Skip to content


Torino: trauma per quelli del Pdl. Scoprono, senza preavviso, che esistono le “donne parlanti”!

Sta circolando da alcune ore la notizia che Mubarak, il capo autoritario dell’Egitto, si è dimesso. Sappiamo che le sisters in revolution egiziane hanno dato una enorme contributo a questa lotta. Non sappiamo certo cosa riservi il dopo Mubarak perchè ad essere felici di spodestare solo un uomo, come è avvenuto varie volte nella storia, si corre il rischio di vederselo rimpiazzare da qualcuno più “accettabile” ma comunque a rappresentare un intero asse di potere assai più difficile da destabilizzare. Un asse di potere che non impiega un millesimo di secondo a sacrificare una testa, fosse anche quella di Mubarak, per continuare a esercitare influenza attraverso altre persone.

In Italia si vive un po’ la stessa cosa. Si demonizza l’uomo e si lascia intatta una cultura che può sfornare un suo successore nel giro di due secondi.

Tante donne questo lo sanno e non a caso le iniziative del 13 febbraio saranno attraversate da masse critiche, di ombrelli rossi o meno, che diranno esattamente che è tutto il sistema di potere che va rimesso in discussione e non soltanto un uomo.

Tante donne hanno semplicemente voglia di mostrare quelli che sono i loro veri problemi, assai diversi da quelli di cui si parla anche in questi giorni. Problemi concreti, che riguardano l’assenza di prospettive, la precarietà, la perdita di un diritto importante come quello allo studio.

E’ un dibattito ricco, vario, fatto di dettagli, ciascuna a ritagliarsi uno spazio differente, perchè le diversità sono importanti e nessuna sente l’esigenza di appiattire tutto in un impasto ipocritamente omogeneo. Le donne scendono in piazza con tutta la loro complessità, senza sacrificare niente, perchè non è più il momento di sacrificare qualcosa in nome di una “unità” fasulla. Le sorellanze si esercitano chiarendo fino in fondo innanzitutto le differenze. Poi cercando punti in comune. Senza timori. Perchè ciascuna di noi non vuole più rinunciare a niente, strette come stiamo nei nostri minuscoli spazi di libertà, ritagliati a fatica, dove vogliamo essere esattamente quello che siamo. Perchè ne abbiamo diritto, perchè le peculiarità vanno tutte comprese. Perchè quella che chiamano tendenza alla frammentazione sembra più essere una forma di claustrofobia politica giacchè è davvero difficile accettare qualunque forma di mediazione dove ci si aspetta di trovare ossigeno per tutte e si trova invece ancora difficoltà ad affrontare serenamente il conflitto.

La piazza di domenica sarà tanta e varia e non lo dico perchè sono amante della varietà perchè sarei molto più portata a disertare le piazze in cui le concite de gregorio vanno a braccetto con le giulie bongiorno, sempre se politicamente parlando tra le due ci sia qualche differenza, il che è tutto da dimostrare.

Fatto sta che c’è un pezzo di piazza da rivendicare. Noi lo faremo assieme ad altre donne, uomini, sex workers, disertori del patriarcato, in tante città italiane sostenendo posizioni precise assieme al comitato per i diritti delle prostitute e altre specificheranno meglio altri aspetti che le riguardano.

A Torino, per esempio, le studentesse universitarie, hanno dato vita ad un gruppo di donne autodeterminate per un 13 febbraio di lotta. La loro rivoluzione è già cominciata.

Hanno occupato la sede del pdl torinese. In basso potete leggere il volantino dell’azione. In quella sede volevano parlare a giornalisti dei loro problemi di donne, ragazze, studentesse, precarie, persone.

Quelli del pdl evidentemente non gradiscono le femmine parlanti. Le vogliono mute, quasi finte, senza capacità di rivendicazione alcuna, in special modo se tali rivendicazioni sono fatte per poter un giorno raggiungere livelli di autonomia invece che posizioni di subordinazione ai doni altrui.

Al pdl non piacciono evidentemente le donne che hanno voglia di lavorare, di studiare, di dire quello che pensano. Credo che a loro non piacciano proprio le donne che pensano in generale.

Figurarsi a vedere arrivare uno stuolo di donne armate di cartelli e di un pericolosissimo striscione, a segnalare in maniera chiara una idea. Quale trauma deve essere stato per questi rappresentanti di partito che affittano il pubblico di donne per comizi e congressi dalle agenzie di casting affiliate mediaset. Quale orribile incubo deve essere stato per loro aver visto delle ragazze in carne e ossa la cui bocca emetteva suoni ai quali questa gente non è abituata. Si chiama voce e produce parole. Comunicano i pensieri. Bisogna pur dirglielo prima o poi che il mondo è fatto anche di donne parlanti. Sarà un terribile shock per loro sapere che non tutte restano zitte tutto il giorno per azionare le corde vocali soltanto quando c’è da canticchiare “menomale che silvio c’è”. Tuttavia è bene che siano informati.

Ecco. Le ragazze torinesi sono andate ad informarli circa la loro esistenza e indovinate un po’? Questi sensibilissimi umani, uno del quale, mi dicono, addestrato nella palestra del Fuan, le hanno buttate fuori, spintonate, se la sono presa anche con i giornalisti, stavano per farle ruzzolare dalle scale. Infine la polizia le ha caricate, si sono scaraventati in cinque per braccare una di loro, poi un’altra e un’altra ancora, e ne hanno fermate cinque non si capisce con quale accusa.

Si si, sappiamo che per un nonnulla rischi di beccarti l’oltraggio a pubblico ufficiale anche se per sbaglio pesti il callo al poliziotto mentre lui ti salta addosso. In ogni caso c’è stato un presidio sotto la questura. Le ragazze sono state rilasciate anche se pesano su di loro delle accuse assurde. La telecamera di una compagna di Infout è stata sequestrata e con questo si può dire che l’annuncio della manifestazione del 13 è stato dato.

Che la rivoluzione abbia inizio!

In basso trovate il volantino delle donne. Leggi QUI per il resoconto dettagliato della giornata. Il video è a cura di Nuova Società, il cui giornalista è stato spintonato perchè non vedesse e non raccontasse quello che stavano facendo alle ragazze.

>>>^^^<<<

Non ci avrete mai come volete voi!!!

A pochi giorni dalla manifestazione del 13 febbraio come donne, studentesse, precarie e disoccupate abbiamo deciso di occupare la sede del Pdl. Una scelta sicuramente ardita la nostra, ma fortemente motivata e assolutamente giustificata.

Se la nostra scelta fosse spinta da quell’indignazione propagandata dalla sinistra istituzionale oggi parleremmo di Berlusconi, della sua condotta sessuale, dei sui vizi e dei suoi abusi di potere. Ci affanneremmo a dimostrare quanto noi siamo più brave, intelligenti, preparate e moralmente irreprensibili rispetto alle ragazze di Arcore che, diventate imprenditrici di se stesse, nutrono l’illusione di far parte di quei giochi di potere dei quali non sono altro che un grottesco prodotto.

Oggi portiamo qui le riflessioni sulle nostre esistenze, ogni giorno più precarie e ricattabili. Siamo donne che quotidianamente lottano per non vedersi cancellare quei pochi spazi di libertà ancora rimasti, nei luoghi di lavoro come nell’università, nella scuola e nella gestione della vita quotidiana. La nostra è una visione di parte, quella per cui non è scendendo in piazza gridando la propria indignazione morale che si cambieranno realmente le cose!

Sappiamo che la strada da percorrere è quella dell’identificare la reale controparte che sta nei palazzi del potere, come centro di riproduzione e gestione di un sistema fallimentare che sfacciatamente ci espropria della nostra possibilità di autodeterminazione e dei nostri diritti.

Questo sistema ci nega la soddisfazione dei nostri bisogni, mercifica i nostri corpi e precarizza la nostra esistenza ed è questo ciò che il 13 febbraio dovremmo gridare in piazza pena vedere un domani, al posto di Berlusconi, un altro personaggio politico che, forse solo meno spudoratamente, proporrà e applicherà le stesse e identiche dinamiche di sfruttamento.

Essere al Pdl oggi significa quindi chiedere non solo la cacciata di Berlusconi ma di tutti quelli che, come lui, alimentano e hanno come orizzonte politico questo sistema di potere, causa della crisi che ogni giorno si fa più reale e che ha messo in ginocchio milioni di italiani/e.

Noi vogliamo essere protagoniste delle nostre vite e lo facciamo tutti i giorni, nelle lotte contro la delibera Ferrero e il Movimento per la Vita, difendendo i territori da opere inutili come la Tav, contro l’applicazione del decreto Gelmini, contro il precariato del mondo del lavoro e le politiche razziste tanto care a questo governo.

Lo faremo il 13 febbraio, scendendo in piazza con uno spezzone critico e differente, che aggiungerà complessità al dibattito mediatico così povero e strumentale, per fare un discorso di parte che parli il linguaggio del conflitto e faccia emergere le reali contraddizioni.

Voi siete parte in causa del problema ed oggi siamo venute a dirvelo!

Donne autodeterminate per un 13 febbraio di lotta

Posted in Corpi, Fem/Activism, Iniziative, Precarietà, R-esistenze.


6 Responses

Stay in touch with the conversation, subscribe to the RSS feed for comments on this post.

  1. Vale says

    grazie per la solidarietà!! un abbraccio da Torino! Domani saremo in piazza con il nostro spezzone “critico” ancora più determinate!

  2. cybergrrlz says

    c’è scritto nel comunicato che è linkato su infout. sono state rilasciate con accuse di vario tipo.

  3. ba says

    si sa qualcosa delle compagne fermate?

  4. elena says

    un abbraccio alle ragazze. siete state super coraggiose.

Continuing the Discussion

  1. propagande mediatiche « Un altro genere di comunicazione linked to this post on Febbraio 12, 2011

    […] donne. Siamo nel Paese del sii bella e stai zitta (per citare un libro che ho letto).  Leggete QUI per informarvi di più sugli […]

  2. Tweets that mention Torino: trauma per quelli del Pdl. Scoprono, senza preavviso, che esistono le “donne parlanti”! – Femminismo a Sud -- Topsy.com linked to this post on Febbraio 12, 2011

    […] This post was mentioned on Twitter by unicamilla, noblogs. noblogs said: [fasse] Torino: trauma per quelli del Pdl. Scoprono, senza preavviso, che esistono le "donne parlanti"! http://nbl.gs/34g […]