Totò Cuffaro, detto Totò vasa vasa, è stato condannato in cassazione a sette anni per favoreggiamento aggravato a cosa nostra e per violazione del segreto istruttorio. Su di lui sembra non pesare nessun giudizio morale. Nessuna indignazione verso chi è stato presidente di una regione e in varie occasioni ha affermato che la mafia non esiste.
Tutte le testate giornalistiche fanno di lui un ritratto pietoso, quasi a voler raccontare che egli sia stato vittima di azioni astratte mai dipendenti da lui. Parlano dunque di un uomo che prega, che è andato in carcere in esecuzione della sentenza da vittima di un giudizio ingiusto. Una specie di martire, uno dei tanti della magistratura che pare non abbia altro da fare nella vita che occuparsi di taluni uomini politici.
Si susseguono i comunicati di solidarietà per Cuffaro. Gli sono umanamente vicini: Casini (Udc), Follini (Pd), Cicchitto e Quagliarello del Pdl, e altri che commossi sono andati a trovarlo in carcere e comunicano che lui prega, è sereno, e sembra proprio un cristo in croce pronto a dire da un momento all’altro “perdona loro perchè non sanno quello che fanno”.
Perciò ecco come alcuni quotidiani online contribuiscono alla costruzione di un martire prossimo alla canonizzazione.
Il Giornale:
L’Unità:
Libero:
Repubblica:
Corriere:
Il Fatto Quotidiano (Luca Telese)
Tutt* noi sappiamo bene che alcuni tra questi quotidiani, quelli di centro destra innanzitutto, non vedono mai “l’uomo” se a finire in galera è un rom, uno straniero, un immigrato. E sappiamo anche che le carceri sono strapiene di persone finite in galera per un grammo di hashish o perchè non sono andate via quando la questura gli ha ordinato di lasciare l’italia. Un’altra bella fetta di persone in carcere sono prostitute, trans, e ultimamente anche tanti compagni e compagne che periodicamente vengono arrestati perchè hanno il brutto vizio di non voler ricevere le manganellate della polizia in piazza.
I condannati per questioni di finanza, furti ad alto livello non finiscono in galera. Non ci finiscono neppure gli italiani che stuprano le donne, i pedofili italici ai quali in genere danno qualche annetto di carcere da passare ai domiciliari. Non ci finiscono neppure i maschi che ammazzano le donne perchè se la cavano quasi sempre con l’infermità mentale o con condanne brevi che al confronto i compagni che hanno beccato dieci anni per una vetrina rotta nel g8 di genova parrebbero aver sterminato almeno tre famiglie intere.
E le condizioni delle carceri italiane sono queste perchè c’è stata prima la Bossi-Fini (quello stesso fini che ora fa tanto l’illuminato), poi quell’altra con giovanardi, poi il decreto antistupri che viene applicato solo nel caso in cui l’accusato di stupro è uno straniero. Fondamentalmente la galera è un immondezzaio delle categorie sociali delle quali la destra vuole liberarsi. E in queste categorie nessuno riconosce l’uomo o la donna. In effetti non vengono neppure descritte come persone. Come se non avessero di che soffrire e di che patire.
Cuffaro e altri che prima di lui, per situazioni analoghe o chiamate in modo diverso, sono finiti in carcere, per brevi periodi, sono invece trattati come fosse una grande violazione di un codice non scritto quello di spingersi fino alla condanna di una persona che ha commesso i reati che gli sono stati addebitati.
La strategia è la stessa. Chiunque subisca un processo e lo perda viene descritto come una vittima di persecuzioni di vario genere. Perchè in fondo che male c’è a fare quello che i magistrati dicono abbia fatto Cuffaro? Che male c’è a fare quello per il quale sono indagati altri politici?
L’aspetto comico della vicenda, se in questo genere di speculazioni mediatiche si può riscontrare un aspetto comico, è, come giustamente rileva il blog Militant, che in questi giorni si sta dibattendo di una questione serissima che tocca alcuni autori e alcune autrici italian* che nel 2004 hanno firmato un appello contrario all’estradizione di Battisti.
Nei loro confronti è partita una vera e propria caccia alle streghe. Sono stati messi all’indice da alcuni rappresentanti istituzionali di destra che da un lato esortano le biblioteche a non tenere più libri di tutti loro e dall’altro vorrebbero proibire alle scuole di usarli a prescidere dal loro contenuto. Soltanto perchè scritti da persone con idee diverse da quelle dei censori.
Di tutta la questione abbiamo parlato e QUI troverete una serie di link da seguire per restare in costante aggiornamento sulla vicenda.
Quello che però è necessario dire è che è di una chiarezza lampante il fatto che coloro che si dichiarano solidali, amici, umanamente vicini a Cuffaro, condannato per favoreggiamento aggravato a cosa nostra, sarebbero legittimati a farlo e su di loro non dovrebbe pesare alcun giudizio morale, invece quelli che si sono espressi in modo contrario alla persecuzione che sta avvenendo ai danni di Battisti vengono proposti per un rogo (di libri).
Questa è l’Italia. Il luogo in cui i demoni e i martiri si creano sulla carta, con una precisa strategia di comunicazione. Sappiatelo.
luca telese dovrebbe mettersi d’accordo con se stesso e con il quotidiano che lo ospita.
proprio loro che augurano la galera a chiunque, che passano le giornate a dire che berlusconi dovrebbe farsi processare, etc etc, e ora fanno l’elogio di cuffaro facendolo passare per povera vittima.
l’umanizzazione di una persona che mentre veniva processato per favoreggiamento aggravato a cosa nostra prendeva gli stipendi da presidente della regione e da senatore. stipendi pagati con i nostri soldi. a fronte della totale disumanizzazione di un povero immigrato che finisce in galera per puro pregiudizio.
l’immigrato non ha famiglia? non ha un’anima?
è veramente oltre il paradosso.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/01/23/elogio-di-cuffaro/87934/
Questo è “Il Fatto Quotidiano”, il pezzo è di Luca Telese, titolo “Elogio di Cuffaro”…