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#terremoto: nuove speculazioni e quei morti di cui si tace la nazionalità!

E’ un’altro Abruzzo. Shock Economy. Chissà quanti sono in attesa di poter mettere le mani sugli appalti per la ricostruzione e quanti hanno voglia di far partire la macchina degli “aiuti” con raccolta soldi con sms, numeri cc (le grandi lobby che si spendono per il sociale dopo che t’hanno schiacciato con l’obbligo dei consumi), e quanti hanno voglia, di nuovo, di urlare allo sciacallo per dare una ulteriore mazzata agli immigrati e per militarizzare la zona, con una gestione della protezione civile privatizzata e aziendale che gestisce fondi di cui nessuno sa nulla.

E nel frattempo le case, soprattutto i capannoni, inadeguati, crollano, sulla testa di gente, molti operai, molti immigrati, la cui nazionalità oggi viene celata (perché se non fanno brutte cose non si dice), nella giornata in cui gli stranieri conseguono una cittadinanza che nessuno ha loro riconosciuto mai, ricattabili, con quei permessi di soggiorno dati solo a patto che accettassero determinate condizioni di lavoro, ultimi tra gli ultimi, a fare la fortuna di tanti imprenditori italiani mentre c’è chi dice che “rubano il lavoro agli italiani”. E oggi così come nei giorni scorsi hanno rubato agli italiani quella morte che li ha presi in pieno, mentre restavano a guadagnarsi il pane dentro capannoni di cartapesta che ad ogni scossa si sono accartocciati come niente. Male per tutti, per gli imprenditori che perdono e saranno risarciti, salvo per i morti i cui familiari si spera non debbano essere rispediti altrove. E delle scosse delle settimane scorse si sa che tra i morti aveva provocato quella di immigrati, operai anche loro, qualcuno in attesa di ricongiungimento familiare e lì ci si chiedeva moglie e figli quale fine avrebbero fatto.

In ogni caso già dal terremoto in Abruzzo si è capito che queste brutte vicende non si possono lasciare in mano a chi ci specula per monopolizzare, accentrare poteri ed arricchirsi e sono tanti i luoghi, i collettivi, i centri sociali, nei quali riparte la raccolta aiuti e da lì si rimetteranno in moto le brigate di solidarietà attiva e gruppi di aiuto che si organizzeranno e partiranno per prestare soccorso alle popolazioni locali.

Qualunque annuncio, qualunque appello, appuntamenti per raccolte, organizzazioni e varie, diteci e per quel che possiamo daremo un contributo.

Diteci se va tutto bene o se no e se possiamo esservi utili. E tutta la nostra solidarietà nei confronti di chi sta vivendo lutti, dolore e preoccupazioni e di chi è costrett@ oggi a vivere fuori casa in condizioni di sacrificio e sofferenza.

Posted in Omicidi sociali, Pensatoio.