[La bella e la bestia, una delle foto di Dina GoldStein della serie Fallen Princesses]
Ah, le favole. Come sono utili per insegnare qualcosa. Stavolta non c’è bisogno di commentare. Basta qualche ritocco qua e là.
Per ragioni non riassumibili in venti righe, Massimo Gramellini si ritrovò sposato a una donna vecchia, sdentata e puzzolente. Dopo il supplizio della festa di nozze, durante la quale il mostro gli aveva ruttato addosso a ogni boccone, Gramellini raggiunse la camera da letto con passi lenti da condannato. Quand’ecco spalancarsi la porta e apparire la megera, trasformata in una fanciulla incantevole. Abbracciò lo sposo e gli disse: «Sono vittima di un sortilegio. Devi scegliere: preferisci avermi orrida di giorno e radiosa di sera, o viceversa?». Il pensiero di Gramellini andò al suo amico più caro: esibizionista com’era, avrebbe tranquillamente accettato di dormire per sempre con una racchia, pur di avere una fata da esibire agli amici. Poi si immaginò la risposta del suo palafreniere, un ragazzo passionale. Lui al contrario avrebbe sfidato volentieri i commenti malevoli del prossimo, in cambio della possibilità di incontrare la bellezza fra le lenzuola. Ma Gramellini la pensava diversamente da entrambi. Disse alla sua sposa che una scelta così importante poteva spettare soltanto a lei. La strega sorrise: «Il solito imbecille. Se avessi capito qualcosa della mia libertà, te ne saresti fregato del mio aspetto già alla festa di nozze, lasciandomi libera allora. Questa storiella è la tua condanna, non la mia». La strega lo trasformò in un giornalista incapace di capire cos’è il sessismo, e tornò a banchettare a spese altrui.
(Dedicato ai maschi pieni di educazione sentimentale e capaci di evolvere, che non perseguitano le donne, che condannano chi arriva a picchiarle e addirittura a ucciderle, ma che non riescono a concepire altro che stereotipi sessisti).
Io, mi vado a rivedere Shrek (merda! sono passati già 11 anni!!! http://www.imdb.it/title/tt0126029/) .
Per quel che può valere mi unisco a chi dice di non aver capito il punto. Deve trattarsi di uno di quei casi in cui certi concetti, simboli e situazioni assumono un significato preciso per chi fa parte di una comunità o sottocultura mentre per chi viene da fuori, con tutta la buona volontà, risultano opachi.
Sarà per la prossima, vi seguo comunque con interesse. 🙂
nadir, chiunque tu sia, donna, uomo, come ti pare, qualunque sia la tua origine, con gli ultimi commenti che hai mandato (ma già i primi erano indicativi) conditi di insulti nei nostri confronti e nei confronti di Lorenzo, insulti che hanno una origine precisa perché copiano un linguaggio di persone che conosciamo bene, aggressive e petulanti, ti sei giocato qualunque credibilità. per policy del blog gli insulti vengono rimandati al mittente. dunque puoi insultare quanto ti pare ma resta il fatto che qui c’è una persona che è libera di scrivere ciò che vuole e lì ci sei tu incafonit@ perché non hai altri argomenti se non gli insulti per intervenire su questo blog.
Che ti devo dire Cyber, raccolgo sia sottili esegeti dalla lunga memoria che semplici provocatori dal linguaggio poco coerente con il loro (ribadito, come per assicurazione) genere: e continuo a credere che, se si affacciano sempre così numerosi e insistenti, abbisognino ancora di luce riflessa non disponendo di propria. Tra la comicità di chi scrive cinquanta dottissime righe per dire che con me non c’è dialogo e la pena di chi continua a dire “sono una donna! sono una donna!” cercando di convincere non si sa bene chi, mi domando infatti: dove sono, per esempio, i loro blog? Dov’è che è possibile trovare le loro battaglie, le loro idee, una parvenza di loro coerente realtà, ancorché virtuale? Non ci sono: esistono solo per reazione. Pruriti, fastidi, sbuffi, strilli, diagnosi, questo il solido contributo critico che hanno da offrire.
Cosa mai bisognerà fare per meritarsi la loro indifferenza? Non aspiro ad altro ma loro, arcigni, me la negano.
Grazie per le risate ragazzi, davvero, ma c’ho da fare. Trovatevi un hobby anche voi, su, che è arrivata l’estate.
comunque Lorenzo, l’ho sempre detto che non in certi contesti dove vige la logica di branco viene considerato che non c’è nessun nemico tanto quanto un uomo che parla in modo critico di altri uomini. un traditore, un disertore, per l’appunto. la mole di commenti di detrattori e detrattrici che sovente in questo blog hanno lasciato commenti orientati sempre e solo in un’0unica direzione, lo dimostrano. 🙂
Mah, io trovo fastidiosa la favola originale e anche la versione qui pubblicata. Forse non solo Gramellini è stato trasformato in uno che non capisce cosa sia il sessismo (e il congiuntivo)…
Le decostruzioni e/o decodifiche neo-fem di Gasparrini (e non solo le sue ovviamente – cfr il caso Toscani ad es) tendono costantemente e progressivamente a forme di accanimento ideologico dove le iniziali istanze critiche (spesso peraltro condivisibili) si disperdono miseramente in una conflittualità psicodinamica la cui origine interiore è spesso comune; nel nostro caso, di Gasparrini intendo, questa conflittualità era splendidamente messa in risalto da un vecchio post di ormai più di un anno fa; un vecchio post al quale proposi una replica che non fu accolta. Ora, non si tratta qui di ripercorrere una polemica sulla linea di moderazione dei blog che ha spesso impedito il dialogo/confronto, e neanche di delineare un quadro critico/clinico degli avvenimenti che quel tipo di approccio censorio ha determinato sul progredire del pensiero neo-fem (la questione non è risolta, basti leggere il recente post sul concetto di troll scritto da Giovanna Cosenza e le repliche di alcuni di noi), piuttosto di far presente quanto le origini di alcuni eccessi e paranoie (peraltro spesso denunciati anche dalle pagine di questo blog) covino nel nostro sentire profondo e nel corso degli anni abbiano prodotto posizioni ormai pressoché inconciliabili (cfr fikasicula vs Terragni/SNOQ); in parole spicce tutto ciò sta anche a significare che tra luziferszorn e Gasparrini non c’è possibilità di dialogo. Rimane il fatto che altri e altre, hanno qualche obiezione da porre. Per farla breve è evidente a tutti (almeno qui, credo) che lo scritto di Gramellini sia leggerino e a suo modo irrisolto, e questo sia sul piano simbolico che su quello di presa di posizione femminista o progressista che dir si voglia: nel vano tentativo di produrre critica sociale si finisce per proiettare a destra e a manca brandelli di quell’antico terrore misogino che nella strega deve sempre individuare l’essere orripilante poi esorcizzato, se necessario anche col fuoco del rogo, con l’apparire dalla dimensione angelicata di un femminile stucchevolmente buono, bello e, soprattutto, accogliente (madre/sposa). Miti e archetipi e rielaborazioni varie andrebbero però analizzati con il noto grano di sale e non decostruiti con accanimento e, come accade qua sopra, con tanto di riscrittura canzonatoria (si badi, non ho nulla contro il sarcasmo, anzi, ma attenzione a non trasformarlo nella reazionaria irrisione del nostro interlocutore perché non c’è nulla di più autoritario e coercitivo che l’atto dell’altrui denigrazione) con epiteto finale “il solito imbecille” a cui segue, sul piano psicodinamico, anche di peggio. Ecco, il problema è l’accanimento ideologico. Non c’è pace interiore Gasparrini. E l’accusa di “narcisismo” che è stata mossa, a suo modo intercetta la conflittualità irrisolta di cui sopra (il vecchio post) micidialmente presente proprio nelle ultime righe (il “di peggio”) in cui appare in tutta la sua chiarezza l’introiezione “disperata” (comprendo ma devo denunciare) di un femminile che invero non ha bisogno di cavalieri del “santo graal” né dei “sette samurai” che accorrano in suo aiuto, ma si dovrà, pena una nuova sconfitta sul piano sociale, liberare da solo.
@mammamsterdam: sono una donna, frequento questo blog, e mi inquietano un po’ i maschi che vengono a farci lezioni di antisessismo. mi sembra che lorenzo abbia fatto diverse arrampicate sugli specchi ma non abbia spiegato cosa volesse dire. se poi qui funziona che bisogna fare la claque se no sei tacciata di essere un uomo (proprio per evitare stereotipi: se sei donna devi sdilinquirti davanti al maschio antisessista che ripete ogni rigo di essere diverso dagli altri, come in chiesa) , beh, non e’ proprio il blog che dice di essere.
…….che lo sposo novello giocava a fare il figo dando a lei la possibilità di scegliere, ma che dentro di se non era disposto ad accettare il lato brutto della suo sposina no????? è chiaro che non apprezzava le sue qualità indipendentemente dall’aspetto…non credete? io ci leggo questo!
ok lorenzo. il punto era la mancanza di autodeterminazione di tutti i protagonisti della favola. non capisco molto il senso ma ci penserò. leggi anche tu con attenzione però, sono una donna.
Non ho capito la morale della favola: diritto di scelta per tutti tranne che per i maschi? Cioè io non mi posso scegliere una donna come mi pare? Bella brutta, rossa, gialla sono vittima di stereotipi. E’ evidente che viviamo in una società che impone dei criteri di bellezza, canoni cangianti ed effimeri, totalmente slegati dalla valutazione della persona in sé. Ma non è neanche vero che le persone “belle fuori” secondo gli schemi della società allora debbano essere brutte dentro e viceversa, ci sono brutti profondamente antipatici. E pensate che le donne non scelgano i loro partner su altrettanto opinabili criteri arbitrari figli del tempo, del luogo, della classe sociale, delle frequentazioni? Ma voi che fate il sabato sera? Ci andate a rimorchiare ogni tanto? Avete presente come funziona? A me sta favoletta su “la stampa” mi ha fatto schifo, e altrettanto mi fa schifo una rubrica scritta da un uomo che si chiama “cosa vogliono le donne” (cazzo ne sai tu), ma il presupposto è chiaro “il cavaliere non può scegliere”, c’è poco da lamentarsi o da voler cambiare la storia. Quella sottesa in questa favoletta è una morale profondamente vittimistica e moralista che parte da presupposti sbagliati per dimostrare qualcosa di indimostrabile. L’attrazione è cosa personale, e nemmeno tutti i condizionamenti sociali di questo mondo (né quelli patriarcali, né quelli “Anti”) basteranno a cambiare questo fatto. Ma di cosa stiamo parlando??
werfen, è semplice. Nessuno deve determinare il destino di nessun altro. L’autodeterminazione è un diritto inattaccabile. Non mi identifico nel cavaliere – e nei suoi supposti valori – perché non mi identifico in un mondo in cui “un cavaliere della Tavola Rotonda si ritrovò sposato a una donna”, bella o brutta che sia. Perché è già un mondo senza libertà, dato che la ricompensa ce l’ha solo il cavaliere. Gramellini ha scelto davvero una storia con le premesse sbagliate, del tutto inutile per lo scopo che si era prefisso, il quale era – sempre per la questione dell’autodeterminazione – già di suo molto discutibile: dire “cosa vogliono le donne”. Come se tutte le donne volessero le stesse cose, e come se lui sapesse quali.
Per parlare agli uomini, lui si mette a dire cosa vogliono le donne? Ma per favore.
Per questo – e ti prego per l’ultima volta di essere più attento quando leggi – non ho detto che Gramellini è sessista: ho detto che ha dimostrato di non sapere cosa sia il sessismo, e quindi quando ci prova parla per stereotipi.
@lorenzo: se la morale non è quella di dire che gramellini è sessista perché sotto sotto la strega non la vuole e vuole la bonazza, quale sarebbe il senso del tuo post? sinceramente, non lo capisco. poi, sinceramente, frequento questo blog ma non ricordo altri tuoi post, ma mi fa piacere che tua moglie sia bona.
werfen, la mia onestà intellettuale continua a dirmi che non ho capito cosa c’entri la ricerca della bellezza nel mio testo o in quello di Gramellini – oltre a dirmi che mia moglie “è proprio bòna”, come ho già scritto su questo stesso blog tempo fa, ricordi? No, evidentemente la tua onestà intellettuale ha la memoria corta.
Detto ciò, i testi sono leggibili e interpretabili all’infinito, quindi continua tranquillamente a leggere come vuoi e a vedere competizioni dove vuoi. Buon proseguimento.
Mammamsterdam: no, ti giuro, non lo fanno apposta, è che li disegnano così.
no mmmamsterdam 🙂 te lo dico io. forse nadir e claudio sono la stessa persona ma certamente non sono Lorenzo. E si vede. 🙂
La piantate di trattarmi male Lorenzo quando scrive cose così carine? E bacchettatelo quando scrive le schifezze, va. Comunque a questo giro Lorè, non so se mi è piaciuto di più il post o le risposte che hai dato ai commenti. Si completano, per così dire, siamo sicuri che Nadir e Claudio non sei tu sotto mentite spoglie, per dire nel commentario quello che non avevi messo nel post? no, son dubbi del sabato sera, che ti credi.
Lorenzo, è semplice. penso che colpevolizzare a priori la ricerca della bellezza sia ipocrita, perché la cerchiamo tutti, e non ci credo neanche un minuto che – tanto per tornare alla favoletta – nella vita reale tu o gramellini cerchiate la strega, né diurna né notturna, come non la cerco io. un po’ di onestà intellettuale non guasterebbe. se poi non ti vuoi mettere in gioco veramente, beh, allora so’ boni tutti a fare i santi dietro lo schermo.
altro è poi discutere del canone estetico veliniano, ma penso che nessuno che frequenti questo blog aderisca a questo canone. comunque, ben venga la competizione maschile su chi è più antisessista, è già un bel passo avanti
werfen, davvero, c’ho pensato parecchi minuti ma non ho capito cosa c’entri la bellezza, e in particolare la bellezza del proprio partner, con questa storia. Potresti spiegarmelo – per assurdo ovviamente, non mi interessa.
Claudio: vittimismo e frustrazione. Deve essere triste trascorrere il sabato chiuso a comunicare la solita ossessiva ostilità contro FaS e gli uomini che la pensano diversamente da te.
ps: Lorenzo questo pezzo di satira è un capolavoro. grazie! 🙂
mi sembra tutto molto ipocrita, sia gramellini che la versione qui. il bello piace a tutti, a me per esempio piacciono gli uomini belli e sto con un uomo bello. e poi il bello è personale, e la dittatura non va bene, ok. ma questi due signori pubblicassero la foto delle loro partner (per assurdo ovviamente, non mi interessa) o delle donne che gli sono piaciute nella vita. che male c’è nell’essere tutt* liber* di amare il bello, e di cercare il bello che piace a noi?
Grazie Claudio, sei ‘na sicurezza anche di sabato. Così mi piaci, disobbediente e ribelle sempre e comunque 😀
Sono perfettamente d’accordo con Nadir, non c’è peggior “maschio” di quello che vuole apparire migliore degli altri!
Anche a me la storiella riportata da Gramellini non ha convinto granché: gira gira, passa sempre ill messaggio che in una donna è la bellezza ad essere importante, e qui la bellezza della strega / fata è ricompensa per la risposta furba del principe.
Non ci siamo…
appunto, ho scritto “ripeterCElo”, quindi il paragone con “gli altri maschi” era intenzionale. non me n’ero accorta. complimenti.
“contro-favola” semplicemente stupenda…… 🙂
sono una donna, ma evidentemente il tono del mio posto non è abbastanza femminile per i tuoi canoni. beh, mi consola, c’è qualcosa che non puoi insegnarci.
E’ esattamente l’impressione che fa, agli “altri maschi”, il pensiero e la parola antisessista. Io scrivo agli uomini e per gli uomini, perché è quello che conosco; non ho mai preteso di capire “le femmine meglio delle femmine stesse”. Grazie per avermi dato l’occasione per ribadirlo.
si gasparrini, l’abbiamo capito che tu NO, che solo tu capisci le femmine meglio delle femmine stesse, non fai che ripetercelo e ogni volta che lo ripeti sembri un po’ più compiaciuto. ma mi hai un po’ stancato, non so perché, il tuo mi sembra narcisismo e desiderio di affermare la tua superiorità sugli altri maschi.