Ecco l’alibi tirato fuori dalla santanchè durante la puntata di Annozero dedicata alle attività sessuali del premier.
Salto la parte che riguarda i soliti giornalisti che usano le donne per dare addosso al premier. Salto anche quella in cui Concita de Gregorio afferma che la maggior parte delle donne italiane non sono come quelle lì (ovvero? come sono quelle lì? io sono più solidale con quelle lì che con quelle che fanno finta di non sapere che in italia tutte le donne, in un modo o nell’altro vendono qualcosa di se per tirare a campare).
Mi concentro su quello che ha detto la Santanchè per demolire la testimonianza di una delle ragazze che ha dichiarato di aver fatto sesso con il premier. Sono andati nientemeno che a pescare l’ex marito che avrebbe dichiarato che è pazza per toglierle il figlio. E queste fantastiche carinerie la Santanchè le ha dette dopo aver rimproverato i presenti per l’offesa che infliggevano a quelle donne chiamandole prostitute.
Perchè nella mente della Santanchè dire di una donna che è una prostituta è un danno alla sua reputazione, dire invece che è pazza è un complimento.
Da qui capisco che l’alleanza tra la destra fascista e gli argomenti da padri separati è assai stretta. In entrambi i casi ci si libera della donna dicendo che è pazza. Mussolini faceva rinchiudere la sua prima moglie in manicomio. La Santanchè sostiene che chiunque dichiari di essere una prostituta è pazza, perchè sua opinione è che per mostrare di non esserlo bisogna negare quello che si fa. E gli ex mariti prestano il fianco al regime demolendo la credibilità delle donne che mettono in discussione l’imperatore.
Gli ex mariti impongono una falsa sindrome (Pas) inventata apposta per dare delle matte alle madri alle quali vogliono togliere i figli e le femmine fasciste, esattamente come gli uomini di regime, sono disposte a psichiatrizzare le donne pur di eliminare alcune testimoni scomode.
E’ veramente una pessima rappresentazione di quello che è l’Italia ma è anche fedele alla descrizione che ne abbiamo fatto fino ad ora.
Non ci eravamo sbagliate. Purtroppo. E’ regime. E’ fascismo.
Per la prossima puntata ci riserviamo di commentare lo stupore ipocrita di tutte quelle e tutti quelli che sono sorpres* – leggendo i dialoghi tra padri e figlie nelle intercettazioni o i commenti speranzosi di quelli che sarebbero felici che la propria figlia ventenne sia fidanzata del premier – del fatto che esistono padri papponi che spingono le figlie a darsi via al miglior offerente. Come se nella storia non ci fossero matrimoni combinati. Come se l’autorità paterna nei secoli non si fosse espressa a partire dallo sfruttamento del corpo delle figlie. Motivo per cui quegli stessi padri punivano le figlie se sceglievano un destino diverso da quello che era stato prospettato. Come se ancora oggi il primo obiettivo di certi padri non è quello di svendere la propria figlia per “sistemarla” alle dipendenze di un buon partito a prescindere dal fatto che sia una brava persona e che ci sia in questa relazione un minimo di amore.
Mi sfugge il motivo per cui alcun* stiano più volte dichiarando che erano meglio i padri di una volta, quelli sul modello meridionale/arabo che solo a sentire che una donna si dava via per soldi l’avrebbero massacrata. Ci sfugge perchè sappiamo che non è un fatto vero. Perchè nel caso di padri del genere l’unica cosa vera è che ipocritamente facevano finta di non sapere cosa faceva la figlia per procurare il denaro che serviva. Perchè quel modello familista lindo e disinteressato, pieno d’amore, in cui conta qualcosa di diverso dai soldi, esiste poco e quando esiste, perchè ci liberiamo delle sovrastrutture e tentiamo di reinventarlo dando valore alle persone piuttosto che a quello che guadagnano, all’essere più che all’apparire, ci dicono che siamo sbagliate, che siamo persone sgradite alla maggioranza.
Ma come ho detto, ci torneremo su. Ora sono davvero troppo arrabbiata per poter guardare a questi commenti con ironia come ci piace fare.
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@virginia, sono d’accordo con te. la mia critica era sull’uso della parola ‘tutte’. insomma non ci sono solo donne maltrattate dal marito o escort, per fortuna. ci sono tanti casi diversi, nessuno vuole sentirsi un gradino più in alto ma solo che in un paese come il nostro se vuoi lavorare con il cervello e allo stesso tempo crearti una famiglia devi faticare e tanto perchè di porte in faccia le istituzioni e la società te ne sbattono tante. e allora io non giudico moralmente nessuno, ma permettetemi di sottolineare che non tutte le donne scelgono la strada più facile. poi ognuna facesse quello che vuole del suo corpo, ci mancherebbe!
Classico di un paese che ancora ci divide in sante e mignotte. Ruby è solo una vittima
io credo che la questione non sia rimarcare la differenza tra chi fa la escort e chi la prostituta, oppure tra chi lavora di giorno e chi di notte (mettiamola così!)….il punto è che è insopportabile chi si permette di attribuire valore, giudicando negativamente chi fa “quel lavoro lì” e non si rende conto che ogni giorno tante donne vendono i loro sorrisi o i loro sguardi per ottenere l’attenzione di un impiegato alle poste, o del commesso di turno che non vuole fare il suo lavoro…
credo che le donne possano vendere il proprio corpo in tanti modi ed è sbagliato sentirsi un gradino più in alto di chi ammette molto sinceramente di fare la escort per guadagnarsi da vivere.
io personalmente preferirei fare la escort in maniera autonoma, scegliendo quando, quanto, e con chi, piuttosto che essere una moglie maltrattata, tradita, costretta ad avere rapporti con un marito che non ama più solo per avere un tetto sopra la testa e da mangiare tutti i giorni!
sono d’accordo su quanto scritto in questo post, ma non ho capito la frase “io sono più solidale con quelle lì che con quelle che fanno finta di non sapere che in italia tutte le donne, in un modo o nell’altro vendono qualcosa di se per tirare a campare”.
io per tirare a campare vendo il mio cervello e le mie competenze che mi sono guadagnata studiando e facendomi il mazzo tutti i giorni per anni. come me tante donne che devono ogni giorno lottare oltre che con i normali problemi lavorativi, anche con una quotidianità difficile che ti penalizza e ti umilia per il fatto che sei anche madre e hai scelto di lavorare e mandare tuo figlio all’asilo. credo che questo intendesse Concita de Gregorio. non voglio qui fare la morale a nessuno, tanto più che nel caso di Berlusconi si parla di minorenni, però per favore ammettiamo che c’è differenza fra una donna che si fa il c…o ogni giorno e una che il c…o lo dà a un vecchio maniaco sessuale miliardario, così come c’è differenza fra la escort e la povera prostituta di strada che molto spesso quella vita non l’ha neanche scelta.