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Razzismi italiani: se non ti posso usare ti mando a morire!

Bisogna capirsi: rinchiudere le persone in un lager per via della loro etnia è razzismo. I Cie, centri di identificazione ed espulsione, non hanno nulla di civile e umano. I Cie non dovrebbero esistere in una società che presume di poter vantare caratteristiche di modernità.

Non è la prima volta che succede ma non ci sorprende nemmeno che un uomo appartenente alle forze di polizia sia stato arrestato con l’accusa di concussione sessuale, per avere, cioè, richiesto favori sessuali a due donne straniere in cambio del permesso di soggiorno. Quando la libertà di una donna passa attraverso il ricatto di un uomo che abusa del suo poter per poter stuprare non c’è dignità, libertà, democrazia. Si diceva fosse una cosa accaduta nelle carceri libiche di quel Gheddafi tanto celebrato all’epoca del governo di Berlusconi. Ma noi evidentemente non siamo poi così diversi e ricatta oggi e stupra domani tra leggi xenofobe e lager razzisti il diritto di cittadinanza per le donne passa sempre e solo per la vendita del loro corpo.

C’è Gloria, una delle recluse in un Cie, che è anemica, obesa, con la tiroide che non funziona bene, ha l’Aids e chiaramente non interessa a nessuno ricattarla o chiederle favori sessuali per garantirle la permanenza in quella prigione e allora invece che curarla, come si dovrebbe per prestare soccorso ad una persona che altrimenti, al suo paese sprovvisto di terapie e cure disponibili per le persone povere, è condannata a morire, si rimanda indietro, si espelle, si butta via, si manda a morte.

Ora sappiamo che se una straniera è sana si tiene in vita e entro un recinto fatto di pressioni, ricatti e discriminazioni per consentire ad un uomo in divisa di fotterla e sputarle addosso e se ha una malattia invece si condanna a morte. In Italia le donne straniere servono solo se sono utili all’uccello di un uomo di quel genere?

Posted in Anticlero/Antifa, Omicidi sociali, Pensatoio.