[Update: Il video di cui parliamo lo trovate a questo indirizzo web. Nel frattempo la Rete della Conoscenza, associazione che sponsorizza questi video a supporto della manifestazione del 13 febbraio, ha realizzato un altro video di taglio decisamente diverso. Diciamo che lo strappo di uno scontrino è meglio dell’atto di spezzare in due una bambola. Restano per intere tutte le critiche fatte al primo video ancora online.]
Lo dicevamo che l’appello, la discussione moralista e tutto quel po’ po’ di divisione tra donne perbene e donne permale avrebbe generato un regresso culturale notevole.
Ne sono responsabili le donne che hanno veicolato concetti maschilisti e misogini, quelle che hanno legittimato i serial killer di prostitute a disprezzarle e massacrarle ancora di più, quelle che hanno legittimato i sindaci sceriffi a emanare ordinanze per ulteriori cacce alle streghe contro le prostitute.
Conta poco che dopo settimane di odiosa campagna di donne contro altre donne alcune aggiustino il tiro e, come si diceva nella nostra mailing list, si passa da un tono infarcito di discriminazioni, contro le donne straniere e contro le sex workers, a quello maternalistico di pietosa considerazione verso quella che comunque viene considerata mai autodeterminata, mai autonoma. Solo incapace di intendere e di volere e bisognosa di assistenza. Vittime o colpevoli. Non se ne esce.
Come dice Luisa Muraro, le cui affermazioni mi trovano d’accordo dopo non so quanto tempo, così come spiega anche Maria Nadotti su un articolo del Corriere, la separazione tra donne perbene e prostitute, che si faccia con odio o con pietosa attenzione, è sempre moralismo ed è chiara anche a loro la strumentalizzazione che i partiti e gli uomini di partito fanno delle donne per portarle in piazza di certo non a nostro beneficio.
Lo dice Valentina Vandilli sul suo blog, e lo diceva de Andrè nella canzone Bocca di Rosa, che le donne possono diventare carnefici delle prostitute pur di tenersi stretti quei pezzi di maschi logori e avariati che chiamano mariti, fidanzati.
Ma perfino questo non può giustificare tanto odio e tanta istigazione al linciaggio.
Il video è ne più e ne meno che un femminicidio simbolico. Puoi praticarlo su una bambolina, magari bisognerebbe spiegare perchè tra le due si sceglie proprio quella nera realizzando così un gesto sessista e razzista. Puoi fare come i santoni vodoo, ammazzi il simbolo per ammazzare la donna. Ammazzi un pupazzo per fare male a qualcun@.
Questo video è di una violenza estrema. Chi lo interpreta sembra aderire al ruolo di una integralista affiliata all’inquisizione cattolica. Sarebbe il caso che qualcun@ lo facesse presente all’autrice, all’associazione che lo sponsorizza (lucha tra i commenti ci segnala l’indirizzo mail del gruppo di cui compare il logo: retedellaconoscenza@gmail.com), a youtube che lo ospita.
Noi saremo in piazza con le sex workers il 13 febbraio [leggi l’appello del comitato per i diritti delle prostitute] e se qualcuno vorrà spezzarci ci difenderemo.
cara Elena,
grazie per questo messaggio. Se hai letto il nostro blog puoi capire che ci occupiamo di comunicazione e monitoriamo costantemente media di ogni tipo per decostruire e analizzare i messaggi che mandano attraverso video, immagini, parole.
E’ solo in questa chiave che può essere vista la nostra critica che nulla toglie al lavoro che voi svolgete, giacchè non lo conosciamo ed è anzi un piacere sapere che vi occupate di un tema così importante che tocca profondamente anche noi.
La critica non era volta al messaggio politico dunque ma al modo in cui è stato espresso perchè l’atto di spezzare una bambola è davvero simbolicamente violento.
Guarderemo il nuovo video e riparleremo in un altro post di tutto quanto. Riporteremo questo tuo commento perchè se ne parli insieme.
Ps: il video che gira su repubblica è davvero carino. Semplice, parla di voi, di quello che volete. Dei vostri pensieri. Non cerca di shokkare ma arriva dritto alla testa di chi vi guarda perchè è chiaro e immediato.
a presto.
salve sono elena e faccio parte della Rete della Conoscenza.
abbiamo letto tutte le e.mail e tutte le vostre critiche e ci abbiamo riflettuto. Quando abbiamo deciso di pubblicizzare gli spot di Paola Rotasso lo abbiamo fatto perchè abbiamo voluto credere che fosse utile lanciare un messaggio forte, non contro le donne che decidono di prostituirsi, ma contro gli stereotipi che vengono imposti alle ragazze italiane dai mass media, che da anni purtroppo in questo paese, promuovono un unico modello di donna come unica scelta possibile per emergere.
se guardate la video lettera che repubblica sta diffondendo
http://tv.repubblica.it/dossier/caso-ruby-donne-dicono-basta/13-febbraio-il-videoappello-degli-studenti/61658?video
e se leggete il nostro appello
http://www.retedellaconoscenza.it/news/191-il-13-in-piazza-per-altre-idee-di-donne-altre-idee-di-uomini-per-unaltra-idea-di-paese-.html
comprenderete fino in fondo che noi non attacchiamo le donne, ma un sistema di potere che mercifica il corpo delle donne per perpetuare pratiche politiche machiste.
Abbiamo deciso, visto che il messaggio non sembra essere chiaro, di aggiungere al video delle scritte esplicative “rompi gli stereotipi riprendi la parola” e che il video non vuole istigare alla violenza. Domani il nuovo video sarà on line, pertanto spero che anche voi possiate tornare indietro sulle vostre posizioni, perchè francamente è pesante, per un’associazione come la nostra, che vede ragazze dai 15 ai 25 anni impegnarsi insieme per sensibilizzare gli studenti e le studentesse in scuole e università a queste tematiche sentirsi accusate di istigazione alla violenza o di misogenia.
Nell’appello e nel video diciamo apertamente “non è questione di morale” pertanto è evidente che nessuno vuole mancare di rispetto alla libera scelta delle donne di prostituirsi.
Quello su cui invitiamo a riflettere, invece, è come fare a scardinare il maschilismo più becero, quello culturale che passa dallo stereotipo imposto dai mass media e che in 20 anni ha portato in questo Paese a consolidare la convinzione che “le donne per emergere, per riuscire in politica, per riuscire nel lavoro, usano il sesso, o sono costrette a farlo”. questo stereotipo è stato “elevato a norma” come diciamo noi e si concretizza da un lato, nella virilità stereotipata di Belusconi che per consolidare il suo status maschile vanta e osteggia la mercificazione delle donne e dall’altro il modello minetti o carfagna, che sono il prodotto di questo processo,non è un caso infatti che siamo l’unico paese ad avere un Ministro delle Pari Opportunità impersonificato da una donna che ha dovuto barattare la libertà sessuale per una carriera politica.
Mi chiedo: chi baratta la propria dignità per il successo, è davvero libera di scegliere?
Perchè in realtà è molto più consapevole la scelta di chi decide di prostituirsi e basta per mestiere.
E poi, nodo centrale: come potremo completare la nostra rivoluzione sessuale e raggiungere la parità sostanziale, se il clima culturale c’impedisce di promuovere più modelli di donna, complementari, non per forza in contrapposizione fra loro!
La mia generazione, purtroppo, è cresciuta con Belusconi, è cresciuta avendo solo due scelte principali: lo stereotipo della donna ornamento silenzioso del potere maschile, che lo favorisce anche facendosi usare in cambio di successo, oppure il modella della donna che per emergere deve rinunciare alla sua femminilità, deve lottare il triplo perchè questo paese ci condanna alla precarietà e non ci garantisce diritti sostanziali sociali e sul lavoro.
Il problema non è dividersi tra bigotte ed emancipate, perchè questo è il gioco nel quale vogliono farci cadere, il problema è unirsi per scardinare questo sistema complessivo: politico culturale sociale!
Il problema è cambiare la politica e i modelli lavorativi che non siano basati su dei ritmi e delle pratiche escludenti per le donne. Il tema è questo. La morale non centra nulla e le prostitute nemmeno.
Io ho fatto parte del movimento studentesco contro la gelmini di questo autunno e nel mio ateneo ho combattuto molto insieme alle mie compagne per scardinare delle pratiche politiche molto leaderiste che tendevano a relegarci e dividerci in “donne con le palle” o “donne del capetto di turno”.
Abbiamo preso parola in ogni assemblea, siamo andate alla testa dei cortei, quando si dovevano decidere le pratiche di piazza e abbiamo provato a essere donne…senza nessun aggettivo affianco, provando a non farci relegare nel ruolo delle “asessuate perchè intelligenti”. Ce l’abbiamo fatta anche se pian piano a vedere dei cambiamenti…anche rispetto all’onda.
Tutto questo perchè ci tengo davvero a dirvi che mi dispiace che si sia creata questa polemica sul video ma l’intenzione era tutt’altro che quella di creare divisioni tra le donne.
Le donne non sono stereotipi, questo è quello che diciamo, ci sn mille modi per essere donna e non vogliamo che nel nostro paese ce ne sia soltanto uno.
Io credo che sia importante che discutiamo soprattutto di questo, senza cristalllizzare le posizioni, ma provando a guardare alle ragazze più giovani, a parlare con loro, a partire dalle scuole. a riparlare di sessualità libera e consapevole.
Spero che la mia risposta possa essere stata esaustiva, ripeto da domani il video cambierà spiegando meglio il messaggio. sperando che anche voi possiate darci l’opportunità di esprimere le nostre ragioni.
elena
Certo, ci mancava un’ altra vigilessa che “denuncia” la condizione delle povere “vittime”.
E che sono la parte più “debole” lo ha deciso Alessandra Daniele chiaro, nota Escort d’esperienza, anche lei come le altre la sa lunga sul tema, anche se manco è in grado di distinguere tra una Escort e un semaforo. E qui bisogna che la piantate di scrivere come sono, cosa pensano, che forza hanno ….
Se posso permettermi, il racconto di Alessandra Daniele La scorta, voleva denunciare proprio come le escort di Berlusconi anche se credono di essere forti sono la parte più debole perchè rischiano di essere usate e poi buttate via dal Potere quando minacciano di diventare “pericolose”. Non voleva in alcun modo, credo, giustificare l’omicidio.
Veramente no, il video è ancora pubblico…
In questo video quel che appare evidente è la violenza di una donna su un’altra (che nei commenti indicano come metafora, nello spezzare un modo di vivere che non gli appartiene). Ho letto anche un racconto dal titolo “La scorta” su Carmilla (http://www.carmillaonline.com/archives/2011/01/003774.html#003774), che descrive un’omicidio di una escort. Sarà letteratura ed immaginario, ma se questa è la cultura di opposizione che si cerca di diffondere… Purtroppo questa istigazione non è solo su video o su internet in generale. La denigrazione verso le donne è palpabile anche al di fuori. Si sono evidenziate in maniera macroscopica le difficoltà d’intendere il femminile. Mai si rivolge l’indignazione contro la corruzione, l’infamità, la mafia al potere, gli intrallazzi, ecc… Quel che emerge è solo un disprezzo verso le donne… che vengono pensate come se stessero sempre rubando qualcosa, per lo più soldi-lavoro-uomini… stesso assioma usato per l’immigrato. Ed è su questa triade (come altre: dio-patria-famiglia o padre-figlio-spirito santo…), che impostano i loro riferimenti, i pensieri e le parole: moralità, dignità, meritocrazia, ecc… concetti di un vuoto abissale, presentati come valori… Buoni solo a raccogliere facili e superficiali consensi ed adesioni qualunquistiche e giustizialiste. Una “Lancia di Longino” che perfora il nostro intelletto impedendo le vitali capacità critiche e di astrazione.
Leila
Nella risposta all’articolo di Pia Covre da parte delle organizzatrici della manifestazione leggo, in un tentativo maldestro di retromarcia:
“Non abbiamo niente contro le sex workers: ma contro i puttanieri si. Io rispetto chi vende servizi sessuali. Non chi li compra, però, che mi sembra invece soltanto che sfrutti a suo vantaggio lo strapotere economico e sociale maschile.”
A loro “sembra che”…. e complimenti infilano un’altra bella scemenza. a loro “sembra che”…..RIBADISCE la discriminazione, oltre a quella dichiarata dei clienti (che sono del tutto liberi di pagare, segnalo che non è ancora un reato), di nuovo anche quella delle Sex Workers in quanto si definisce a priori e per tutte le Lavoratrici, quali sono, e secondo la propria opinione, i rapporti di forza nell’ incontro cliente-prostituta. Si continua perciò a misurare dinamiche che riguardano la vita e la sessualità di altre persone con la propria vagina.
Util eo noIo scrivo, non possono diffondere ‘sta roba, che sembra un’ incisione del Santo Uffizio. Dire che incita all’odio di genere è poco.
io ho scritto all’associazione di cui compare il logo in fondo al video, non so se è utile ma mi sembrava giusto farglielo presente (nel caso non leggano fas od i commenti di youtube)
fatelo anche voi! scrivete a: retedellaconoscenza@gmail.com