[Nella foto Vanessa Scialfa]
Giovanni Scialfa aveva diffuso un appello su facebook che diceva:
“A tutti gli amici di facebook,vi prego di diramare questa foto,è mia figlia non abbiamo notizie da martedì 24 Aprile,vi prego di fare più annunci possibili in modo di potere scongiurare il peggio,eventualmente potete chiamare ai numeri qui di seguito xyxyxyxyxyxyxyxyx oppure direttamente ai carabinieri o qualsiasi altre forze dell’ordine. Vi ringrazio tutti per la collaborazione”
In questo momento la sua bacheca è piena di messaggi di cordoglio di amici, conoscenti, persone che avevano contribuito a diffondere il suo appello.
E’ finita, purtroppo, come immaginavamo. Vanessa, la giovane ragazza di Enna, è stata trovata morta. Dalle cronache pare che il convivente abbia confessato di averla strangolata e uccisa, poi buttata dal cavalcavia e infine ne abbia denunciato la scomparsa mentendo sul fatto che lei si fosse allontanata. Vent’anni sono troppo pochi per morire in questo modo e questo delitto rimanda a quell’altro di Stefania e per entrambe si leva forte l’urlo di questi padri distrutti dal dolore.
Il papà di Vanessa l’ha cercata per giorni, ha messo appelli su facebook, ha fatto di tutto e deve essere una tragedia enorme sapere che c’era lui, quell’altro, il convivente che sapeva e non ha avuto neppure il coraggio di dire ai genitori, ai quali dedichiamo un grande abbraccio, dove trovare quella figlia per consentire loro di sottrarre il corpo alle intemperie, al fango, a tutto.
Come fanno questi uomini a mentire così bene dopo aver ucciso una donna, la loro compagna, quella che dicevano di amare? Quanti sono gli uomini che denunciano affranti la scomparsa della propria compagna e poi si scopre invece che l’hanno uccisa e hanno semplicemente tentato di occultarne il cadavere? Di cosa hanno paura? Forse dei rimorsi. Forse dei genitori di quella figlia massacrata senza una ragione che non sia il delirio di onnipotenza di chi pensa di essere Dio. Di chi pensa di avere potere di vita e di morte su una ragazza considerata come una proprietà e che avrà avuto forse la pessima idea di dirgli di no, disobbedire, voler smettere, finire, lasciarlo, forse.
Di cosa ha paura un uomo così? Del padre di Vanessa, di se stesso o forse delle donne, di tutte le donne, inclusa quella (la nostra amica Antonella) che ha scritto un post che sta girando da molte ore in rete…
Difendiamoci. Difendetevi.
Ciao anche a te, Vanessa. Salutaci le altre, le tante altre vittime (#54 dall’inizio del 2012) che sono andate via allo stesso modo e di’ loro che ci mancano. Ci mancate tutte!
Ricorda anche a me Stefania e non solo lei, ma tutte le donne, le troppe che sono morte e che continuano a morire in italia nell’omertà più assoluta. Ora Basta!
Vicenda molto triste. Chissà se questo è stato un atto senza precedenti- o se si trattava già di una persona violenta? Purtroppo le donne ancora sono molto vulnerabili davanti a situazioni del genere. Forse sarebbe utile se fin da bambine, ci insegnassero che la gelosia, l’alzare la voce e le minacce sono inaccettabili, e che certi comportamenti non hanno scuse. Forse allora più donne saprebbero riconoscere i primi segnali che poi portano a violenze del genere.