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Sentenza: ti condanno perché non ce l’hai efficiente!

C’è una sentenza che giudica impotente un uomo e gli addebita la responsabilità del divorzio perché avrebbe mentito alla ex moglie su questo aspetto.

Si tratta di un tribunale civile, dice l’articolo, e non della sacra rota. Dunque non si spiega come mai sia così fondamentale che un uomo sia “potente”, ovvero in grado di generare figli, per poter convolare a nozze.

Ciò che voglio dire è che un uomo viene spesso assolto quando c’è di mezzo uno stupro, un maltrattamento inflitto ad una donna, una violenza, e viene condannato perché non può avere figli? Sarebbe questo il motivo sociale per cui l’uomo merita una condanna?

Alla fine si tratta – non so – credo di stabilire poi chi ha torto e chi ha ragione e non ho idea di cosa questo comporti sul piano pratico della separazione. Immagino una questione di pecunia. Però di fondo nell’articolo c’è odore di retorica da inquisizione cattolica.

Lui non può avere figli e non glielo ha detto e di lei si parla come di una che lo ha tradito ma per una ragione plausibile. E l’odore di argomenti da Forum, quello di Rita Dalla Chiesa, con lo stesso carico di tamarragine, i clichè e le regole di convivenza civile che sembrano prese dal medioevo, si sente lontano un miglio.

Fondamentalmente dalla sentenza si è concluso che:

a) l’unica ragione accettabile socialmente per cui una donna può fare sesso con un altro è l’impotenza del marito (intesa come impossibilità a generare figli);

b) l’unica ragione socialmente accettabile per cui un uomo merita la gogna è il fatto di non poter generare figli.

Da cui deriva che: Le donne sono uteri in cammino che se non vengono inseminate nell’ambito del matrimonio hanno quasi il dovere di andare a cercare seme altrove; gli uomini sono spermatozoi efficienti sui quali resta visibile il marchio della NON virilità qualora lo spermatozoo non compie il suo dovere. In pratica sono soldati della riproduzione. Entrambi. Ovvero questa sentenza legittima ogni altra decisione per cui ad una donna si può fare di tutto e di più per obbligarla a “non vedere sprecata” la sua “potenza” riproduttiva.

Avesse detto lei che andava a fare sesso con un altro per il suo piacere giacché lui non era poi così compatibile l’avrebbero già lapidata. Avesse detto lei che si voleva separare perché lui la maltrattava le avrebbero imputato perfino la calunnia. Avesse detto lui che non voleva avere figli (e qui neppure si sottintende, giammai, una ipotesi del genere) sarebbe stato condannato moralmente per spreco di seme (pena: la riproduzione coatta!). Avesse detto lei che si separava perché lui voleva 11 figli e lei nessuno l’avrebbero crocifissa in pubblica piazza. Invece essendo degna rappresentante di una mentalità mussoliniana, orgogliosa aspirante madre italica allora è tutto ok.

Ne viene fuori che ci sono uomini  che possono legittimamente esigere la proprietà della moglie salvo quando vengono patologizzati per l’inefficienza dello spermatozoo. E mi vengono in mente solo le tante volte in cui ho sentito uomini vantarsi di aver messo a segno un colpo, i complimenti e le pacche sulle spalle per essere tiratori scelti, e altre metafore del genere per sottolineare l’espressione di “potenza”, o di potere, di un uomo, quando egli può fecondare una donna. Mi viene in mente anche altro, e penso a quella potenza che diventa stupro per pulizia etnica, ma si tratta di un altro piano e comunque del fatto che un uomo in questa società vale se dimostra di “farsi onore” e rappresentare bene la categoria maschile, altrimenti viene giudicato inutile e senza diritti.

A me pare perciò che questa sentenza sia una sconfitta per entrambi. Per lei ché si autoproclama in quanto utero insoddisfatto e definisce il valore di un uomo in base alla sua “capacità” di generare. Per lui che cercava rivalsa per poter imputare l’adulterio alla ex moglie e si è ritrovato con un marchio di “impotenza”. Medioevo, appunto.

Posted in Anti-Fem/Machism, Omicidi sociali, Pensatoio.


3 Responses

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  1. Mary says

    Condivido. Gli uomini poi dovrebbero sovvertire il patriarcato perchè danneggia anche loro.
    Mi ha dato stizza e non poco il fatto che lei venga giustificata perchè si cerca figli da un altro uomo, mentre se una ha il marito potente e superdotato ma egoista che non l’appaga e lei decide di tradirlo viene condannata a livello sociale perchè va a cercare l’orgasmo. Il problema non è l’impotenza ma il fatto che in italia il sesso conuigale viene visto come un dovere e spesso le coppie cadono nella monotonia e tradizionalismo e il sesso non piace più.
    Conosco coppie che preferivano fare “le zozzerie” (in senso buono) con l’amante o prostitute perchè farle con il partner apriti cielo si vergognavano. Bisogna eliminare poi il dovere coniugale perchè se ci pensate funge anche come attenunante allo stupro e violenza domestica e spesso ci sono giudici che assolvono i mariti violenti che usano le botte o lo stupro contro la moglie perchè lei non adempieva ai doveri di moglie.

  2. Mary says

    Il patriarcato è pericoloso anche per gli uomini. Ha imposto al genere maschile stereotipi umilianti, irraggiungibili frustranti.
    In questa società ad un uomo viene perdonato uno stupro ma non quando questo non è capace di avere un erezione. Perchè nelle società patriarcali l’uomo è buono solo per fare figli e per dimostrare agli altri uomini che è virile. E’ una cultura molto simile a quella fascista.
    Purtroppo in Italia (non so altrove) il sesso è coniugale è ancora visto come un dovere e non come un piacere così diventa una routine, forse per questo motivo che molte persone non provano più piacere ad avere rapporti all’interno del matrimonio allora sorgono quelle situazioni che la sessuologia patologizza per fare guadagni con viagra blu o rosa: l’impotenza o la frigidità. Bisognerebbe cominciare a vivere il sesso sempre come un piacere e non come atto x soddisfare l’altro o per fare figli. E poi diciamolo, la storia del “dovere coniugale” va cancellata perchè potrebbe fungere anche come attenunante allo stupro domestico.
    Io non mi sono mai sposata però convivevo ed è uguale e vi posso assicurare che il sesso diventa una routine e non c’è nulla di più noioso che poi diventa veramente inevitabile la scappatella (per questo che un pò me la sentirei di giustificare chi tradisce perchè non è appagato ma perchè nessuno giustifica invece quelle donne che tradiscono perchè il marito potente e superdotato non le appaga per egoismo?). Il problema è che le coppie italiane non sono impotenti ma “patologicamente” tradizionaliste a letto sopratutto a causa dei retaggi della chiesa cattolica(talebana).
    Ho sentito di coppie che a letto fanno sempre la posizione del missionario malgrado le fantasie vadano oltre e poi vanno dagli amanti a sfogarsi e fare quello che con il partner non farebbero mai x vergogna. Il problema non è l’impotenza ma sono i retaggi della chiesa cattolica. Quell’uomo non è impotente biologicamente ma reso impotente dalla gabbia sociale che vuole il sesso finalizzato alla procreazione e alla monotonia.

  3. Federico says

    c’è altro dietro il titolo di quell’articolo: essere impotente viene sostituito, come termine, all’essere sterile. Qui il messaggio è che si condanna non l’uomo incapace di procreare ma quello incapace di fare sesso. C’è una chiara distorsione della notizia di cui ci si dovrebbe domandare lo scopo…