Su bambini “bevuti” così per fare un esempio e psicologhe/gi telepati vi suggerisco di leggere l’ultimo giro di disegni di Zerocalcare che è fantastico. Su quelli “bevuti” per davvero potete leggere l’ultimo articolo del Corriere in cui si dice che stesso psichiatra stessa diagnosi a proposito di una malattia che non è riconosciuta tale. Chiedonsi veramente un po’ di ragguagli su come dei professionisti, sicuramente non è il solo (e il fatto che ora scoprano l’acqua calda e se la prendano tutti con lui mi fa sentire quasi solidale con codesto signore), abbiano potuto diagnosticare qualcosa sulla base di teorie non riconosciute. Dove le hanno apprese, in quale libro di psichiatria le hanno lette, quale docente gliele ha insegnate, da dove arriva questo sapere. Perché se i professionisti fanno le diagnosi sulla base di saperi appresi in corso d’opera, in via di accertamento e applicazione e sperimentazione, se non c’è una università che ti prepara a riconoscere quei sintomi è come dire che un chirurgo può operare il cervello per sospetta malattia congenita quando ancora di quella malattia discutono sui forum di internet e nelle riunioni di alcuni interessati.
Quante sono le persone che sono state oggetto di quelle diagnosi con risultati soddisfacenti? Dov’è la casistica di questa pretesa malattia? Dove sta la scientificità nella valutazione di una cosa che viene avvalorata (o smentita) da tante persone che scienziate non sono? Non si sa nulla di una sperimentazione, di eventuali cavie, della riuscita di quella terapia che viene chiamata della “minaccia” per cui qualcuno arriva e ti “beve”, ti rinchiude, per farti resettare il tuo passato e ripristinare soltanto la configurazione originaria, manco fossi un computer in cui s’è installato un windows di quelli brutti che ti si impalla tutto e poi l’utente ha scelto di ficcarci linux e qualcuno dice che se windows era allora windows deve restare. Un po’ come la storia dei brevetti in copyright. Il marchio proprietario d’origine controllato che così è e così deve restare. Persone in divenire non le vedi e non le riconosci.
Tutto più complicato in verità ma più va avanti e più ti smuove le budella con somma comprensione per tutti quelli che ci credono e che pensano che sia l’unica via per stanare la merda nelle relazioni asfittiche e sfinite, dove c’è un padre che potrebbe sentirsi un semidio ma ci sono madri che sono delle stronze di merda che bisognerebbe vederle per capire. Il punto non è la sfiducia nei sentimenti di una madre e un padre che ad un certo punto giocano con la vita di un figlio come si fa con la roulette russa per cui spunta fuori che quei due che stavano insieme siccome da domani non stanno insieme più allora lei è ‘mbriaca e tossica e tutto il peggio del peggio e lui è pedofilo, violento, una vera merda. E finitela una buona volta di fare i bambini, voi, e pensate al bene di quei figli prima che al vostro culo, ché ‘sti bambini mi fanno tutti pena e poi dice che c’è un governo di merda con una concezione dello Stato di merda che appena i due adulti non s’appianano mette le mani su quei ragazzini e li fa neri, non con i colori, ma di lividi interiori (e pure esteriori). Quei figli sono sempre stati dello Stato e sono in uso capione a due adulti, o uno, o vari fino a che non succede il patatrac e altrimenti se li ripiglia e li resetta e li rimette in circolo con una mente ex novo. Perfino i corpi degli adulti sono dello Stato che se non ti comporti bene controlla tutta la tua vita, le tue idee, la tua sessualità, le tue scelte. Cosa vuoi che valga la parola di un bambino in relazione a quello che è uno Stato che per sua conformazione ignora qualunque espressione di individualità.
Ma poi c’è da sapere chi gliel’ha data agli psichiatri e alle psichiatresse la licenza di essere Dio. Chi? E a semplice domanda accorrono a centinaia per i distinguo e pure gli incazzati e le incazzate che si risentono e stanno lì a lenire la questione tentando di rendere plausibile l’esistenza di chi sostanzialmente vive perchè tu devi crederci per fede. Arriva chi ti dice “e no, ché io senza quel farmaco e quello psichiatra sarei già morta e no che m’ha salvata” e allora tutto è ammesso. La cura nel bisogno, il soccorso a te che hai bisogno di tutela ha da giustificare il fatto che costoro ritengono di poter medicalizzare pure i contorcimenti di budella che mi vengono quando sento mille stronzate messe in fila? Esiste il chirurgo ma non mi pare che ti insegua e si inserisca nelle discipline scolastiche per trovare il danno da riparare anche se tu ti vuoi tenere il naso storto. Qui siamo alla norma che rende omogenei i comportamenti e che annulla ogni differenza. La norma è che devi amare i genitori e se non li ami sei malato. E se io domani dicessi che vaffanculo mamma e vaffanculo papà? Se li mando a quel paese uno per volta? Non è per fare la pressappochista ma tutto questo mi pare pressappoco la realizzazione di una società che coincide molto poco con me, con noi, con chiunque abbia voglia di sentirsi libero/a di esprimere la propria individualità. Rispetta il padre e la madre è un comandamento ma nella mia testa c’è un “rispetta tutti quanti, senza farti assoggettare” e poi mi chiedo dove stia un “rispetta il figlio” che non è il figlio di Dio ma è un figlio e basta. E’ lui, è quel gran figo di Gesù, è uno che se lo contedono nei gudgets di mezzo mondo e che mi hanno insegnato perfino a comprendere nel mio immaginario erotico/sovversivo. E poi c’è pure una figlia e mi piace pensare che Gesù avesse una sorella che visse un po’ più di lui e che non era affatto quella che preparava la cena dell’ultima cena. Piuttosto era quella che in segreto indossava gli abiti di Gesù e davanti ad uno specchio imitava i gesti del più illustre fratello e recitava la formula di moltiplicazione dei pani e dei pesci. Amenità, scusate. Vado avanti.
Di psicologi un’amico mio ne ha incontrati quattro. Da bambino gli dicevano che non era normale. Lui voleva solo farsi i cazzi suoi. Montava strane cose e disegnava. Più grandicello gli hanno detto che sarebbe potuto diventare un “disadattato” e tutto perché aveva detto a un’insegnante molto idiota che era un’idiota. Epperò siccome se hai 15 anni non si prevede che tu abbia un cervello che funzioni meglio di un decerebrato con la laurea presa per corrispondenza che ti viene a dire una montagna di cazzate per convincerti che il mondo è quadrato quand’è tondo allora dire idiota ad un idiota sarebbe indice di disadattamento. A diciassette dopo l’occupazione studentesca fa il corteo e se lo beve la polizia perché teneva in mano uno striscione che recitava un verso di un autore che non sto qui a dire. Il poliziotto non riconobbe la citazione e fu offeso e allora siccome che egli fece un minimo di resistenza, leggasi “a stronzo, se tu non leggi i classici che mica è colpa mia“, allora gli fecero un Tso e dopo avergli iniettato un sedativo che avrebbe potuto tramortire un elefante gli dissero che se si pentiva l’avrebbero rilasciato. E poi, da grande, fu chiamato all’Asl perché la maestra a scuola aveva notato un graffio sul braccio di suo figlio. Perché lo dice a me se lui sta con sua madre? – dice il mio amico, e senza voler accusare semplicemente nota che quel graffio è superficiale e allora si preoccupa, abbraccia il suo figliolo e dice alla maestra che forse ha litigato con qualche compagnetto, che magari non è il caso di inchiodare sulla croce la sua ex che lui sapeva già preoccupata per un sacco di cose. Alla maestra non piacque il fatto che lui non fosse sufficientemente affranto e allora chiamò i servizi sociali e avvisò la ex. Lui e l’ex, che io conosco, appianarono e dissero da subito che s’era trattato di un equivoco, dopodiché la ex fu convocata e gli si disse che se voleva assistenza per una denuncia formale avrebbe potuto farla. Siccome non la fece fu sottoposta a colloquio con lo psi-coso perché era “necessaria la sua valutazione per chiudere il caso“. Con lui, il mio amico, invece il trattamento fu da criminale. Era già un mostro, quell’uomo infinitamente tenero che conoscevo da decenni e che ne aveva patite di ogni, fu sottoposto ad una perizia superficiale dalla quale dipendeva la sua vita o la sua morte. Lo psichiatra lo tenne in stanza in un colloquio per un quarto d’ora. Da lì stabilì che lui era un individuo arrogante (perché lo aveva sfottuto con due battute e non si assoggettava alla sua autorità), anaffettivo, con chiari segni di squilibrio mentale e varie altre cose. Lei invece fu assolta da tutti i peccati e rimandata a casa con due ave o marie e una decina di padre nostro. Lei fa la mamma e lui gode da genitore di libertà vigilata perché non potrebbe vedere il figlio senza sorveglianza. Siccome che la mamma se ne fotte delle stronzate dette dallo psichiatra allora a quell’uomo che lei stima anche se non lo ama più gli lascia il bimbo come e quando vuole.
Ho una amica che si è rivolta al servizio pubblico perchè viveva dei disagi. Senza lavoro, con un minimo di depressione, disturbi dell’alimentazione. Era andata lì con una diagnosi già bell’e fatta. Non una stupida ma una persona intelligente. Voleva solo qualche consiglio e un paio di indicazioni per proseguire con un percorso di assunzione di consapevolezza e di gestione di quello che viveva. Finì pure lei con un Tso di un paio di giorni in cui ha scazzato con il primario del reparto di psichiatria che le voleva dare a forza sedativi e psicofarmaci (lei si rifiutò) e poi lo psichiatra che la prese in terapia stabilì per lei una serie di soluzioni che non stavano ne in cielo e neppure in terra. Di fatto lei lo mandò ‘affanculo (e menomale) dicendogli che l’unico aiuto che poteva darle era un lavoro e che altrimenti era inutile girarci attorno perché lei non aveva niente di sbagliato. Dopo un paio di mesi quel lavoro lo trovò e lei rifiorì e ora sta benissimo. Perché lo psichiatra – spesso – norma la tua vita o finge di aiutarti mentre è solo un giudice, un inquisitore o al meglio un palliativo per bisogni sociali che bisognerebbe risolvere altrimenti e in modo più concreto.
Di che parliamo dunque? Segregatori? Carcerieri? Che roba è?
Comunque sia, sappiatelo, svilupperemo la teoria dell’esistenza di una sorella di Gesù perché l’Arcangelo Gabriele non è credibile che abbia ingravidato solo una di passaggio. Ci sta che ne abbia ingravidata un’altra. Pensateci. Tutto è possibile.