Questo è un post necessario. Di quelli che non invecchiano mai e che anzi con gli anni sono come il vino buono. E’ di quella meraviglia dell’umanità che di nome fa Walai e il post originario viene dal suo blog. Buona lettura!
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A Napoli l’8 Marzo non si festeggia. Mai.
Non si festeggia una causa, un pensiero, nessuna donna qui compra le mimose.
L’8 Marzo è come San Valentino, quindi non esiste.
Le donne ( non tutte ovviamente…) festeggiano la Festa della Fica. Che è un’altra cosa.
La Festa della Fica è una gran carnevalata kitch, tutte lo sanno e quelle snob come me evitano di uscire.
Come in un film horror di serie B le strade si affollano di zombie-donna, intente a fare incetta di cervelli umani: i propri.
Le pizzerie dell’interland campano si danno da fare da Gennaio per preparare una Festa della Fica come si deve: ingaggiano stripmen, organizzano un bel menu fisso e tanto piano bar.
Le donne invece si preparano da settimane, organizzando anche bus interi ( e non scherzo) per trasferte in pizzerie, ristoranti o in club dal gusto pacchiano.
L’età oscilla dai 30 in su. Le ragazze più giovani invece eseguono lo stesso rituale di ogni sabato sera, esasperando fino all’estremo il loro carattere esuberante e colorato.
Sembra quasi una parata di transessuali: vestiti succinti su corpi anche sfatti, trucco pesantissimo, glitteratissimo, luccicosissimo, scarpe con tacco 30 cm con eventuale camminata dondolante.
Parlano tutte ad altissima voce, urlano, ridacchiano prendedosi beffa e gioco di qualunque uomo le passi davanti. Se per caso uno di voi dovesse scendere a prendere un pacchetto di sigarette al distributore o a portare giù il cane che si protegga, che controlli le strade per bene o sarete derisi e/o molestati!
Già da ora di pranzo comincia il trambusto: maestre, colleghe di lavoro, tutte si riuniscono per mangiare la famosa pizza margherita dell’amicizia, alcune si ritrovano solo per staccare per un giorno all’annodalla routine casa-lavoro, altre invece lo fanno come start per il party serale.
Le donne che partecipano a striptease e seratine a tema vivono spesso una vita abbastanza monotona oppure rientrano nel cliquè della casalinga disperata alla napoletana: figli partoriti troppo presto e spesso senza cognizione di causa, matrimonio riparatore o frettoloso, vita sociale men che zero.
Per quella sera il loro marito/fidanzato le lascia libere, le donne si prendono una rivincita e devono fare ciò che desiderano.
La Festa della Fica è tollerata anche dal più truzzo e maschilista del Mondo, perchè è una delle convenzioni sociali tamarre per eccellenza; recitano anche la parte del marito abbandonato.
Una cena congelata preparata dalla mattina con cura e devozione, la casa pulita come uno specchio prima di uscire, bimbi a nanna dai nonni e via…verso l’avventura!
Non so se vi è mai capitato di assistere ad una di queste feste, a me sì.
Purtroppo ebbi la triste idea di scendere per mangiare una pizza con un amico, avevo un desiderio folle di pizza ed a questo richiamo non si dice mai di no.
Entrammo in un ristorante del mio paesino e ci aprì un cameriere emaciato, provato, dallo sguardo perso e disperato.
Ci fece accomodare perchè l’attesa era lunga.
Sentivamo schiamazzi e urla provenire dalla sala principale. La mia curiosità mi spinse a dare un’occhiata.
Non l’avessi mai fatto…
Tante forse troppe donne accalcate ed accalorate, urlavano e gridavano come ossesse, cantando l’ultima hit neomelodica. Una ragazza al pianobar tentava di far seguire il ritmo delle canzoni alla folla impazzita, senza riuscirci.
Una ragazza pienotta e dai capelli nero corvino mi si avvicinò minacciosa, con un bicchiere di vino in mano, la sua faccia era panozza e truccatissima. ” Tras arint!! Traaas!!” mi disse urlando. Imbarazzata provai a scappare ma la ragazza non mollava la presa, mi strinse il braccio in una morsa di follia e ubriachezza, mi strattonò e mi passò un microfono.
” Ma..non la conosco..non conosco questa canzone” mi sentivo come un pinguino in pieno deserto del Gobi.
Le altre donne si alzarono, cominciarono a ballare, battere le mani, molestando come potevano i camerieri, incitavano la ragazzona a cantare e a spingermi nella folla.
Riusciì ad aprofittare di un loro momento di distrazione per scappare. Il mio amico nel frattempo era riuscito a trovare un tavolo libero ma non ero più la stessa ragazza che aveva lasciato qualche minuto prima.
E mentre mangiavo la mia pizza bollente riusciì solo a pensare ” Chill và pazz ppè tè..te pens semp”.
Buon 8 Marzo..alle poche che lo festeggiano, alle poche che ancora sanno cos’è l’UDI.