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I padri non possono

Terragni. Il suo ultimo post. Stereotipi sessisti.

Ricavo da fb:

Se ho capito bene una coppia di mamme può avere un bambino, e stiamo parlando di famiglie omogenitoriali, e una coppia di padri no? Mah!

e poi, in risposta a qualcun@ che tira fuori la fisiologia a giustificazione di ciò:

Fisiologici? Qual è la fisiologia? Quella che decide che le donne abbiano tutte istinto materno e attitudine alla cura incastrandoci in un ruolo riproduttivo? Quella che decide che gli uomini non sappiano essere padri tanto quanto? Sono stereotipi sessisti. Bisogna vederli i padri che stanno con i bimbi anche piccolissimi e non hanno nulla da invidiare a nessun@. E non si capisce perché se da un lato si pensa che possa sparire il padre si debba pensare che della madre, in termini di cura, ci sia assolutamente bisogno. Due genitori gay non possono adottare un bambino? Un padre non può crescere suo figlio? Ripeto: mah!

Il testo della Terragni fin dal titolo chiarisce cosa vuole dire:

Coppie gay: 2 padri o 2 madri non sono la stessa cosa

I motivi per cui non sarebbe la stessa cosa?

Per lei sarebbe il “superiore interesse del minore“. Sta parlando del dibattito a proposito delle Unioni Civili a Milano. Lei si unisce al coro di persone (uomo)fobiche che non riescono ad immaginare un bambino con una coppia di uomini. Lei infatti non si riferisce ai gay in particolare ma proprio agli uomini in quanto tali.

Parla di relazione asimmetrica e afferma che un bambino può restare con la madre senza che vi sia un distacco immediato dopo la nascita e invece con i padri questo non potrebbe avvenire. E posto che la psicologia affermi che quel distacco sia un trauma irrisolvibile, per tutte quelle questioni relative il legame preparto, bimbo che nasce e che la riconosce, anche se poi lo cresce la babysitter o la balia o la nonna che sempre una donna è (questo è quello che avviene in generale), non si capisce perché l’abbraccio paterno debba essere considerato diversamente valido se lui  lo cambia e lo cura e lo nutre e lo prende in braccio.

Comunque sia diciamo che se si estende la discussione ad un bambino orfano, o pochino più grande vorrei capire che ne pensa.

Poi giudica con orrore l’ipotesi della sparizione della partoriente, che ella chiama “madre”, e a costo di sembrare molto cinica mi piacerebbe sapere cosa attribuisce alla genitorialità un valore. Il tempo di incubazione?

Sono madre e dunque lo so. Tenere un figlio in grembo per nove mesi è una cosa che realizza un legame. Forse. Dopodiché quel bambino nasce e quando ti guarda vede un’estranea e anche tu vedi un estraneo. Non è raro il rifiuto del bambino da parte della madre nei primi momenti dopo la nascita. Quelle immagini dei film in cui lei ambisce ad averlo in braccio a me suona un po’ curiosa perché di nascite ne ho viste tante e  a parte tutto la mamma dopo un parto è più o meno semi svenuta per il dolore e per la fatica. Ma vabbè.

Dunque dov’è il valore? Il tempo di vicinanza? Dobbiamo fare l’eterna lotta tra chi la vince su chi pianta il seme e chi fa crescere la pianta? Tutta una serie di inutili paragoni da coltivatore diretto che mi hanno sempre fatto sentire abbastanza un vegetale. Quasi al pari di una rapa che contiene un’altra rapa.

Terragni insiste e dice che senza la mamma non si può e senza il papà si sopravvive. Probabilmente si. Se la mamma si prende cura di un bambino e il padre invece lo lascia morire di fame allora sarà così. Ma se il padre non è un cavernicolo che al bimbo in fasce dà carne cruda o lo lascia al freddo mentre lui va a giocare a carte con gli amici allora quel bambino sopravviverà. Ha le stesse possibilità di sopravvivenza che può avere con la mamma.

Poi parla del fatto che ‘ste coppie di uomini vogliono tenere alla larga le mamme per le ragioni più svariate e a parte quelli che vogliono tenere lontane le mamme che invece vogliono stare accanto ai figlioli poi ci sono donne che evidentemente scelgono di dare in adozione i bimbi e insistere perché si sentano vittime o in colpa o costruire attorno a questo una retorica da sermone laico simil antiabortista per cui il distacco procurerebbe un trauma indelebile e perché lei non può stare senza il frutto del suo grembo e lui ne morirebbe e bla bla bla, è abbastanza come nutrire secoli e secoli di stereotipi che sulla base delle differenze biologiche hanno deciso per noi cosa fosse giusto e cosa non lo era.

E ancora oggi, che una donna tiri fuori la “natura” per motivare una sua opinione, pare strano da leggere.

Esiste il fatto di uomini/padri che vogliono allontanare le madri per semplice misoginia e per delirio di onnipotenza. Sta in alcune delle battaglie per gli affidi più violente di cui si possa parlare nei tribunali di mezzo mondo. Ma tutto ciò non ha a che fare con l’autodeterminazione e non si capisce cosa c’entri con le coppie omosessuali.

Così, per dire.

A furia di dare valore alla propria differenza qualcun@ ha finito per togliere valore a quella altrui. E sarà un caso se in mezzo mondo nascono movimenti di padri che a prescindere dalle loro richieste e ragioni poi si radicano nella cultura dei luoghi in cui  si propongono?

E’ possibile che siano posizioni come questa a esasperare un conflitto tra i generi che dovrebbe decisamente essere trattato ripartendo da una condizione di equità di base?

Equità tra persone. Semplicemente.

Posted in Comunicazione, Critica femminista, Pensatoio.


5 Responses

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  1. Chiara Lo Scalzo says

    Avere l’utero o non averlo non è un dettaglio, vero. Ma il problema non sta nell’utero, secondo me, ma nella percezione della genitorialità come diritto o come dono di sé alla vita che fluisce attraverso di noi.
    Accettare a curare ed amare una piccola creatura che ha bisogno di amore per sopravvivere è genitorialità, secondo me, e possono essere meravigliosi genitori sia gli uomini che le donne.
    Personalmente non mi sento di giudicare quelle coppie che si sottopongono ad anni ed anni di trattamenti per poter mettere al mondo un figlio proprio (quando ci sono tanti bambini soli e terribilmente infelici negli istituti, dove vivono un abbandono che li segnerà a vita…) perché non ho subito il trauma di una maternità negata.
    Ma anche io mi interrogo spesso sul perché sia ancora così forte, oggi che siamo “civilizzati” questo primitivo bisogno di rirpodursi, di tramandare il proprio patrmonio genetico… Forse perché adottare è troppo difficile, troppo impegnativo? Certo, un bambino adotivo, con il suo bagaglio di traumi e sofferenze, è meno gestibile di un fagottino che ci tende amorevolmente i pugnetti… Per non parlare poi della burocrazia, della trafila presso i servizi sociali.
    Una mia amica, che ha adottato, si lamenta dei continui test genitoriali cui sono sottoposti dicendo: i genitori naturali chissà che punteggio prenderebbero? Perché a voi non li fanno?

  2. Serena says

    Per Butler quel “residuo materiale incontrovertibile” può essere nominato soltanto all’interno di un determinato regime di potere-discorso, e ciò andrebbe fatto con grande cautela, pena perpetrare una forma particolarmente sottile e insidiosa di violenza. In tutta sincerità, non credo l’ultima Judy apprezzerebbe molto il suo articolo.

  3. marina.terragni says

    Bella la storia dei gorilla, Chiara. Ma mi pare tu faccia un po’ di confusione. Il fatto è che il gorilla padre non ha detto alla gorilla madre: “Partoriscimi il gorillino e levati di torno, perchè la mamma sono io”. non è una differenza da poco. Sto discutendo di questo, non di altro, né tantomeno di adozione: per me i gay possono adottare, eccome.
    Il corpo non è un accessorio qualunque. Avere l’utero o non averlo non è un dettaglio. Una donna, etero o lesbica -questo sì, è un dettaglio- può farsi un figlio da sola come e quando vuole. Per un uomo, etero o gay, ci vuole una donna, meglio ancora un paio, che si presti-no a una complessa manovra (e poi sparisca-no). Nel primo caso non si può intervenire in alcun modo, comunque la si pensi: basta un rapporto occasionale. Nel secondo occorre autorizzare per legge ovodonazione -gli ovuli non si trovano per strada- e affitto di utero: un discorso pubblico non solo è possibile, ma è necessario. Questa differenza è oggettiva, mi segui?
    Perfino Judith Butler, massima teorica della “performatività di genere” -FaS dovrebbe conoscerne l’opera omnia, così almeno spero- recentemente ha dovuto ammettere l’esistenza di “un residuo materiale incontrovertibile”. Cioè il corpo.

  4. Chiara Lo Scalzo says

    Una volta ho visto un documentario bellissimo sui gorilla. Si raccontava la storia di questa piccola gorilla, che era stata abbandonata dalla madre, la quale aveva scelto ad un certo della sua vita un diverso clan. A quel punto, la piccola era stata presa in carico dal padre, il grosso gorilla capofamiglia. Ma c’era un problema: i cuccioli di gorilla, per sopravvivere, devono dormire accoccolati al corpo delle madri, altrimenti rischiano di morire congelati con il brusco abbassarsi delle temperature della notte; è prassi nelle famiglie di gorilla che le madri costruiscano dei nidi sugli alberi per dormire con i loro cuccioli, mentre i gorilla maschi, più grossi e troppo pesanti, non possono salire, e rimangono a dormire sul terreno.
    Il padre gorilla, deciso ad occuparsi della piccola orfana, al calar della sera si è trovato spaesato: che fare? Doveva tenere la piccola attaccata a sé, ma non poteva costruire un nido sui rami come le altre mamme.
    Perché racconto questa cosa? Per dare un’idea che la natura non è così semplice come la dipingono certe persone. Anche fra i gorilla ci si interroga sui ruoli, si fanno libere scelte controcorrente, si trova una soluzione per ovviare alle tradizioni, si esce dai ruoli usuali.
    E se lo fanno i gorilla, perché non possiamo farlo noi?

  5. fasse says

    Un po’ di commenti all’articolo della terragni da fb:

    Giovanni:
    e anche, le mamme son viste come protettive, i padri potenziali stupratori

    Biblioteca:
    ‎… Una coppia di mamme può avere un bambino, e una coppia di padri no? … Bisogna scandalizzarsi di questa opinione? … in nome di una parità voluta a tutti i costi? … Forse è il caso di non scandalizzarsi più di tanto e soffermarsi a riflettere sui motivi quasi fisiologici per cui potrebbe essere più giusto così!

    FaS:
    fisiologici? qual è la fisiologia? quella che decide che le donne abbiano tutte istinto materno e attitudine alla cura incastrandoci in un ruolo riproduttivo? quella che decide che gli uomini non sappiano essere padri tanto quanto? sono stereotipi sessisti. bisogna vederli i padri che stanno con i bimbi anche piccolissimi e non hanno nulla da invidiare. e non si capisce perché se da un lato si pensa che possa sparire il padre si debba pensare che della madre, in termini di cura, ci sia assolutamente bisogno. due genitori gay non possono adottare un bambino? un padre non può crescere suo figlio? ripeto: mah!

    Claudia:
    In nome di una parità voluta a tutti i costi: sì! Mi scandalizzo! Perché un padre ottimo è meglio di una madre pessima, sia da soli che in compagnia. E due ottimi padri valgono tanto quanto due ottime madri, anche se non allatteranno al seno.

    Daniela:
    La “biblioteca” nella sua bacheca condivide il delirio di qualche giorno fa di Veneziani, che scriveva sul Giornale che gli omosessuali faranno estinguere il genere umano.
    Non solo, ma lo condivide scrivendo “Perchè questa ipotesi irrita i gay? Perchè hanno a cuore la non estinzione della specie umana, se dal canto loro non intendono prendere parte attiva alla sua perpetuazione?”
    Insomma, una concezione molto particolare delle capacità riproduttive di gay e lesbiche….

    Alfredo:
    A parte l’ovvio che è meglio un genitore ottimo di uno pessimo, ragionamento dove il genere non conta, mentre ho un timore ridotto che l’omosessualità femminile possa togliere un minimo di femminilità / istinto materno, nutro invece dubbi seri che l’omosessualità maschile possa crearli.
    Per cui, ipotizzando che a un bambino piccolo il rapporto con la madre abbia un significato importante (e credo sia così), non sono in disaccordo con l’articolo.
    Poi c’è l’ovvio di cui sopra, ma il discorso è generico.

    Giovanni:
    su certe cose forse è meglio essere decis*: la genitorialità non è femminile, e non è ruolizzata. I genitor* fanno quel che possono. Etero, lesbiche o gay. La maggior parte dei genitori fa schifo, e ne abbiamo le prove tutti i giorni al supermarket, in spiaggia, etc. Gay e lesbiche non fanno piu’ schifo degli altri. E comunque chiunque è meglio che un orfanotrofio.
    Se si pensa che lesbiche e gay (o i maschi in generale) abbian meno diritto a essere genitori perchè persone inferiori, bisogna trarne tutte le conseguenze e dichiararsi sessisti. Che non è una bestemmia. E’ una posizione politico/sociale (maggioritaria, tra l’altro) che qui viene combattuta

    Paolo:
    vanno dette alcune cose: gli orfanotrofi sono quasi vuoti, salvo che per i maschietti già di una certe età, che nessuno vuole perché li si teme. Quindi il istema delle adozioni può permettersi di essere molto selettivo, e deve essere selettivo perché così si lascia spazio al mercato dei bambini a pagamento. Un po’ come la scuola pubblica o gli alloggi popolari che DEVONO essere insufficienti, altrimenti il business dei burocrati, dei corrotti e dei preti ne soffre.
    Ciò premesso, la grossa differenza fra maschi e femmine, è che una coppia di donne può adottare un bambino di cui una delle due é la madre, e la cosa fila a meraviglia, oltre tutto non occorre nenanche passare necessariamente dalla legalizzazione. Mentre due uomini devono in qualche modo agganciarsi a una situazione da cui la madre sia esclusa, morta o fuggita o pagata per stare alla larga, o che ne so. E’ tutto un problema in più. Per cui le due situazioni non sono identiche, ma non sta a nessuno giudicare che cosa é meglio e che cosa é peggio: sono le vite di quelle persone lì, NON DEVONO ESSERE SOCIALIZZATE, con la scusa abietta del supremo interesse del minore, che è il pertugio attraverso cui assistenti sociali, psichiatri, giudici, preti e consimile melma pretendono di mettere bocca nelle vite altrui.
    Che poi l’omosessuale di qualsiasi genere sia inq uanto tale meno adatto come genitore é una cazzata talmente gigantesca da non meritare commento alcuno

    David:
    premettendo che sono totalmente favorevole all’affidamento e all’adozione per le coppie omosessuali (all’interno ovviamente dei criteri di legge che valgono anche per gli altri) trovo ci sia poco da scandalizzarsi: 1) è evidente e ovvio che sia meglio crescere con due genitori che ti amano e ti rispettano piuttosto che uno solo (di qualsiasi genere e orientamento sessuale esso sia). 2) è giusto e comprensibile che si privilegino 2 genitori (in questo caso anche omosessuali) rispetto ad uno solo. 3) mi sembra legittimo anche privilegiare 2 genitori etero rispetto a 2 omosessuali nell’interesse del bambino adottivo, che già vive un trauma molto profondo (come ben spiega e narra la psicoanalisi), ci mancano solo il bullismo e le prese per il culo dei compagni di classe (è triste ma è, questo è il mondo in cui viviamo). 4) è evidente che è molto meglio avere due genitori di orientamento sessuale diverso perché apportano visioni diverse del mondo dovute alla differenza di genere e questo crea una pluralità di punti di vista che aiuta senza dubbio ad equilibrare la vita del pargolo. 5) è evidente che sono meglio 2 genitori omosessuali che vogliono bene al pargolo che 2 o uno che lo maltrattano e o non se ne curano. Altrettanto chiaro è che se io fossi un giudice tra un genitore single che vuole adottar ed una coppia (di qualsiasi orientamento) preferirei la coppia, come del resto tra la coppia non fertile e quella fertile che per qualsiasi motivo volesse adottare sceglierei la coppia non fertile. La faccenda è estremamente spinosa e va affrontata in maniera poco ideologica, estremamente delicata e caso per caso. Una legge che garantisca alle coppie omosessuali di poter adottare mi sembra un primo passo, al contempo però occorre anche tenere a mente l’interesse del minore che non può scegliere. Madre natura fa già nascere tanti poveri figli in famiglie di merda (bigotti, leghisti, razzisti, anaffettivi del cazzo e tante altre belle categorie “legali”) ci manca solo che quando decidiamo noi invece del caso facciamo pure errori.

    Agnes:
    E’ una questione di figura, non di sesso. Bambini molto piccoli identificano il ruolo genitoriale, non il sesso. “Mamma” non è necessariamente una donna e “papà” non è necessariamente un uomo. Ci sono numerosi casi di figure paterne molto materne, e figure materne molto paterne. L’importante è l’equilibrio tra le due figure, che possono racchiudersi anche nella medesima persona. Il resto sono cazzabubbole.

    Biblioteca:
    ‎@ Femminismo e @ Daniela che si stupiscono della perplessità manifestata circa la possibilità per la coppia di due uomini, di poter essere genitori tanto quanto due donne, rispondiamo che ciò potrebbe forse essere possibile sotto un profilo tutto culturale, non sotto un profilo naturistico o se volete fisiologico. Certo esistono gli stereotipi sessisti ed è bene liberarsene. Ma è rischioso sganciarsi del tutto dalla naturalità o fisiologicità dell’essere UMANO MAMMIFERO, assimilabile in questo agli altri esseri ANIMALI MAMMIFERI. E qui consentiteci una sfilza di esempi. Un agnello può essere dato a due madri pecore, non a due padri montoni. Un vitello a due madri mucche, non a due padri tori. Un leoncino a due madri leonesse, non a due padri leoni. E questo si badi bene al di là del puro fatto fisiologico dell’allattamento. Chi sta a contatto con la natura e gli animali, non solo da allevamento ma anche selvatici, quindi tutti i pastori, i contadini, i cacciatori, potrebbero dirci qualcosa di più in merito, rispetto a noi che siamo invece a contatto ormai costante con libri e libri e TV e giornali, prodotti culturali che possono certamente elevarci, ma anche tradirci e fuorviarci. Progressisti sì, liberiamoci delle sovrastrutture culturali, ma non delle strutture naturali. Impariamo a distinguere le une dalle altre, non è semplice.

    FaS:
    scusa biblioteca ma a me mammifera non mi chiama nessuno. io e una mucca, con tutto il rispetto per la mucca, siamo differenti. io con una pecora non ho nulla a che fare. quel mondo tra l’altro non è libero di viversi questi eventi “naturali” come vorrebbero perché devono subire la costante ingerenza di interventi regolatori degli umani. i piccoli vengono strappati via per farteli mangiare a pasqua o tutti i giorni in forma di fetta di carne. se vuoi dedicarti a difendere la natura in quel senso accomodati e io ti appoggerò. ma qui si parla di genitorialità un figlio lo può crescere una mamma e un padre allo stesso modo. il resto sono pregiudizi e stereotipi di un anacronismo spaventoso.

    Mi Sha:
    Premetto, sono figlia adottiva e credo di aver avuto un gran culo ad avere una madre che non mi ha liquidato nella spazzatura e un gran culo a uscir dal brefotrofio trovando una famiglia che mi ha dato nuovi natali. Sono assolutamente convinta che per un bambino che vive in orfanotrofio sia meglio anche un solo genitore che sia maschio o femmina. @Paolo, pur concordando con molte cose che hai detto, vorrei sottolineare che se gli orfanotrofi sono vuoti, allo stesso tempo siamo invasi da case-famiglia (che prendono parecchi soldini per ogni bambino) stracolmi di bambini NON ADOTTABILI, quindi in solo affidamento. La non adottabilità costituisce da un lato una tutela psicologica per i genitori biologici, dall’altro una garanzia economica sia per gli stessi sia per le case-famiglia (altro che a tutela dell’interesse del bambino). E’ pur vero che se per istinto ed empatia sono assolutamente d’accordo, per quanto già espresso, all’adozione da parte degli omosessuali, ritengo la questione merita più attenzione di quella con cui viene facilmente liquidata da alcuni commenti che ho letto qui. Se continuate a vedere l’uomo e la donna come individui uguali da un punto di vista biologico, NON DI DIRITTO, ma BIOLOGICO, è una battaglia persa e non otterrete mai nulla. L’uomo ha il pisello, la donna (al di là delle palle metaforiche) no, ma ha l’UTERO. Ed è l’utero che contiene il feto, è l’utero che fa sentire alla mamma il pianto del bambino prima che inizi a piangere. Il parto non è solo la nascita di un bambino, ma un vero sconvolgimento ormonale, fisico ed emotivo della madre (vedi tutti i problemi connessi ai tanto richiesti e pagati parti cesarei). Quindi, non solo strabuzzo gli occhi, ma inorridisco anche io nel leggere che un padre può fare la madre e viceversa, è un’emerita cazzata, un vero autogol per chi, come me, desidera fortissimamente l’adozione da parte di single e gay. Significa non voler prendere sul serio il problema. L’uomo fa il padre e la donna fa la madre, la natura non si discute, almeno fin quando l’evoluzione della specie non ci condurrà all’ermafroditismo. Ben diverso è affermare che l’unico modello di famiglia adatto ad un bambino è quello composto da madre e padre, perché da qualunque parte arrivi la richiesta ritengo sia sempre espressione del desiderio di maternità o paternità che calza a pennello con il bisogno di famiglia di un orfano. D’altra parte, se sono convinta che una coppia di omosessuali, sia uomini che donne, abbiamo tutti i requisiti per adottare, vorrei sottolineare che l’adozione in Italia è estremamente difficile anche per le coppie etero, tanto che gli italiani vanno ad adottare all’estero, non essendoci stata una grande rivoluzione legislativa in merito. L’iter burocratico a cui sono costretti gli aspiranti genitori adottivi è talmente vessatorio e pregiudizievole che mi fa domandare cosa succederebbe se ogni volta che una donna rimane incinta, facessero a lei e al partner le stesse pulci che fanno ai primi. Vabbe’ il discorso come ho detto, merita tempo, energia e attenzione e io ho già doppiato il numero di caratteri disponibili. Ricordiamoci però che se la Natura non è un termometro per l’affetto, la cura e l’amore che ognuno di noi può dare, con tutte le combinazioni possibili, femmina e maschio hanno prerogative diverse e specifiche…e poi ANCHE qualche comune denominatore, vi invito a rifletterci bene.

    Agnes:
    Biblioteca, fortunatamente l’etologia umana è giusto un tantinello più complessa di quelli di pecore, mucche, leoni, castori. Se è quello il discorso, ricorda il fattore di allevamento interspecifico, cioè cuccioli di una specie allevati da specie completamente diverse all’interno della stessa classe. Ecco, quella è una cosa che l’umano a differenza del mammifero in generale non fa. Non vedrai mai una donna allevare il cucciolo di un lupo. Tutta quest’ansia di paragonare continuamente l’essere umano al mondo animale per cercare di spiegare cos’è più o meno naturale non la capirò mai. Anche perchè andrebbe fatto un bell’approfondimento etologico in tal senso prima di avanzare certi paragoni.

    Giovanni:
    Mi Sha: “la donna ha l’utero che fa sentire alla mamma il pianto del bambino prima che inizi a piangere”.
    Ma come ti viene in mente di dire queste falsità? E come pretendi che ce le beviamo?
    Ma non hai vergogna a utilizzare gli effetti speciali per far accettare le tue ubbie come “naturali” ?

    FaS:
    In termini diversi sono d’accordo con giovanni. questa della preveggenza materna è una cosa detta male. è vero che quando vivi in stretta relazione con un bambino piccolo impari a cogliere i suoi lamenti, i pianti, le urla, a interpretarli, a sentire le variazioni del suo respiro. ma questa relazione la sviluppi con il bambino perché ci vivi assieme giorno e notte e non perché noi abbiamo l’utero. E aggiungo che “l’uomo ha il pisello e la donna ha l’utero” è la cosa più divertente che io abbia letto negli ultimi mesi. se per te misha la differenza tra uomo e donna è questa non c’è solo lo stereotipo che discrimina i padri ma anche le donne e in un modo estremo. gli uomini hanno un organo sessuale e le donne sono solo corpi da riproduzione. insomma… comunque l’uomo con pisello è appurato che può fare il genitore e lo fa pure bene. il resto sono davvero una montagna di stereotipi e questo affezionarsi alla “natura” (natura di che? se i parametri e la lettura che si dà della natura è sempre quella dell’umano?) lo trovo molto pericoloso da parte di chi si dice laica.

    Mi Sha:
    Giovanni, parli in quanto possessore di utero? O rosichi perché noi donne oltre a quella grande rottura di maroni che è il ciclo, siamo artefici di un miracolo che l’uomo per natura non potrà mai produrre. Mi dispiace ma devi arrenderti, è la Natura che ci ha serbato gli effetti speciali, noi possiamo limitarci a riservare un posto in poltronissima ai padri, peccato che il più delle volte collassano. Considera che è il modo più rispettoso con cui posso risponderti 😉

    Giovanni:
    Mi Sha, parlo da padre che ha cresciuto un figlio e che sa per esperienza che la “percezione extrasensoriale” che la persona genitrice ha del figlio non dipende dall’avere un utero. A meno che io ne abbia uno.
    A mia insaputa ‎(o che presume di avere, btw, che mica è oggettiva la percezione, come mi han fatto rilevare a volte)

    Mi Sha:
    Car* Fas, il motivo per cui non andrete lontan* è che su 100 righe che uno scrive estrapolate una manciata di parole strumentali a legittimare il vostro unico pensiero, unico non nel genere ma in quanto chiodo fisso. Da chi dovrebbe difendere i miei diritti di donna francamente pretendo qualcosa di più visto che da sola produco 10 volte tanto con la metà della fatica

    FaS:
    Grazie Mi Sha, per la tua splendida sentenza. ora che ce lo hai detto ci sentiamo più serene perchè sappiamo cosa ci aspetta. buona notte anche a te. ps: non abbiamo mai detto di voler difendere i TUOI diritti di donna giacché quei diritti li declini indicandoci uno che per noi non è il nemico: il padre. Se vuoi fare quella guerra falla da sola. Noi lottiamo per difendere i diritti delle persone che sono discriminate a prescindere dal sesso di appartenenza. o prima di andare in piazza per gli immigrati dovremmo accertarci che siano tutte donne?
    E comunque Mi Sha anch’io sono possessora di utero e non ho mai avuto questa sudditanza per la natura che mi condanna ad un ruolo di cura e riproduttivo. Addirittura immaginare di poter fare miracoli escludendo dal ragionamento gli uomini. mi sa tanto da delirio di onnipotenza.

    Mi Sha:
    Si, per pochi minuti, quando ho partorito mi sono sentita onnipotente, entrambe le volte, ed è stata una gran figata. Ma questo, è ovvio, a una che considera il ruolo riproduttivo una sudditanza verso la Natura non è dato sentire. Le donne con le palle, non sono dei maschi senza il buco, ma delle femmine determinate, consapevoli e fiere della loro femminilità .

    FaS:
    E questa Mi Sha è la tua opinione e la rispetto. Tu riesci a rispettare la nostra senza demonizzarci e prevedere finanche il nostro futuro? Quello che non capisco è perché i tuoi commenti sono così ostili, quasi che ti sentissi ferita per ogni opinione che esprimiamo. Saremo libere di esprimerla senza dover sentire che il tuo mondo è certamente superiore al nostro? E per inciso “donna con le palle” è un termine che veramente non amiamo per tutta una serie di motivi. Noi siamo fiere di quello che siamo. Tu sei fiera di essere femminilmente riproduttiva e pronta a supporre superiorità perchè sei madre. Quelle che non lo sono immagino dovrebbero suicidarsi in massa e i padri dovrebbero fare altari per adorarti, un po’ come la madonna, ed è questa parte mistica, questa sublimazione del ruolo materno fino a farne uno strumento di potere e di giudizio sul resto del mondo che non ci piace. fermo restando che al di là degli stereotipi che tu indirettamente usi per definirci siamo fiere, determinate e bla bla bla senza dover imporre la nostra supponenza alle persone dell’altro genere o al resto del mondo. Noi con l’altro genere conviviamo in modo sereno e puntiamo ad una collaborazione e ad una condivisione delle responsabilità nei ruoli di cura. condivisione senza pregiudizi sapendo che un padre può esattamente ciò che può una madre se lo lascia fare e la smette di immaginarlo come un essere “inferiore”. Noi, vedi, abbiamo seriamente problemi a farci adorare. Restiamo sulla terra, con gli umani. A te la santità e a noi un sacco di cose che ti assicuro ci rendono meravigliosamente vive. ‘notte.
    ps: comunque mi piacerebbe sapere come si passa dal femminismo della differenza ad un “fiere della propria femminilità” con il culto della maternità che nemmeno ai tempi di mussolini era così vigoroso e colmo di inimicizia per le donne che non aderivano al dogma.

    Paolo:
    a me pare che fra maschi e femmine sul tema ci sia una sola differenza OGGETTIVA: che alla nascita é sempre presente una donna, mentre se un maschiio é presente é perché quella donna lo ha invitato: per conseguenza tutti i bambini si mettono in moto insieme con una donna.Per quanto il mondo potrà cambiare, su questo punto non cambierà. UN altro punto su cui non cambierà, é che i bambini piccoli hanno assoluta necessità di qualcuno che viva con loro, per un periodo piuttosto lungo. Quanto lungo potrà essere un domani oggetto di discussione, ma in ogni caso di un certo numero di anni. Quindi occorre qualcuno che se ne faccia carico in maniera continuativa. L’esperienza mostra che, ovunque e in tutte le epoche, c’è sempre un’ampia disponibilità di queste persone, legate oppure no da legami di sangue.
    A me pare che la soluzione più semplice è che alla nascita, chi lo desidera prenda un impegno formale di occuparsi del bambino, una persona, due o anche molte (una comune percjhé no? anzi lo vedrei come una bella idea), femmine o maschi (io poi sono per l’abolizione della pubblicità del genere: tu sei maschio o femmina? affari miei, te lo farò sapere se e quando lo riterrò opportuno – che lo Stato pretenda di annotare il genere delle persone lo trovo inaccettabile). Mi figuro che i genitori naturali sarebbero spesso queste persone, uno oppure entrambi. Ma anche no. Quanto alla questione degli omosessuali, semplicemnte non dovrebbe sussistere: che due persone si frequentino, vivano insieme o pratichino atti sessuali di loro gusto, è COSA LORO, su cui la società non dovrebbe avere alcuna voce in capitolo. Tu vedi due che circolano molto insieme, ma ti pare che gli chiedi “ma voi trombate?”: Lo Stato pretende di farlo, ma questo deve cessare.
    Il problema delle adozioni è un problema dello Stato e della sua brama di controllo, e non già dei bambini

    FaS:
    in tutto ciò io vorrei capire se per esempio una trans può crescere un bambino secondo alcune oppure no…

    Dolly:

    il delirio di onnipotenza delle madri..la sublimazione e la divinizzazione della maternità..mi sembra di tornare a leggere i romanzi di alcune scrittrici del periodo fascista, che misuravano il proprio essere donna sulla base alla propria capacità riproduttiva, stigmatizzando tutte quelle donne che invece restavano “incomplete”, irrealizzate, donne a metà perchè non potevano o non volevano assolvere il compito per cui la natura le ha create: la procreazione e la cura della prole. Mi accorgo con enorme stupore che questo sentimento tutto uterino delle madri è ancora molto diffuso e ora mi spiego perchè molte donne non permettono al povero malcapitato padre di turno di prendersi cura del proprio figliolo giudicandolo un incapace, perchè il figlio è una cosa loro, nato dalle loro viscere e su cui nessun altro deve mettere le mani (salvo poi lamentarsi di avere accanto un uomo nullafacente che non si occupa dei figli). Madri che diventano schiave e geishe dei propri figli, con effetti disastrosi per questi ultimi. Personalmente non ho mai partorito e dunque forse non posso capire quale meccanismo scatta nella mente di una madre, ma sinceramente non ho nessun tipo di istinto materno, non mi interessa la funzione riproduttiva della sessualità, sono lontanissima dal pensare che la femminilità si possa identificare in un utero partoriente e nonostante tutto sono una donna assolutamente equilibrata e realizzata. Complimenti come sempre per i vostri articoli e per gli interessantissimi dibattiti a cui date vita su questa pagina FaS, vi seguo moltissimo e vi stimo.

    Dorotea:
    La norma dell’essere responsabile non dipende dal fatto di essere scritta in una costituzione,o essere promulgata in legge:è dettata dalla nostra dignità,è interiore,naturale,spontanea (Kant) Come cosa c’entra? Hai l’utero,sai come funziona? usa gli “ingredienti” per farlo funzionare come vuoi tu… ma Fallo A PRIORI,NON A POSTERIORI. ti saluto,è stato un piacere avere avuto questo scambio di idee. Buon Lavoro.

    FaS:
    fallo a priori? ho l’utero fallo funzionare? ma come parli? :DDDD ma ti prego. cioè per responsabilità intendi l’adempimento ad un dovere biologico e io sarei come una fabbrica che deve rendere utile e collaudare l’efficienza della macchina. proprio no. scusa. non condivido. io non esisto in quanto utero funzionante. io esisto e basta.