Riceviamo e volentieri condividiamo:
LA VIOLENZA SULLE DONNE…NON è UNO SCHERZO!
IL 7 MARZO VIENI A “PASSEGGIO” CON NOI!
VOGLIAMO RI-SCRIVERE LA CITTA’ CON LE NOSTRE PAROLE, RACCONTARCI E NON FARCI RACCONTARE, PRENDERCI UN MOMENTO DI SOCIALITA’ TRA DONNE, FEMMINISTE E LESBICHE
…INCONTRIAMOCI ALLE 20:30 (A CALATA TRINITAì MAGG. FUORI ALLO SKA) …TU PORTA CARTA, DISEGNI, COLORI, TRUCCO, VINO E …na manat e curiandol!
NOI CI METTIAMO LA COLLA E TUTTO QUELLO CHE SERVE PER LASCIARE I NOSTRI MESSAGGI X LA CITTA’.
ATTRAVERSEREMO LE STRADE DI NAPOLI…INDECOROSE E LIBERE!!!
DIVENTIAMO NERVOSE SE NON SIAMO INDECOROSE!!!
LA LOTTA NON E’ CAZZEGGIO PER QUESTO CE NE ANDIAMO A PASSEGGIO !!
SOLO I NOSTRI CORPI SENZA GUARDIANI,
CONTROLLORI,MORALIZZATORI !!
FANTASIA ,SOCIALITA’,LIBERTA’ I NOSTRI DIRITTI L’UNICO SFARZO L’OTTO TUTTI I GIORNI NON SOLO A MARZO!!
Riprendiamoci la notte, la città, la socialità…e tutto quello che vorrebbero toglierci!!!!
Ogni anno…l’8 marzo. Nei locali tornano gli spogliarellisti, sulle scrivanie fioriscono le mimose, le donne si scambiano gli “auguri”, le mamme non fanno le pulizie, nei ristoranti si preparano menù speciali,… ma intanto:
-nel 2010 sono state 127, il 6,7% in più rispetto all’anno precedente, le donne uccise in Italia. La maggior parte delle vittime sono donne italiane (78%), così come la maggior parte degli uomini che le hanno uccise (79%). Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di mariti (22%), compagni, conviventi (9%) o ex (23%), ma anche figli (11%) e padri (2%);
– sempre in riferimento all’Italia, fra il 10 e il 13% della popolazione femminile vive in una condizione di povertà estrema, il 40% di queste donne ha un’età compresa fra i 19 e i 24 anni. La crisi spedisce le donne nel ghetto: oltre 104.000 donne sono state tagliate fuori dall’industria negli ultimi 24 mesi. Il 54% dei lavoratori subordinati sono donne: a loro sono delegate mansioni sempre più marginali nell’organizzazione del lavoro e sono le prime ad essere espulse dai processi produttivi. Stato, famiglia e società scaricano sulle donne i costi principali della crisi;
-il 59% dei ginecologi italiani attivi in strutture che effettuano l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) è obiettore di coscienza. Questo significa che ci sono medici che, con presunti “scrupoli di coscienza” (salvo poi trovarceli nelle strutture private a fare le stesse cose!), negano di fatto ad una donna il diritto di decidere liberamente del proprio corpo interrompendo, se crede, una gravidanza indesiderata, gratuitamente e nelle strutture pubbliche. Obiettori possono dichiararsi anche infermieri, anestesisti, barellieri, fino al punto di bloccare completamente un reparto ospedaliero, rischiando anche di mettere in pericolo la vita della paziente. Oggi la questione diventa ancora più preoccupante, visto che l’obiezione rischia di estendersi anche all’ordine dei farmacisti rispetto alla vendita della “pillola del giorno dopo”;
-tutte le leggi e i provvedimenti approvati di recente (accordo Marchionne, legge Gelmini, misure anti-crisi, tagli ai servizi sociali..) rappresentano per le donne un doppio attacco alla propria autonomia e libertà. Venendo a mancare tutti quei servizi di cui il pubblico dovrebbe farsi carico le donne sono costrette a svolgere il ruolo di ammortizzatore sociale, venendo di fatto richiuse in casa!
– il corpo della donna è oramai ridotto ad un vuoto contenitore. Usato nudo e provocante per riempire manifesti pubblicitari di ogni tipo di prodotto, umiliato e svilito come merce di scambio, riempito come incubatrice perché “generatore di vita”, anche se chi si spende tanto per difenderla, la vita, di quella delle donne prima di tutto non si interessa poi molto.
E intanto ci dicono che noi siamo l’altra metà del cielo, una componente fondamentale della società, il perno della famiglia, il soggetto da proteggere e tutelare. Riferendosi ad una nostra presunta debolezza, sui nostri corpi e sulle nostre scelte si costruiscono, nostro malgrado, leggi speciali, pacchetti sicurezza, mostri alieni (come i migranti) da sconfiggere per rendere le strade (e quindi le nostre vite) più sicure. Riempiono le città di esercito, polizia e carabinieri, rendendo i nostri cammini ancora più impervi senza di fatto risolvere il problema. Le violenze di ogni tipo che una donna può subire passeggiando di notte in una città non saranno certo superati da più controllo e repressione! Ci vogliono spaventate, ci hanno tolto il piacere di vivere liberamente la notte senza un “valido accompagnatore” che ci protegga. Ma noi NON ABBIAMO PAURA! Rivendichiamo ancora una volta il diritto di passeggiare libere anche di notte…e lo facciamo anche quest’anno!
le donne del SE NON -SEMPRE- QUANDO???!!!