Habemus Papam, il nuovo film di Nanni Moretti, è semplicemente geniale. Vi invito a vederlo, nonostante la denuncia che Moretti e Procacci, altro produttore del film, hanno già ricevuto.
Nulla di ciò che potreste aspettarvi. E’ un racconto che immagina una situazione strana. Morto il vecchio papa se ne fa un altro, Michel Piccoli, solo che quest’ultimo ha dei problemi ad accettare l’incarico. Non si sente all’altezza. Dà una prova di immensa umiltà e umanità mentre si confronta con realtà che lo aiutano a recuperare la forza di opporre un rifiuto a Dio, ovvero colui che lo ha investito di un incarico così alto.
L’entourage che assiste il pontefice chiama il più bravo psicoanalista della città, Nanni Moretti, che resta incastrato in una dimensione a lui poco consona dove tuttavia riesce a guardare alle persone con le quali resta in contatto, i cardinali, mettendo a fuoco l’aspetto umano, fatto di mille fragilità, che li caratterizza. Un’altra psicoanalista, ex moglie del primo già contattato, Margherita Buy, incontra più volte il papa, attribuendogli un “deficit da accudimento” del quale si coglie forse solo alla fine l’origine.
Non c’è ridicolizzazione. Non c’è mancanza di rispetto, sebbene il personaggio che Nanni Moretti interpreta dichiari fin da subito di non essere un credente. C’è un punto di vista che guarda a quella dimensione così particolare cercando tra gli aspetti che sono comuni a tutti gli uomini.
Si ride molto. Si pensa tanto. Resta il sapore di un film che va visto tante volte per coglierne appieno tutti i significati. Moretti ci fa aspettare, a noi che lo amiamo, cinque anni per un suo film ma poi ci regala queste visioni geniali del presente. Gli è dovuto un grazie, per l’indipendenza dei suoi pensieri, per il coraggio e la libertà che esprime.
Bellissima commedia “drammatica” sul coraggio di dichiararsi fragili e quindi umani, sulla finzione imposta dal Potere e su quella genuina del teatro.