C’è un quarantunenne, con un buon lavoro, potrebbe andare altrove e invece vessa i genitori, picchia la madre e pretende di trovare tutto pulito, pronto e a posto. I genitori a quel punto si rivolgono al giudice e il giudice che fa? Tenta di ricomporre. In che modo non si capisce. Che forse la madre aveva chiesto un affitto o un pagamento? No. Lei e il marito vogliono che il figlio si tolga dalle balle e li lasci in pace. Dunque in questo caso al giudice bisognerebbe dire: ma lo sapete si, che ne abbiamo abbastanza di questa storia delle ricuciture forzate, le ricomposizioni obbligate, per tenere attaccate famiglie in cui chi ha la voce più grossa tiranneggia tutti gli altri?
Questo, credo più di altri, è stato l’anno in cui tante madri sono morte per mano di figli adulti che pretendevano dalle madri di tutto, dalle pensioni al camerierato, sempre depressi, ovviamente, che mai si dica che un assassino sia altro che un povero malato da accudire, ancora da rinviare ad altri ruoli di cura, così da fargli sterminare pure il resto della famiglia.
In molti casi però è anche vero che sono le madri che tengono i figli attaccati alla gonna. Anzi ci sono genitori che nei confronti dei figli diventano dei veri e propri stalker, causando ai figli, quelli che si rendono indipendenti e che non vogliono avere mamme o padri tra le scatole, non poche difficoltà. Perché in generale chi si ritrova in una struttura sociale obbligata, non scelta, e questo vale a maggior ragione per i figli, come la famiglia, dovrà pur contare sul fatto che in età adulta tutti riescano a vivere senza coltivare o giustificare dipendenze di nessun tipo.
Esistono tanti nuovi uomini, per fortuna che realizzano percorsi propri che non passano attraverso la sostituzione della madre con un’altra donna ma esistono, purtroppo, molti più individui che non mollano il privilegio di avere una madre a tutto servizio salvo quando incontrano una povera disgraziata che a furia di lusinghe si fa convincere che lei è specialissima e che dunque sarà per lei un onore, un vanto, un orgoglio, un incarico di prestigio quello di assolvere alle funzioni espletate fino al giorno prima dalla madre suocera.
Uomini che ti incontrano e che dopo qualche mese ti chiedono di vivere assieme, che solo quella può essere la condizione per cui loro lasciano la casa della madre. Non altrimenti che così. Poi si sorprendono perché le donne li rimandano al mittente.
Poi esistono femminazze che aggiungono sale alla questione. Perché a guardare uomini così, dicono, va a picco la libido, preferiscono la masturbazione o altri lidi differenti. Hanno le zone erogene che vanno in sciopero e dichiarano di provare un senso di repulsione rispetto alle lusinghe di chi vuole intrappolarti a succedere alla suocera. Magari sotto la sorveglianza della medesima come avveniva e forse avviene ancora.
Sarà per questo che i neomaschilisti ce l’hanno tanto con le donne, con le ragazze, con le femministe, con quelle che non si lasciano ingannare e che vogliono restare indipendenti senza essere coinvolte in questi scarti di relazione asservite al vecchio modello maschile. Quello che fino a qualche tempo fa trovava legittimazione sociale e ora tenta di riconquistarne, lui che non sa allacciarsi da solo neppure le scarpe, che vuole il regresso del diritto di famiglia e si oppone al divorzio o fa la guerra per tenere la ex moglie legata al cappio sottraendole i figli o l’ammazza fisicamente, dato che i delitti in famiglia sono aumentati e di parecchio (#104 uccise da uomini nel 2011, che non è ancora finito). Lui che vuole che le donne non abbiano una indipendenza economica con la complicità di ministri che elaborano un welfare che le renda dipendenti, costrette a dipendere da mariti, padri e perfino figli.
Tutto ciò ha molto a che fare con la precarietà delle donne, con il mondo del lavoro, con le opportunità mancate e con tutta una organizzazione sociale che continua a colpevolizzare le donne che non si vogliono prendere “cura” (gratis) di nessuno fuorché di se stesse.
Il quarantunenne che non sa azionare da solo neppure la lavatrice non solo non ecciterebbe nessuna ma è proprio l’esempio di un modello maschile da rottamare, che non dovrebbe esistere più, dato che gli uomini devono imparare a fare da soli e a smettere di sfruttare le donne per il proprio benessere.
Solidarietà alla madre di questo pessimo individuo e solidarietà ai figli che tentano di essere indipendenti e si trovano ad affrontare altrettante difficoltà.
ciò che è sbagliato e maschilista è obbligare una donna a stare in cucina dicendo che quello sarebbe il suo “habitat naturale” come dice ultimastrega
X l’ultimastrega, sì ok però io che la coppia possa essere amore e sostegno reciproco a letto e fuori dal letto ci credo ancora, e se si fanno dei sacrifici (ogni impegno, non solo il matrimonio, comporta rinunce, va da sè che nella coppia, non deve essere sempre e solo uno dei due a sacrificarsi) devono essere consapevoli e mai fine a se stessi, ma sempre per ottenere qualcosa di buono, di desiderabile (fosse anche la felicità della persona amata): l’ottica del “sacrificio per il sacrificio” non è la mia e non voglio che sia quella della mia compagna, perchè gli uomini italiani che cercano una compagna e non una mamma o una badante ci sono, e ci sono anche quelli disposti a coadiuvare nei lavori domestici (ogni coppia si regola come vuole e può, ma se entrambi lavorano fuori casa credo che dividersi i lavori di casa e la cura dei figli sia doveroso e anche il welfare dovrebbe aiutare i neogenitori nella conciliazione tra lavoro e famiglia)
quanto alla cucina, bè cucinare è un’ attività non solo necessaria, ma piacevole sia per un uomo che per una donna. sono tanti gli uomini e le donne a cui piace cucinare per sè, per i familiari e sovente è una passione che si può trasformare in un lavoro retribuito.
antonella, non credo che fasst intendesse dire nulla di tutto ciò. parla della depressione come giustificazione per gli assassini esattamente come fai tu 🙂
Concordo con gran parte dell’articolo. Quello che non condivido ( se ho ben capito) è che tu consideri gli assassini dei malati depressi da curare: io non cedo a questa giustificazione, non credo sia così. Tra l’altro conosco casi di ragazze stuprate in famiglia cui gli psichiatri hanno “suggerito” (cioé imposto) di non denunciare il fratello/padre. Quindi se parliamo di ricostruzione forzata dei legami famigliari-sociali, direi che la psichiatria né è la peggiore arma sociale, col risultato di far “impazzire” ulteriormente la vittima, tra impossibilità di fuga e sensi di colpa.
Per quanto riguarda l’articolo, molto bello e condivisibile.
O.T. vi segnalo che sul blog di Beppe Grillo stanno cercandodi legalizzare la prostituzione. Chi di voi non è d’accordo (e spero siate in tante) prego di andare a commentare. Vorrei ricordare che è statisticamente provato che nei paesi dove i bordelli sono legalizzati, aumenta sia la violenza sulle donne (che è appunto considerata “normalmente una prostituta” che sui bambini (perché il cliente , l’uomo medio che va con le prostitute vuole in realtà un rapporto di coercizione e violenza, quindi se la prostituta è tutelata e legale, sir irà sui bambini). A parte il fatto che relegare la prostituzione a un mestiere come un altro è ipocrita e assurdo.
Postate, postate…
Il filo diretto tra la madre e la moglie per gli uomini italiani è una triste, quanto indiscutibile, realtà. Quando ti sposi non sai mai se stai promettendo amore eterno e sottoscrivendo un contratto a tempo indeterminato come badante. Non retribuita, ovviamente. La prova diventa chiedere a un uomo se ama la donna che ha chiesto in moglie tanto da sposarla anche a patto che i lavori domestici li faccia lui. Ci si potrebbe scommettere la casa che il suo grande amore si squaglierebbe seduta stante. E’ colpa loro a metà: sono state allevati in linea con un sistema creato da uomini e perpetuato da donne secondo cui il sacrificio è l’unica dimostrazione d’amore che può offrire una moglie. Il sesso, quella dell’amante. Se c’è una cosa che non capisco è come facciano ancora tante donne a dichiararsi sognatrici di un qualcosa che comporterà tanto lavoro non coadiuvato, oggi che è stato confutato che l’habitat naturale delle donne sia la cucina, che siano l’angelo del focolare, e tutte le altre lusinghe inventate per preservare il contratto. La coppia potrebbe essere una realtà bellissima, fonte di energia e ispirazione e sicurezza e sostegno. La maggior parte delle coppie che ho intorno è solo un compromesso: cura della casa e/o allevamento degli eredi in cambio di mantenimento, visto che, purtroppo, tante donne si appoggiano ancora a un uomo per avere un tenore di vita che altrimenti non potrebbero/vorrebbero permettersi. E’ difficile da ammettere, ma sono scelte, libere, consapevoli. E alcune di queste scelte semplicemente rendono complici del sistema. Quando c’è da scendere in piazza per collaborare per apportare dei cambiamenti reali solo una percentuale trascurabile delle donne d’Italia scende in piazza a dire “no, io non accetto questo sistema, anche se, se opportunamente strumentalizzato, mi regalerebbe grandi privilegi, solo perchè donna”. La stragrande maggioranza resta a casa a sguazzarci nel sistema. Cerchiamo di non essere giustificazioniste, una probabile realtà è che non staremmo ancora qui a dire che le cose non cambiano, se fossimo tutte quante compatte a desiderare veramente che le cose cambino.
Bellissimo articolo