L’intervento di Massimo per la categoria delle “Memorie collettive”. Buona lettura!
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Questa è la mia testimonianza sul 15 Ottobre.
Mi ritrovo oggi a dover assistere ad una farsa annunciata. Sono sconvolto, non tanto dai mass media (chi ha un minimo di esperienza sa cosa succede dopo una manifestazione andata male dal punto di vista dell’ordine pubblico) ma dal fatto che tanti compagni/e cadano letteralmente dalle nuvole.
Quando si indice una manifestazione contro le banche e la rovina del capitalismo, senza servizio d’ordine, senza un obiettivo pratico che uno, come si può scampare alla violenza massiccia e cieca? (non lo dico io che sia stata cieca, lo dicono le scritte sui muri di Via Cavour: “Spacca cose a caso”).
Non criminalizzo le frange violente dei cortei (non l’ho fatto il 14 Dicembre, non l’ho fatto con gli operai Fincantieri, non lo farò con i/le ragazzi/e del 15 ottobre), perchè queste sono generate dal disagio sociale, dall’emarginazione, dall’assenza di una politica che punti a cambiare realmente le cose.
E qui arrivo al punto: l’uso della forza nelle manifestazioni deve avere un obiettivo, se non ce l’ha e si sfoga a caso ci vanno di mezzo anche compagni/e teoricamente d’accordo con l’uso della forza, paradossalmente.
Ieri io ero inquadrato (letteralmente) nello spezzone di un partito minore della sinistra, avevamo un servizio d’ordine efficiente e a nessuno è successo nulla. Se fossimo stati in testa, senza servizio d’ordine, io me la sarei cavata (ho 24 anni e so correre, quando serve) ma la signora alla mia sinistra? L’anziano alla mia destra? Loro sono indignati e incazzati quanto me, no? E che fine avrebbero fatto in quella bolgia?
Mi spiace, ma non credo che lasciar sfogare la piazza sia una tattica valida, la violenza va usata ma deve essere concentrata e incanalata, sono fascista? A questo punto proprio non lo so.
Massimo