[Video del gruppo Clan Zero che canta una canzone che scherza sul femminicidio]
Siamo a #86 vittime di violenza maschile dall’inizio del 2011. Forse #87 se consideriamo la ragazza che è stata trovata morta ammazzata assieme al suo compagno. Indagini coperte dal riserbo, tracce di sangue sul fucile del padre di lei, non si sa ancora cosa sia successo.
Fatto sta che agosto inizia malissimo e continua peggio. Un uomo che teneva sequestrate moglie e figlia e le stava ammazzando di botte e morsi, un altro che pur di perseguitare la ex fidanzata si era messo in testa di speronare poliziotti e insistere con il suo atteggiamento, tanto da farsi ammazzare (dalla polizia), un tizio (tutti italiani) che per vendicare il fratello appena lasciato dalla moglie decide di dare fuoco all’ex cognata.
Ed è già la terza nel giro di poco tempo ad essere vittima di un rogo (alle streghe). Una in fin di vita, le altre gravissime. Gravemente ustionate per mano di ex e ora anche dei fratelli degli ex.
Perché la violenza maschile è un fatto che va oltre la stessa legittimazione culturale. Come se fosse la prova del nove per essere accettati socialmente. Se non massacri la tua ex non sei abbastanza uomo. E allora se tu non ce la fai ecco che agisce per te tuo fratello. Come se fosse una gara a punti, un po’ come la mafia, chi ammazza di più e si fa più anni di galera assume prestigio, guadagna onore e rispetto, fa carriera insomma.
Ed è così anche per la violenza maschile. Guardate quello che dicono in televisione. Questi poveri maschi che ammazzano le ex mogli, per ciascuno si trova una scusante e mai che fosse detta una parola di comprensione per le vittime, le donne, queste persone che tentano di fare delle scelte e pagano con la vita l’aver tentato di acquisire un minimo di libertà.
Le donne sono schiave e se una donna fosse stata bruciata viva in india o in bangladesh la notizia avrebbe fatto il giro del mondo. Invece accade solo in Italia, dove tutto è permesso e dove questi uomini che fanno strage di donne restano impuniti nell’indifferenza generale.
E non importa se qualche volta, tra le lamentele, fiaccolate, marce di solidarietà a favore dell’accusato di parenti e amici e negazionisti e popolino innocentista, qualcuno finisce in galera perché fuori tutto dice che gli altri possono continuare tranquillamente a svolgere il proprio sporco lavoro da criminali assassini.
Se non esiste nessuna azione di prevenzione e contrasto contro la cultura che costruisce consenso attorno agli assassini di donne, ancora fermi al delitto d’onore per modalità e livello di legittimazione sociale, arrestare quelli che hanno già ucciso è quasi inutile.
Noi vogliamo che le donne siano vive, che si prevenga la loro morte, che si smetta di minacciarle, ricattarle, inseguirle, perseguitarle, massacrarle, bruciarle, mutilarle, perché tutto ciò è tortura e in un paese civile bisognerebbe fare molto ma molto di più.
Basta leggere il rapporto ombra sull’attuazione della Cedaw in Italia per capire che siamo un paese da terzo mondo dell’inciviltà sociale. Contro le donne si svolge una vera barbarie e noi siamo sempre più determinate affinchè tutt* si rendano conto di quello che succede.
Dateci una mano. Fatelo anche voi. Decidete che non potete vivere in un paese così incivile. Decidete di non essere complici di questo sterminio di donne. Decidete di stare dalla parte delle vittime.
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