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Se per difendersi bisogna diventare super eroine!

[Ombrelli e mascherine rosse a Firenze per l’otto marzo. Cliccate sull’immagine per accedere alla gallery di Repubblica]

Mentre noi eravamo impegnate nei preparativi per un otto marzo di lotta le agenzie battevano la notizia del ritrovamento di un corpo di donna con la testa mozzata e senza gambe. Resti di donna trovati un campo nei pressi di Roma.

Le notizie di violenza maschile contro le donne continuano implacabili, senza tregua.

Se la donna orribilmente mutilata viene riconosciuta e se si fanno tutte le valutazioni del caso si tratta della 31^ vittima di violenza maschile dall’inizio del 2011.

Colpisce come la scarsa fantasia di chi si occupa di cronache non riesca a trovare parole per un delitto così crudele. Colpisce che persino in questo caso si censuri un termine come “femminicidio”.

Invece sembra quasi che i giornalisti a parte termini quali “depressione, raptus, gelosia…” non ne conoscano altri.

Hanno tirato fuori la parola “rito”. Una cosa che rimanda alle sette sataniche quando non si può spiegare l’orrore che commettono certi uomini. Una parola sbagliata. Un’altra attenuante che inserisce il delitto in un contesto estraneo alle dinamiche relazionali tra uomini e donne o tra prostitute e clienti quando ad essere ammazzate sono le sex workers.

Bisognerebbe sapere quale rito sia stato identificato per esempio nel delitto che ha coinvolto l’uomo recentemente condannato in cassazione per aver buttato la moglie in fin di vita in un cassonetto della spazzatura.

Se non si coglie l’efferatezza dei delitti che avvengono ogni giorno in italia, che sono identici a quelli che avvengono a ciudad juarez. Corpi di donne e ragazzine mutilate, ammazzate, stuprate o comunque abusate nella loro ingenuità e poi abbandonate nei campi, sepolte sotto metri di terra, nude, senza vestiti, senza una traccia della loro vita passata, pugnalate, sgozzate, massacrate, fatte a pezzi.

Donne che sono state trovate bruciate, perchè gli uomini che le avevano uccise volevano nasconderne i corpi, donne con i volti irriconoscibili. Donne mutilate, decapitate, perchè la testa serve a identificare il cadavere e se si identifica il cadavere diventa più semplice trovare il carnefice. Donne abbandonate tra l’immondizia, spezzate dentro sacchi in attesa di un auto compattatore che tolga ogni traccia.

Perchè gli uomini che uccidono le donne non sono ne depressi, ne colti da raptus, ne gelosi. Si tratta di assassini che si liberano di una donna o una ragazzina che ha detto di no. Che si è ribellata in qualche modo ad una costrizione. Che non ha mostrato sottomissione al padrone in una nazione che educa ragazzine e donne ad essere sottomesse, come cani, a cuccia, legate al guinzaglio.

Chi tenta di liberarsi per poter percorrere liberamente strade e vita allora cieve soppressa, perseguitata, stigmatizzata da tutta una società fatta di poteri che tendono al controllo dei nostri corpi, della nostra sessualità, delle nostre scelte riproduttive.

Il femminicidio è l’insieme delle tante forme di costrizione alle quali una donna è sottoposta. Il femminicidio è il costante massacro di corpi che non sono subordinati a mariti, ex, fidanzati, nonni, padri, conoscenti, estranei.

Gli uomini violenti non sono per niente colti da raptus. Sono lucidamente intenzionati ad ammazzare le donne che non dicono di SI e poi a cancellare le tracce del loro delitto.

Per una faccenda come il ritrovamento di un busto di donna in altri mondi forse si sarebbe quanto meno spostato il dibattito e l’agenda politica sulla necessità di fare qualcosa per fermare questo massacro.

Invece in italia continuiamo a sentire irresponsabili politici che ci prendono in giro mentre ci dicono che il pericolo arriverà dagli stranieri, mentre in senato c’è chi spinge per l’accelerazione dell’iter del ddl su affido condiviso e pas che servirà a tutelare uomini violenti che perseguitano e annientano famiglie intere, donne, bambini, figli dei quali non gli importa nulla perchè sono solo strumento attraverso il quale si vendicano sulle ex mogli.

Impedirci di prendere un contraccettivo, di lavorare, di difenderci e difendere i nostri figli. Ecco quali sono le priorità di questo governo mentre ogni giorno gli uomini violenti massacrano le donne.

E dato che nessuno ci difende. Dato che non c’è divisa che fermi un abuso. Dato che non c’è niente che possa impedire alla società di deviare il percorso già intrapreso verso una costante schiavizzazione dei soggetti più deboli, donne e bambini, allora serve che ci arrabbiamo.

Serve che pronunciamo le parole che dicano cose serie.

Per esempio: la precarietà delle donne le obbliga a restare legate a uomini orribili. Alle donne non serve “conciliazione”, serve un lavoro e la possibilità di poter attraversare le strade del mondo con fierezza e rabbia.

E se non bastasse, si può sempre tirare fuori la mascherina rossa, perchè per diventare super eroine ci vuole poco. Basta volerlo.

Posted in Anti-Fem/Machism, Corpi, Fem/Activism, Precarietà, R-esistenze.