un segnale forte e di carattere politico ai partecipanti alla manifestazione: scriverla in questo modo dà l’idea che fino ad oggi le manifestazioni antispeciste non siano state di interesse di quegli antifascisti accorsi al corteo per contrastarne la deriva di destra . Dico sembra, ma in realtà ho paura che sia proprio così. A mio avviso un corteo antispecista dovrebbe essere intrinsecamente composto da partecipanti antispecisti, e quindi antifascisti, invece di vedere la partecipazione di ‘realtà esterne’ a ribadirne i contenuti essenziali.
Mi sembra logico concludere, quindi, che al corteo antispecista la maggior parte delle persone non fosse antispecista, ma fosse lì per altri motivi. La cosa è sicuramente grave, ma non penso che la responsabilità sia solo degli antispecisti che il corteo l’hanno organizzato, ma piuttosto degli antifascisti in generale, che se ne fregano altamente della lotta antispecista e che quindi se ne sono fregati di questo corteo (come di quelli precedenti).
Tutti gli antifascisti se ne fregano dell’antispecismo? No, e io sono uno di quelli, ma sicuramente la maggior parte sì. E’ un dato di fatto e non ha senso fare finta di nulla. Se a Correzzana c’erano, per sparare dei numeri a caso, solo 200 antispecisti su 4000 partecipanti al corteo, la responsabilità non è di quei 200 presenti, ma delle migliaia di antifascisti che pensano che non abbia senso appoggiare ed abbracciare la lotta antispecista. E sono convinto che senza ricadere in dinamiche autoritarie, se non in risse belle e buone, 200 antispecisti non abbiano grandi opportunità di ribadire la connotazione antispecista del corteo se agli altri 3800 gli frega solo del benessere degli animali non-umani, in un’ottica esclusivamente zoofila.
Si sono sentite frasi più o meno deliranti di questo tenore: “Che ne sai se un giorno un fascista può comprendere che la sua ideologia è sbagliata?” “Non puoi allontanare i fascisti usando i loro mezzi: altrimenti sei fascista pure tu” “Prendiamo le distanze dagli idioti che hanno preso parte a cori offensivi” ecc.
A me questi sembrano dei commenti sterili, che tanto vanno di moda nei nuovi social network. E trovo sterile citarli in quanto non meriterebbero secondo me la minima attenzione tanto sono vuoti di contenuti.
Molti degli equivoci in ambito animalista/antispecista hanno origine dalla convinzione (evidentemente errata) secondo cui essere antispecisti ti permetterebbe di essere “antitutto”: questo non è vero.
Ci sono tanti antispecisti che non sono antifascisti; ci sono antispecisti appartenenti all’area delle destre (più o meno estreme); antispecisti omo/transfobici; antispecisti sessisti; antispecisti razzisti e via dicendo. Ci sono cioè individui vegani e che non considerano inferiore a se stessi nessun altro essere vivente altro-da-umano, che hanno tuttavia serie difficoltà a relazionarsi con un migrante o con un’altra persona a vario titolo discriminata per la sua diversità.
Parlare di antispecisti che non sono antifascisti è analogo a dire ci sono vegani che mangiano le bistecche. O uno è antispecista, e quindi antifascista, o uno non lo è. Penso sia importante avere ben chiaro in mente cosa uno ha in mente per antispecismo, altrimenti se non si tratta di un concetto forte ma di una scatola vuota il rischio è che si possa all’occorrenza, noi come la destra, riempirla con quello che fa più comodo.
Esistono persone che dicono di essere antispeciste e che in verità contraddicono quotidianamente questa loro affermazione? Sicuramente sì, e alcuni lo fanno con gli atteggiamenti descritti da Barbara X. Questo però non deve portare a stravolgere il significato di antispecismo, ma invece a far emergere nei singoli queste contraddizioni in modo sia critico che autocritico.
L’antispecismo non va posto al di sopra di tutto: è una parte del tutto, una parte che, col trascorrere del tempo, acquista certamente di importanza e si arricchisce di significato. Tuttavia anche gli antispecisti volgono la propria attenzione verso una determinata prospettiva sociale: e a seconda delle scelte che compiono (a partire dalla banalità del quotidiano), assumono una determinata posizione politica, a prescindere dal fatto che conferiscano pari dignità e diritti agli altro-da-umani.
Affermare questo vuol dire che essere antispecisti e fascisti è possibile, cosa che non condivido per le motivazioni esplicitate più sopra.
In linea teorica è una bestemmia;
Appunto.
ma da un punto di vista pratico certi atteggiamenti sono realtà di tutti i giorni.
Sono il primo a riconoscere che bisogna innanzitutto combattere i nostri personali fascismi, ma non accetterei mai che il concetto di antispecismo venisse associato a quello di fascismo.
Del resto (e non lo scopro certo io) vi è -ahimè- una grande quantità di antifascisti, anarchici, comunisti, antirazzisti che se ne impipano della questione animale e che mangiano carne: costoro sono dunque specisti, pur battendosi per i diritti degli esseri umani. L’antispecismo non può essere di destra? Certo, se si hanno le fette di melanzane davanti agli occhi non si può che “vederla” così. Ma all’atto pratico (ciò che evidentemente interessa maggiormente) vi è un elevato numero di antispecisti che per formazione, atteggiamenti e addirittura simpatie volgono il proprio sguardo, più o meno consapevolmente (occorre sottolinearlo), verso la destra in tutte le sue sfumature.
Per me queste persone non sono antispeciste , anche se magari sono convinte di esserlo e si dichiarano tali.
Ecco perché è fondamentale puntare all’unificazione (ed equiparazione) delle battaglie per i diritti, creando connessioni, intersezioni, ponti: sotto quest’ottica, l’antispecismo non può che essere antifascista, e le battaglie per i diritti degli umani oppressi devono cominciare necessariamente a contemplare anche la liberazione animale.
Appunto, allora pensiamo la stessa cosa, e quindi gli autoproclamatisi ‘antispecisti di destra’ si sono appropriati di un concetto non loro, e sono da smascherare.
Rimane il fatto che il concetto di nonviolenza di molti antispecisti è sovente un impulso privo di finalità concrete, derivante da un certo tipo di formazione, sociale e politica. Senza considerare che la confusione, troppo spesso, regna sovrana: molte delle critiche giunte agli antifascisti e alle antifasciste nel dopo Correzzana, provengono da attivisti antispecisti che su internet augurano regolarmente le peggiori torture ai maltrattatori di animali. Come mai, allora, tutta questa indulgenza verso i fascisti?
Augurare le peggiori torture ai maltrattatori animali su internet lo collegherei al discorso sulle modalità caratteristiche dei social network già criticate sopra. Trovo ingiusto inoltre, andare a parlare dell’annoso dilemma violenza-nonviolenza per gli antispecisti, senza accennare al fatto che è un problema che attraversa tutti i movimenti di lotta da decine e decine di anni. Mi sembra un argomento che esula dal concetto di antispecismo, e che si può affrontare, possibilmente in modo trasversale e più approfondito, in altro momento. Sinteticamente, comunque, c’è molta confusione sui concetti di nonviolenza, violenza, danneggiamento, resistenza, uso della forza… confusione che fa comodo ai qualunquisti e ai populisti, ma che bisogna ammettere è uno dei punti deboli della “sinistra”.
Tornando al 20 ottobre (e cambiando discorso), bisognava parlare chiaro sin dall’inizio: bisognava dire agli antifascisti, appena arrivati, di non adottare nessuna misura per cacciare i fascisti presenti; non bisognava lasciare che gli antifascisti si facessero tutto il corteo in coda, a fare da muro; e non bisognava nemmeno consentire agli stessi di giungere al termine del corteo. Mi sembra davvero troppo comodo servirsi di antifascisti e antifasciste per allontanare certa gentaglia, per poi infangarli e compiacere così a quella stessa gentaglia. Chi ha fatto questo lavoro sporco, sono compagne e compagni che conoscono bene le dinamiche di piazza e che hanno utilizzato determinati striscioni, bandiere, cori in una situazione di tensione, per mantenere il sopravvento su chi non era bene accetto. Oltre al “muro”, non ci sono altri mezzi non violenti per tenere distanti i nazifascisti.
Secondo me questa visione è completamente sbagliata: non è che gli antifascisti dovessero stare davanti (o dietro, o di fianco) al corteo. Il corteo doveva essere composto di antifascisti (essendo gli antispecisti anche antifascisti). Se il corteo non è stato composto da antifascisti forse è proprio perché la sua composizione non è stata prevalentemente antispecista, ma probabilmente animalista o zoofila. Le domande importanti secondo me sono allora: perché il corteo era composto solo in minima parte da antispecisti, e quindi antifascisti? Perché gli antifascisti, che avrebbe dovuto supportare il corteo a prescindere dall’emergenza della presenza di fascisti, non l’ha fatto?
Dunque risulta perfettamente inutile lamentarsi delle cosiddette infiltrazioni delle destre nei cortei antispecisti: le destre non si fanno vive a queste manifestazioni perché gli ideali animalisti costituiscono un poderoso richiamo per chiunque; si fanno vive perché sanno che dall’altra parte c’è una porta socchiusa, c’è una barriera molle…
Questo penso sia più un problema della galassia antifascista tutta, che ha lasciato un vuoto nelle lotte care agli antispecisti non condividendone i principi.
Questo mi pare un’altro dei problemi della galassia antifascista tutta, che non è purtroppo, ad oggi, riuscita a trasmettere in modo capillare e diffuso il significato della lotta antifascista.
In definitiva, sono state criticate e ingigantite in modo assai sospetto (e pericoloso) certe scelte adottate da antifasciste e antifascisti il 20. Bene. La prossima volta, mi sa tanto che verrà lasciato ampio spazio ai moderati e alla barriera molle; saranno loro ad andare dai nazisti e dai fascisti che si ripresenteranno alla manifestazione di turno: voglio proprio vedere quali mezzi adotteranno per allontanarli (ammesso che gliene interessi per davvero): un viso imbronciato e una fronte corrugata non sono sufficienti, lo dico prima…
Spero che la prossima volta gli antifascisti vengano al corteo perché hanno riflettuto sulle tematiche antispeciste e le ritengono degne di essere abbracciate, non che vengano solo per portare avanti la (giustissima) lotta antifascista militante. Spero, al prossimo corteo, di vedere più antispecisti che animalisti, zoofili e passanti.
P.S. non so se chi ha scritto commenti inaciditi al post in cui è riportato l’articolo di Barbara X condividano quanto ho detto, ma sicuramente, se si fossero dilungati oltre alla ‘muraglia’ delle 140 battute, l’intera discussione ne avrebbe giovato.
@ feminoska
grazie, credo di aver capito. Mi rimangono dei dubbi: guardando da un’ottica antispecista ( dopo aver letto i commenti di Luca e Manifesto ) mi pare di aver capito che c’è una divergenza tra il considerare l’antifascismo all’interno appunto di una analisi generale delle forme di dominio o proprio come pratica concreta della filosofia antispecista.
Personalmente trovo che mentre razzismo e sessismo spingono ad una riflessione interiore, il fascismo rimanda a un corpo estraneo. Anche quando si parla di microfascismi interiori ci si riferisce a comportamenti che arrivano da fuori. Per questo pur comprendendo l’ottica dell’intersezionalità ho dei dubbi. Non che sia così importante.
@+°: “Non mi convince neanche l’idea dell’unificazione delle lotte usando come leva l’antifascismo. Cioè, è possibile, io non saprei che dire, però non coglie il punto. L’antispecismo non può essere un presidio. L’antifascismo è una pratica necessaria ( per quanto lo dico senza praticarla ), ma non è così necessaria per l’antispecismo. Non ci vedo niente di male nel dirlo.”
Intersezionalità si definisce il tentativo di rilevare le similitudini esistenti nei rapporti di potere che stanno alla base dell’ineguaglianza di trattamento evidente nei confronti di diverse categorie di soggetti, e il modo ‘combinato’ in cui le diverse oppressioni sono esperite dai diversi soggetti, ad esempio l’esperienza della donna di colore che subisce una discriminazione in base alla propria razza e al proprio sesso di appartenenza). In questo senso l’antispecismo non è un presidio dell’antifascismo, ma si inserisce in questo quadro descrittivo, che già esiste da molti anni per quanto riguarda le differenze di razza, genere e classe tra esseri umani, completando ulteriormente il quadro.
Coloro che sostengono il valore di questo approccio sono anche convint* che è solo attraverso una disamina che comprenda tutti i modi in cui si instaurano ed esprimono le dinamiche di potere possa, alla lunga, portare ad un reale cambiamento nelle stesse (e idealmente, allo scardinamento totale di queste stesse dinamiche in un’ottica di relazione non prevaricante con l’altr*, chiunque esso sia). Per questo l’antifascismo, l’antisessismo, l’antispecismo e l’antirazzismo possono essere inseriti in un dibattito comune volto alla creazione di un nuovo paradigma di pensiero non dominante, non classista, non razzista,non sessista né specista…. e il concetto di fascismo può andare a comprendere molti se non tutti di questi aspetti proprio per la sua tendenza a gerarchizzare e a distribuire valore ai soggetti a partire dalla loro identità, ritenuta inferiore e in difetto rispetto ad un’identità ideale.
mi scuso ancora se i miei commenti sono risultati aggressivi e fraintendibili, ma io non conosco gran parte degli avvenimenti citati e non sono un attivista politico, per quanto ho voluto lo stesso a dire alcune cose.
Sebbene abbracciare la filosofia esposta nel manifesto linkato preveda l’antifascismo ( però un conto è esserlo come posso esserlo io a parole e un conto è darsi da fare ), l’antifascismo in sé non porta all’antispecismo. E l’antifascismo è oggi per forza di cose più una pratica che un ideale. Per questo è difficile che persone che si avvicinano all’antispecismo per sensibilità verso gli animali possiedano quella coscienza politica e soprattutto quella volontà di sentire l’antifascismo come necessario. Che poi per seguire la filosofia del manifesto ci sia bisogno di una coscienza politica è un tratto ulteriore, ma ciò che avvicina le persone all’antispecismo è anzitutto un cambiamento di sensibilità. Per questo non mi convince la tesi dell’incompatibilità fra destra ( concettuale ) e antispecismo. Tra l’altro nel dossier scaricabile dal sito veganzetta è tutto tranne che dimostrata. E se c’è un vuoto nel mondo di sinistra a proposito di antispecismo è proprio perché si tratta di una filosofia che agisce come molla interiore e che solo poi si lega ad una coscienza politica che si propone di agire sull’intera società. Banalmente smettere di mangiare carne impone una vera scelta, solitaria tra l’altro.
Non mi convince neanche l’idea dell’unificazione delle lotte usando come leva l’antifascismo. Cioè, è possibile, io non saprei che dire, però non coglie il punto. L’antispecismo non può essere un presidio. L’antifascismo è una pratica necessaria ( per quanto lo dico senza praticarla ), ma non è così necessaria per l’antispecismo. Non ci vedo niente di male nel dirlo.
Per Luca: basta usare un qualsiasi motore di ricerca web e inserire “correzzana foibe” per poter visionare un breve video sui cori. Si troveranno video ovviamente di parte, ma purtroppo eloquenti.
Per quanto riguarda le violenze molte persone dell’organizzazione del corteo hanno ammesso che si sono verificate.
Se c’è la volontà di procedere mediante un metodo critico, le cose appaiono lampanti.
Tali comportamenti sono stati se non accettati quantomeno minimizzati da molti, questo anche in ambito antispecista. Ciò per noi è semplicemente inaccettabile: non possiamo e non vogliamo adottare metodi contro cui ci battiamo anche solo per cause contingenti. Il resto è accademia che lasciamo volentieri ad altri, anche perché in tutta questa diatriba non si è mai parlato di Animali. La questione della violenza è centrale, e dire che trattasi di un’osservazione fuori tema è riduttivo e non di certo utile all’analisi di quanto accaduto. Se siamo contrari ad una società violenta che si impone con la forza sui più deboli e su chi è considerato “diverso” (e questo sito di sicuro è una sede adatta per discuterne), e se al contempo concepiamo la violenza come attacco contro esseri senzienti come metodo di lotta per imporre la nostra visione, non facciamo che ripetere i numerosi errori del passato, aderiamo indirettamente a un modello che intendiamo abbattere che si fonda sulla ragione e la verità del più forte, ma soprattutto contribuiamo a un vulnus già enorme in ambito antispecista, perché fino a prova contraria anche gli Umani sono Animali, e in quanto antispecisti dobbiamo porci la questione e tentare di arrivare a una soluzione. Quanto detto sulla violenza ha molto a che fare con l’accaduto e il tema che si sta discutendo.
Grazie per il confronto.
saluti antispecisti
@Barbara X:
sinceramente non riesco a concepire l’equazione:
l’antispecismo è antifascista e ci sono degli antispecisti non antifascisti.
Mi sembra una contraddizione, ma ti prego gentilmente di spiegarmi meglio come la giustifichi tu.
Per me l’equazione dovrebbe essere:
l’antispecismo è antifascista e quindi non ci possono essere antispecisti non antifascisti.
E visualizzo questo come un obiettivo politico da raggiungere.
Come antifascista militante non posso che lottare affinchè l’antispecismo non venga snaturato da quegli individui che si autoproclamano antispecisti ma che non sono antifascisti. E penso che il primo passo sia proprio quello di non legittimarli nella loro autoproclamazione, rivendicando il termine antispecista come intrisecamente antifascista.
@Manifesto antispecista:
Come già detto, discutere di violenza/non-violenza in questa occasione non mi sembra proficuo, perchè si andrebbe ad aprire una discussione complessa e articolata che fagociterebbe quella che stiamo facendo.
Perciò prendiamo atto della tua opinione sull’azione antifascista che hanno fatto i compagni e le compagne al corteo di Correzzana, ma direi che è una osservazione fuori tema.
Non c’ero al corteo di Correzzana, e quindi non ho visto e sentito cosa hanno fatto.
Per me però la violenza di quel giorno è stata che dei fascisti abbiano potuto circolare impuniti alla luce del sole, in un paese in cui non ciò non dovrebbe accadere.
Una azione antifascista di risposta ad una presenza fascista, per quanto organizzata male e gestita peggio, e non dico che sia stato così a Correzzana visto che non c’ero,per me è un atto di resistenza.
@tutti: mi sto sforzando di tenere aperti i commenti a questo post. Vi prego però di continuare a mantenere costruttivi i vostri commenti e perciò di evitare toni aggressivi, che a mio avviso non aiutano a sviluppare quella che mi sembra stia diventando una discussione interessante. Grazie e a presto.
@ Barbara x
scusa, io forse cercherò di argomentare meglio, però non partire in quarta. Ho letto le tue parole e quelle di Luca e ho espresso un disaccordo. Non mi conosci, quindi non collegare il mio commento a un filone in atto.
E poi ti invito a portarmi maggior rispetto: ci conosciamo da anni, ormai dovresti avere imparato a scrivere il mio nome. Non “Barbarax” ma “Barbara X”
A Manifesto Antispecista: la tua rimane un’analisi estremamente superficiale della questione. Cito testualmente: “In ogni caso usare metodi chiaramente fascisti per allontanare chi viene definito tale è un’assoluta incoerenza. Il cripoto-fascismo è un male endemico della nostra società che alberga in ogni sua realtà, anche quelle dichiaratamente antifasciste e antispeciste. Detto questo è chiaro che l’antispecismo deve prendere con forza le distanze da ogni fascismo e ideologia basata sul dominio, ma lo deve fare anche da chi definendosi antifascista inneggia alle foibe, o urla “puttana” a una donna, o usa la violenza fisica che non sia per difendersi ad un attacco.”: questa imbarazzante affermazione lascia chiaramente intendere quanto e come certi antispecisti siano lontani anni luce dalla realtà dell’antifascismo. Si tratta di una visione in linea con i tristi tempi che stiamo subendo (non già vivendo). Nessun vero antifascista si sognerebbe mai di dare del fascista a dei compagni… E’ perciò un grave errore limitarsi solo alla definizione di filosofia antispecista, come peraltro stai facendo tu: occorre avere il coraggio di non generalizzare e di volgere lo sguardo agli antispecisti in quanto persone calate in questa povera epoca (quantomeno a molti di essi). Quest’ultima realtà ci conferma tutti i giorni che molti antispecisti non sono affatto antifascisti: questo è il nodo della questione. E si continua (colpevolmente) ad eluderlo, dando per scontato ciò che all’atto pratico non lo è. Anche le tue parole attestano chiaramente quanto vado affermando, soprattutto quando mostri tutto il tuo disprezzo nei confronti dell’ideale antifascista. In estrema sintesi, il mio pensiero è questo: la filosofia antispecista non può che essere antifascista, ma molti antispecisti non sono affatto antifascisti. Sono i fatti a parlare, a prescindere dalle mie e dalle tue parole.
Grazie a Luca per aver suggerito il link della “Proposta per un Manifesto antispecista”.
Sono molti anni che il sito Manifesto antispecista raccoglie elementi e li condivide per arrivare a una proposta sensata e partecipata di antispecismo.
Lungi dalla volontà di arrogarsi il diritto di dare una definizione lapidaria di antispecismo, l’intento è quello di creare una piattaforma comune da cui partire per elaborare un concetto allargato di società antispecista, prima, e a-specista o liberata poi.
La visione antispecista è relativamente giovane, ma attinge alle numerose lotte sociali del passato e del presente per superarle allargando la questione agli Animali. Pertanto l’antispecismo è un’idea rivoluzionaria che non intende cambiare l’attuale società umana, ma destrutturarla e ricostruirla secondo una visione libertaria, egualitaria, sensiocentrica e orizzontale. Per tale motivo di “bestemmie” (termine orribile) nel testo proposto da Barbarax ce ne sono molte.
Abbracciare l’idea antispecista equivale anche a sostenere ogni lotta intra-umana per l’uguaglianza, il diritto alla libertà, all’autodeterminazione e contro ogni discriminazione: senza tali lotte la liberazione animale (a cui l’antispecismo tende) semplicemente non sarebbe possibile. Pertanto chi si definisce antispecista (e ha consapevolezza di cosa significhi tale termine) è anche antifascista, antirazzista, antiautoritario, anticapitalista, vegano e molto altro. E’ in estrema sintesi contrario a un sistema sociale, politico, culturale, economico che concepisce la diversità come negatività, che impone la legge del più forte, che sfrutta e macina tutto e tutti, e che lo fa con la forza mediante il controllo dei corpi e lo sfruttamento degli individui. L’antifascismo, dunque, è solo uno dei problemi da combattere, i nfatti una società antifascista non sarebbe automaticamente una società liberata e antispecista, perché l’antifascismo è e rimane – ad oggi – una istanza antropocentrica.
Il problema di base sul “caso” Correzzana è che la manifestazione non era antispecista, bensì organizzata da antispecisti che non hanno saputo veicolare correttamente il messaggio, ciò ha inevitabilmente contribuito a trasformare il tutto in un evento animalista, aprendo le porte a qualsivoglia istanza politica.
Il secondo problema è che l’organizzazione ha voluto coinvolgere alcuni centri sociali per garantire il buon svolgimento della manifestazione, aderendo pertanto a logiche di scontro e di contrapposizione che non hanno mai portato a risultati utili per nessuno, e perché l’utilizzo della violenza è un problema che in ambito antispecista non è ancora stato chiarito. Demandare ad altri il tutto non è stata di certo una buona idea. Per ultimo va detto che, come in passato è accaduto per alcune realtà anarchiche, singoli e gruppi antifascisti hanno aderito a una manifestazione definita antispecista, semplicemente per scontrarsi con i fascisti o presunti tali (sicuramente ciò non è vero per tutti gli individui antifascisti che hanno partecipato, ma per la maggioranza di sicuro è stato così). Il problema quindi è anche che tali realtà intendono “usare” la lotta antispecista per rinverdire la causa antifascista (in sostante declino da molti anni in Italia) con logiche di scontro diretto di piazza. E questo a causa dell’assenza di confronto e di dibattito in seno alle realtà antispeciste.
L’antispecismo non è ostaggio di nessuno, e mai potrà esserlo se i suoi principi vengono chiariti e divulgati con forza. Se così fosse stato non ci sarebbero verificate infiltrazioni di alcun genere al corteo. In ogni caso usare metodi chiaramente fascisti per allontanare chi viene definito tale è un’assoluta incoerenza. Il cripoto-fascismo è un male endemico della nostra società che alberga in ogni sua realtà, anche quelle dichiaratamente antifasciste e antispeciste. Detto questo è chiaro che l’antispecismo deve prendere con forza le distanze da ogni fascismo e ideologia basata sul dominio, ma lo deve fare anche da chi definendosi antifascista inneggia alle foibe, o urla “puttana” a una donna, o usa la violenza fisica che non sia per difendersi ad un attacco. Prima di permetterci di giudicare gli altri abbiamo il dovere di essere noi stessi coerenti con le nostre idee. In conclusione il corteo antispecista che vorremmo è diverso da quello che è stato. Per chi ha voglia di approfondire si suggerisce questo link: http://www.veganzetta.org/?p=2066
E poi, per avere una conferma di quanto ho scritto, basta leggere il commento dell’utente che si firma “+”. Non è l’unico a pensarla in questo modo: non è l’unico. Bisogna avere il coraggio di aprire gli occhi e di affermare che talune linee di pensiero (molto diffuse) altro non sono che ammiccamenti a condotte destrorse. Leggete, se non l’avete già fatto, ciò che ha scritto sotto il mio articolo: “Voler credere che l’antispecismo richieda necessariamente di essere anti-fascisti o di avere una qualsiasi ideologia oltre all’antispecismo stesso mi pare problematico. è proprio in linea teorica che la cosa va accettata.” Vedete? questa persona (come tantissime altre, mi voglio ripetere) non sa che farsene dell’antifascismo, lo vede come un orpello, come qualcosa di seccante e superfluo. La realtà è purtroppo questa: lo stupro della filosofia antispecista da parte di antispecisti (lo sottolineo) il cui pensiero politico non si discosta di una virgola da quello di un qualunque altro apolitico o terzoposizionista che dir si voglia. Il mio non è un attacco: è semplicemente un invito a una riflessione approfondita, un invito a volgere lo sguardo in una determinata direzione.
A nessuno era mai toccato l'”onore” di vedere un proprio scritto vivisezionato, nessuno si era mai visto arrivare il professore con la matita rossa. Tutto questo perché ho osato toccare un nervo scoperto: ho cioè affermato che moltissimi/e antispeciste/i non sono assolutamente antifascisti/e, che moltissimi/e antispeciste/i vedono l’antifascismo come una seccatura. Questa chiave di lettura (ecco il punto focale del mio ragionamento) non fa riferimento alla filosofia antispecista, come erroneamente hai rilevato tu, Luca. Io, in realtà, punto la mia attenzione su certi contesti antispecisti, su certi nuclei e gruppi, se vogliamo su certe aree geografiche della realtà italiana. Quello che più spesso si sente dire da molti antispecisti è: “Io sono antifascista, sono contro le logiche del dominio, contro l’autoritarismo, ecc.” E fin qui tutto bene. Ma quando a molti antispecisti si dice: “A via Mazzini, casapound apre una sede: andiamo al presidio (pacifico) di protesta?”, ce ne sono forse uno o due che raccolgono l’invito, tutti gli altri dicono: “Ma a che serve? Non è importante, ecc.”, addirittura qualcuno arriva pure a dire (l’ho sentito io): “Non si può impedire che altri aprano le loro sedi.” E questi, te lo assicuro, erano e sono antispecisti e antispeciste. In costoro manca proprio l’impulso antifascista, come ovviamente manca a tutti coloro che in questi giorni mi stanno meschinamente attaccando attribuendo atteggiamenti violenti a me e agli antifascisti. Secondo te, questi ultimi avrebbero lavorato male, perché nono sono riusciti a far passare l’ideale antifascista? Ah, ah, ah, ah: ma non farmi ridere. Tutti quegli antispecisti (antispecisti di fatto, antispecisti per davvero) che non abbracciano l’idea antifascista, lo fanno per una questione molto semplice: non gliene frega niente, per loro la memoria storica è un qualcosa che si perde in una nebulosa, la resistenza partigiana è roba da comunisti (dunque roba che non li riguarda), l’antifascismo è roba per violenti, fascismo e antifascismo non esistono più, e potrei continuare all’infinito. Infine, ho letto anch’io il testo che proponi: ne ho preso da subito le distanze poiché vi sono delle gravi omissioni: non vi si fa alcun riferimento ragionato alle tematiche sessiste, omo/transfobiche, ecc. E’ dunque un testo che presenta delle lacune, un testo che trasmette un’idea di antispecismo esclusivamente da una determinata angolazione.
@ Luca
grazie per la risposta e per il link. Ho letto il manifesto. Le cose si complicano allora, perché la radicalità del tuo antispecismo mette in discussione tutto. Il fascimo è solo un bersaglio più grosso, ma alla lunga ogni altra ideologia sarà incompatibile. Rimango in disaccordo nel ritenere un percorso politico di destra incompatibile, ma dovrei rifletterci meglio e non è così importante.
@+°:
Il concetto di antispecismo che condivido è questo:
http://www.manifestoantispecista.org/wp-content/uploads/2012/08/proposte-per-un-manifesto-antispecista.pdf
Il concetto di antispecismo che hai esposto tu io lo considero animalismo. L’antispecismo infatti si distanzia dall’animalismo proprio perchè va a considerare gli animali nel loro insieme, umani e non.
@mocho:
anche per il tuo commento vale lo stesso discorso di +°.
Se a canar* e gattar* non interessano gli umani, non sono antispecist* come lo intendo io. E allo stesso modo non considero automaticamente un vegano come antispecista. E non mi soffermo neanche sul fascista affascinato dalla vita selvaggia.
@Barbara X:
I miei commenti al tuo articolo, per quanto bislacchi, non vogliono attribuire nulla di più di quello che hai scritto. Infatti ho riportato anche in questo post la tua affermazione che l’antispecismo non può che essere antifascista, affermazione che condivido.
Affermare che i tuoi contenuti siano ben chiari a tutti non mi sembra corretto, perchè a me non sono sembrati così chiari dal momento che ho sollevato delle perplessità con il mio post. Forse sono l’unico a cui non erano chiari, allora diciamo che erano chiari a tutti-1.
Lo scrivere che non accetterei mai che il concetto di antispecismo venga associato a quello di fascismo è un ribadire quello che anche tu condividi.
Io sinceramente immagino che ci siano:
– antispecisti che coerentemente nel loro personale sono antifascisti;
– antispecisti che in contraddizione con il concetto di antispecismo abbiano degli atteggiamenti autoritari, reazionari, sessisti, ecc e quindi vivano personalmente dei microfascismi (come in tutte le realtà di lotta e movimento).
Per me invece antispecisti che portino avanti un percorso politico di destra o addirittura fascista non esistono, ma sono piuttosto individui che cercano di appropriarsi di questo termine, che purtroppo non è ancora radicalmente riempito dei contenuti che lo caratterizzano.
Per me dire che l’antispecismo è antifascista, ma che l’antispecista può essere fascista è un controsenso, ma ti prego di dirmi se ho frainteso quello che hai scritto e di spiegarmi meglio cosa intendevi tu allora.
Oh ma di che parliamo?Questo blog fa in continuazioni analisi che vanno oltre le singole lotte, in continuazione parla di femministe autoritarie, femministe razziste etc.
Anche per l’antispecismo è lo stesso ragionamento, ci sono persone a cui i non umani interessano e basta, molte di queste persone sono semplicemente canar* e gattar* a cui interessa solo di alcuni animali che valgono più di tutto più di altr* non uman* e più di altr* uman*.
Altre persone invece sono “Vegane”, per loro a cambiare il mondo di sopraffazione che si abbatte contro i non uman* basta avere una dieta alimentare diversa, come se il computer dal quale scrivo non abbia ucciso molti più animali di quanti non ne uccida io stesso se mi cacciassi a mani nude un animale piccolo.
Altre persone sono fasciste, ma credono in un fascismo secondo il quale vale la legge della giungla che nelle loro teste bacate consiste nel mito del maschio forte, puro, peloso, muscoloso, che vive in un mondo non corrotto dalla società moderna dove c’è il capobranco e quindi il maschio fascista vede a sua immagine e somiglianza il branco(c’è sempre un branco e un capobranco negli animali che si scelgono a cui assomigliare).
Poi ci dovremmo essere noi che dovremmo essere in grado di collocare la parola antispecismo al suo posto cioè in un contesto libertario di liberazione, dove sappiamo che di sopraffazioni ce ne sono molte e non basta essere vegan*, non basta essere antisessist* non basta essere antirazzist* o antispecist*. Serve tutto e serve una prospettiva rivoluzionaria di abbattimento della società. McDonald USA vende un menù Vegano, dobbiamo fare attenzione, tutte le nostre armi e pratiche di per se non significano niente, vanno collocate sempre in un contesto di rivolta e di lotta.
Scusate lo sfogo, ma è importante secondo me perchè molti gruppi in italia stanno prendendo una deriva Vegana-Abolizionista a discapito dei contenuti e il risultato sono le litigate a Correzzana co la gente che ti dice “in nome degli animali è giusto tutto”. Siccome sono un animale pure io me rivendico fino alla morte de esse antifascista.
Però non capisco se questa è una discussione politica o filosofica. Se sul piano politico interessano sia le lotte antifasciste che antispeciste è un conto, ma sul piano filosofico non si può dire l’antispecismo è solo questa cosa qua. L’antispecismo significa non discriminare gli animali non-umani. Non prevede di essere antifascisti, né di non essere di destra. Poi se come per Livia, diventa anche altro, allora esclude anche il fascismo, ma l’essere di destra non credo. Come una persona di sinistra deve fare un passo successivo per diventare antispecista lo può fare una persona di destra. Non si possono mettere nel concetto di antispecismo i propri concetti di riferimento politico se non per agire una lotta politica. Ma l’antispecismo non è un concetto che può essere ritenuto proprio di qualcuno.
“Sono il primo a riconoscere che bisogna innanzitutto combattere i nostri personali fascismi, ma non accetterei mai che il concetto di antispecismo venisse associato a quello di fascismo.” Ma perché? Io ho scritto questa oscenità? Sei tu che me la stai attribuendo, con questo tentativo bislacco di smontare i miei contenuti, ben chiari a tutti/e. Io ho sempre parlato di antispecismo in senso etimologico: so benissimo che c’è una marea di persone che va alle manifestazioni animaliste e non sa una minkia di filosofia antispecista
ooh grazie, hai scritto quello che avrei scritto io e per cui, con un gruppo di antispeciste stiamo organizzando un’assemblea a Cagliari proprio su questo argomento.
c’è molta confusione sul termine antispecismo che per me può avere un solo significato: essere contro lo sfruttamento e l’oppressione di qualsiasi essere senziente senza distinzioni di specie, di etnia, di genere, di orientamento sessuale… quindi ovviamente antifascista!
Livia OcaBarrosa