Eh si! Anche i modi di dire ogni tanto vanno rinnovati e quindi noi suggeriamo questo: “Ci sta come il culo sul quotidiano on-line“. “La ciliegina sulla torta” fa troppo retrò, troppo anni Cinquanta, e poi evoca tutte quelle fastidiose calorie.
Molto meglio parlare di culi che come sappiamo vanno per la maggiore, fanno simpatia, arrapano il giusto stimolando proprio là dove la mente vola alla penetrazione proibita: insomma il culo è successo assicurato, che per un quotidiano on-line significano tanti bei clic e tanti introiti pubblicitari.
Ed infatti Repubblica.it lo sa! al passo coi tempi, quasi anticipatrice, ci regala dei fantastici scorci anali che ci stanno, appunto “Come il culo sul quotidiano on-line!”.
La finezza e l’ironia che contraddistinguono questo rispettabilissimo giornale, che ci tiene proprio a stare al passo coi tempi sia da un punto di vista linguistico sia culturale, emerge addentrandoci nella galleria, compiendo il tanto atteso clic sul culo: ecco che si spalanca un panorama di culi nella posizione anche detta “a novanta”, quella che suscita in molti (repressi!) la necessità di esternare il consiglio: “Attent* all’uccello padulo, quello che vola all’altezza del …”.
Leggendo attentamente, secondo la ormai arcaica espressione “Ciliegina sulla torta”, ecco che compare nella didascalia relativa al culo n.1 la seguente frase:
Insorgono le femministe che accusano la campagna di sessismo ma le immagini piacciono al web e hanno già fatto il giro del mondo
Detto questo non ci rimane altro da dire che ringraziarvi ancora per l’onestà intellettuale e la profondità politica con cui argomentate le vostre scelte redazionali.
E che culo sia!!!
A me preoccupa il fatto che nei quotidiano ci sia un linguaggio così sessista…era necessario pubblicare quelle foto? e sopratutto esordire con quella frase il che mi scandalizza di più delle immagini che si perdono in tante gallery condite di tette e culi?
Se fanno il giro del mondo è grazie a questi giornali che fanno i femministi e poi si scroprono i peggiori maschilisti
di culo in culo, io preferisco questo… http://www.repubblica.it/esteri/2011/08/25/foto/chile_lo_sciopero_generale-20861863/1/
non che gli altri non mi piacciono, è che certe situazioni mi ispirano più di altre 🙂
Sir se la pensi veramente cosi il mondo gira male. Le donne non soni oggetti e devono avere dignità. E gli uomini come te non sono certo di aiuto.
Il rispetto prima di tutto. Pensa se fosse tua moglie quella venduta. Scommetto che te ne pentiresti. O almeno ci rifletteresti sopra.
Bene, senza pubblicità e senza falsi pudori ipocriti garibaldini alla quotidiano citato, che poi fa lo sponsor alle rosa confetto e si prende giuco delle femministe, i culi sul tuo blog li guardiamo volentieri. molto!
Mi ero incuriosito, ora ho finalmente trovato la 4 foto incriminate. I primi tre culi (femminili) sono assolutamente fantastici, è pura arte. Invece il quarto culo (maschile) non mi piace. Del resto i maschi non mi sono mai piaciuti.
Grazie per la segnalazione: il primo culo è talmente affascinante che se avrò tempo lo pubblicherò anche sul mio blog.
Ciao Sir Stephen!
l’articolo, presente sul sito fino a dieci minuti fa (non so se hanno già provveduto alla fulminea rimozione), era una delle tante gallerie immagini nella colonna destra del sito, quella famosamente rinomata come la colonna “delle cazzate”.
Se i quotidiani non li legge più nessuno e per fare soldi pubblicano culi/tette allora tanto vale che cambino lavoro.
liberiamo i culi da questi luoghi decadenti! cmq secondo me non li legge più nessuno perchè non dicono nulla che valga la pena essere letto, sono diventati il passatempo della pausa in cui dici: mah si! leggiamoci due robette condite di culi che mi rilasso! poi che questo crei solo disinformazione e sessismo evidentemente passa in secondo piano rispetto alla necessità di fare cassa con le pubblicità.
Non ho capito qual’è l’articolo incriminato, ma il fatto che i culi femminili aumentano l’audience è scientificamente provato, e lo confermano anche le statistiche google. I culi femminili aumentano i click in modo esponenziale, mentre i testi (anche se profondi) non li legge quasi nessuno. Anche gli intellettuali di Repubblica avranno dovuto adeguarsi alla dura legge del … culo.