Antonio ha beccato una lotta delle donne brasiliane contro l’immagine sessista che viene data di loro attraverso uno show (Cafè Central) e un personaggio (Gina, quella che vedete nel video) dal quale si sentono insultate. Siamo in Portogallo e c’è dietro una storia di colonizzazione e un retaggio culturale misogino contro il quale queste donne si stanno opponendo.
Hanno realizzato e diffuso Il Manifesto delle donne brasiliane in Portogallo e Antonio lo ha tradotto (Grazie!) e ci ha dedicato anche un paragrafo che racconta quello che lui ha visto e vissuto in quella terra. Buona lettura!
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Da italiano che ha vissuto in Portogallo fino a pochi mesi fa, che lo ha girato in lungo e largo, dai piccoli villaggi alle città, posso comprendere benissimo quello che queste donne stanno provando.
In Portogallo, l’uomo e la donna comune, pensano veramente che tutte le donne brasiliane siano prostitute o facili prede. Lo stesso vale per discriminazioni che riguardano l’orientamento sessuale. In Portogallo è paradossale come ad esempio ci sia la possibilità di unirsi in matrimonio tra persone dello stesso sesso, ma per strada l’omofobia o il nascondere le proprie preferenze sessuali è peggio che in Italia.
I riferimenti che questo manifesto fa ai retaggi coloniali del Portogallo è una caratteristica, a mio avviso, non trascurabile. Il Portogallo è un paese geograficamente piccolo, inoltre con pochi abitanti. È un paese diventato grande e ricco con le innumerevoli colonie conquistate nei secoli scorsi, oggi è decaduto. La sua influenza è ancora molto sentita nelle ex colonie come il Brasile, l’Angola, il Mozambico, etc. e l’atteggiamento di alcuni portoghesi è ancora quello dei vecchi conquistatori nei confronti di questi immigrati.
Sono andato a cercare su youtube i filmati di questo programma di animazione “Café Central”, ho visto Gina, veramente un personaggio maschilista, di cattivo gusto ed offensivo. Inoltre i personaggi sono tipo sei e lei è l’unica donna di tutta la serie, non c’è nessun altro personaggio femminile.
Antonio
Gina in Portoghese: http://www.youtube.com/watch?v=epwaOlGjqP4
pagina facebook: http://www.facebook.com/pages/Manifesto-contra-o-preconceito-%C3%A0s-Brasileiras/150678238354784
blog: http://manifestomulheresbrasileiras.blogspot.com/
Manifesto per ripudiare i preconcetti nei confronti delle donne brasiliane in Portogallo
Con questo manifesto, vogliamo manifestare la nostra condanna ai preconcetti nei confronti delle donne brasiliane in Portogallo e esigiamo che vengano presi provvedimenti da parte delle autorità competenti.
In pratica, ci riteniamo infastidite dall’immagine che la società portoghese dà alle donne brasiliane, marchiandole come “ipersessuali” o “ninfomani”.
Da violenza simbolica questo si trasforma in violenza fisica, psicologica, morale e sessuale. Diverse ricerche di diverse organizzazioni, hanno dimostrato come, questi preconcetti, siano causa di violenza nei confronti delle donne brasiliane in Portogallo.
Il marchio della ninfomania risale all’antico immaginario coloniale che vedeva le donne delle colonie degli oggetti sessuali, schiave sessuali e caratterizzate da una sessualità esotica e bizzarra.
Possiamo fare l’esempio della triste esperienza della sudafricana Saartjie Baartman, mostrata nell’europa del XIX secolo, come il simbolo della sessualità anormale. In Portogallo, purtroppo, questo immaginario coloniale, è ancora utilizzato nella comunicazione sociale.
Ci sarebbero parecchi esempi da fare, ma ci limitiamo al più recente, che ha motivato un gruppo di circa 140 donne e uomini, di nazionalità differenti, a mobilitarsi, cominciando dai social network, per scrivere questo manifesto così da sensibilizzare le diverse organizzazioni dell’opinione pubblica. Il personaggio in questione è “Gina”, nel programma di animazione “Café Central” in onda su RTP (la RAI portoghese). Il personaggio è l’unica donna del programma, con un forte accento brasiliano, che rappresenta la donna brasiliana immigrata in Portogallo. Gina viene considerata una prostituta e maniaca sessuale dai personaggi maschili del programma. Si tratta di mancanza di rispetto nei confronti delle donne brasiliane, che sfocia nel razzismo considerandole inferiori, etichettandole pubblicamente, su supposte caratteristiche fenotipiche, comportamentali e culturali comuni. Si tratta di mancanza di rispetto nei confronti di tutte le donne, di maschilismo e sessismo, perché ridicolizza la sessualità e la libertà individuale delle donne.
Si tratta altresì di mancanza di rispetto nei confronti delle professioniste del sesso, perché si ironizza su questo lavoro, ridicolizzandolo a mo’ di barzelletta; è inoltre un lavoro legale in portogallo che viene deriso. Ricordiamo che inoltre il programma viene trasmesso dalla TV pubblica, che non dovrebbe assolutamente diffondere valori che feriscono i diritti delle donne e della dignità umana in generale.
Esigiamo che le autorità facciano rispettare la “convenzione per l’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne” (CEDAW), siano esse Portoghesi o Brasiliane.
Ricordiamo anche il “memorandum d’intesa tra Brasile e Portogallo per la promozione dell’uguaglianza di genere”, che serve a “risolvere e coniugare gli sforzi per avanzare nell’implementazione delle misure necessarie per eliminare la discriminazione contro le donne di ambo le nazioni”.
Coordinamento del manifesto: http://manifestomulheresbrasileiras.blogspot.com/
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Manifesto em repúdio ao preconceito contra as mulheres brasileiras em Portugal
Vimos por meio deste, manifestar nosso repúdio ao preconceito contra as mulheres brasileiras em Portugal e exigir que providências sejam tomadas por parte das autoridades competentes.
Concretamente, apontamos a comunicação social portuguesa e a forma como, insistentemente, tem construído e reproduzido o estigma de hiper sexualidade das mulheres brasileiras. Este estigma é uma violência simbólica e transforma-se em violência física, psicológica, moral e sexual. Diversos trabalhos de investigação, bem como o trabalho de diversas organizações da sociedade civil, têm demonstrado como as mulheres brasileiras são constantemente vítimas de diversos tipos de violência em Portugal.
O estigma da hiper sexualidade remonta aos imaginários coloniais que construíam as mulheres das colônias como objetos sexuais, escravas sexuais, e marcadas por uma sexualidade exótica e bizarra. Cita-se, por exemplo, a triste experiência da sul-africana Saartjie Baartman, exposta na Europa, no século XIX, como símbolo de uma sexualidade anormal. Em Portugal, esses imaginários coloniais, infelizmente, ainda são reproduzidos pela comunicação social.
Teríamos muitos exemplos a citar, mas focaremos no mais recente, o qual motivou um grupo de em torno de 140 mulheres e homens, de diferentes nacionalidades, a mobilizarem-se, a partir das redes sociais, para escrever este manifesto e conseguir apoio de diferentes organizações da sociedade civil. Trata-se da personagem “Gina”, do Programa de Animação “Café Central” da RTP (Rádio Televisão Portuguesa). A personagem é a única mulher do programa, a qual, devido ao forte sotaque brasileiro, quer representar a mulher brasileira imigrante em Portugal. A personagem é retratada como prostituta e maníaca sexual, alvo dos personagens masculinos do programa. Trata-se de um desrespeito às mulheres brasileiras, que pode ser considerado racismo, pois inferioriza, essencializa e estigmatiza essas mulheres por supostas características fenotípicas, comportamentais e culturais comuns.
Trata-se de um desrespeito a todas as mulheres, pois ironiza/escarnece sua sexualidade, sua possibilidade de exercer uma sexualidade livre, o que pode ser considerado machismo e sexismo. Trata-se, ainda, de um desrespeito às profissionais do sexo, pois ironiza o seu trabalho, transformando-o em símbolo de deboche/piada/anedota, sendo que não é um trabalho criminalizado em Portugal, portanto, é um direito exercê-lo livre de estigmas. Destacamos que o fato é agravado por se tratar de uma emissora pública, a qual em hipótese alguma deveria difundir valores que ferem o direito das mulheres e da dignidade humana.
Exigimos, das autoridades competentes, que se faça cumprir a “CEDAW – Convenção para a Eliminação de Todas as Formas de Discriminação Contra as Mulheres”, da qual tanto Portugal, como o Brasil, são signatários. Destacamos, também, o “Memorando de Entendimento entre Brasil e Portugal para a Promoção da Igualdade de Gênero”, no qual consta que estes países estão “Resolvidos a conjugar esforços para avançar na implementação das medidas necessárias para a eliminação da discriminação contra a mulher em ambos os países”.
si capisce bene o male che fa dei giochi di parole tipo “lavvoro in un area haem ….” i clienti sono soddisfatti ecc. ma i sottotitoli sarebbero stati carini cara buceta sicula 🙂