Skip to content


L’apartheid negli asili di Trieste

http://www.iismattei.it/images_attivita/ScuoleAperte/passato/1930_libro2_copertina.jpgL’educazione del giovane balilla ha da avvenire a partire dall’asilo. Sarà per questo che a Trieste la giunta comunale, mentre varava il nuovo regolamento per le scuole d’infanzia, decideva di obbligare ogni istituto ad affiggere un crocifisso nelle classi, imponeva un tetto di frequentazione (4 su dieci) per i bambini stranieri, e poneva il diritto di prelazione che consente a chi è italiano di scavalcare nella graduatoria lo straniero.

L’italianità diventa una “qualifica”, una “qualità”, un “merito” di quella scuola dei “meriti” di cui la gelmini parla tanto. Il merito di essere italiani, razzisti, fascisti, egoisti e disumani. Un merito di merda.

Ce ne sono tanti di regolamenti comunali che aggirano le leggi nazionali o semplicemente le anticipano che ricalcano leggi razziali talvolta assai peggiori di quelle mussoliniane, ma quelli sulla scuola sono in assoluto quelli che spiegano meglio di qualunque altra cosa il modello di società che questa gente sta realizzando.

Addestrati fin dalla nascita, con insegnanti selezionati per ceto, censo, inclinazione politica, con la caccia alle streghe per il prof sessantottino e la persecuzione misogina delle maestre declinata in tutti i modi.

Più di tutto fa ricordare tristemente il passato l’obbligo del grembiulino. La divisa come nel modello scolastico di mussolini. Poi la divisione dell’insegnamento per genere. Per arrivare alla scuola superiore dove gelmini e la russa hanno predisposto le lezioni ginnico/militari per i maschietti volenterosi. Infine l’università solo per i più abbienti anche se sono delle teste di cucuzza come certi leghisti che nonostante le bocciature guadagnano soldi pubblici per mandato istituzionale.

E’ proprio un bel futuro di maschi educati all’obbedienza per “fede” e al patriottico machismo. Un gran bel presente. E se i genitori dei bambini italiani sono inferociti, ignoranti, razzisti e fanatici come quelli di Adro non c’è da sperare in una rivoluzione che parta dal basso. Perchè il razzismo sta tutto lì, negli ignoranti che decidono che tutti i loro problemi derivano dallo straniero.

Lo sanno che gli asili pubblici in italia, come qualunque altra struttura di un welfare che poggia soprattutto sulle spalle delle donne,  non vengono costruiti perchè chi governa spreca i soldi per mantenere i privilegi di bavosi e puttanieri?

Lo sanno che gli immigrati contribuiscono, pagando le tasse, alla realizzazione di ogni servizio, asilo incluso, esistente sui territori?

Come mai allora a Trieste il comune non decide il diritto di prelazione anche sul pagamento delle tasse comunali? Prima gli italiani e poi, semmai, gli stranieri. Perchè dato che della spesa pubblica, realizzata anche grazie ai loro soldi, gli immigrati non possono usufruire, allora non si capisce perchè mai debbano pagare.

Io direi che anche gli italiani che non sono razzisti potrebbero mostrare un po’ di decoroso rammarico, un minimo di indignazione, una espressione accigliata. Almeno per fare scena. Che di questo cattolico/cristiano nord-est ne abbiamo piene le ovaie tutt* quant* e sarebbe il momento di definire il fatto che i ciellini sparsi in quelle zone sono puro sterco che viene dritto dal culo di un nazista vecchio, rincitrullito che ancora governa grazie alla merda che ha prodotto.

E chissà quanti bei canti di natale. Quanta bontà profusa. Roba da mettersi le dita nel naso e scaccolare per giorni e giorni per sparare rigurgiti di ipocrisia a tutti quelli che la vomitano sul mondo intero.

I bambini sono bambini. E questi italiani “brava gente” mi fanno sempre più schifo.

Povera Italia!

Ps: in basso le divise che gli italioti immagineranno per i bambini stranieri.

Posted in Anticlero/Antifa, Omicidi sociali, Pensatoio.


5 Responses

Stay in touch with the conversation, subscribe to the RSS feed for comments on this post.

  1. mary says

    Quello sulle lezioni per piccoli balill…ops militari non lo sapevo ed è veramente triste. Mi fa pesnare ad un ritorno al ventennio…
    E’ anche una cosa sessista poi perchè lo fanno fare solo ai maschi e non alle femmine (alle femmine invece cosa le insegnano? a fare le veline?).
    Che tristezza.
    pochi giorni fa è morto un militare e i militari continuano a morire….mi fa schifo pensare che il governo ci vuole ridurre a carne da macello…

  2. fusilla says

    da fb tiziana a proposito di questo post scrive:

    “Vi riporto brevemente la mia esperienza.
    Io vivo in un piccolo paesino della danimarca da 7 mesi ed ho una figlia di due anni e mezzo che parla solo italiano. Da due mesi va all’asilo danese. Premetto che qui in nessun luogo pubblico ci sono simboli religiosi e\o politici e che negli asili i bambini stranieri hanno precedenza perchè sono quelli che hanno più bisogno integrarsi. Mia figlia è l’unica bimba straniera che hanno avuto e non sapevano molto bene cosa e come fare, hanno lavorato molto, la\ci hanno aiutato molto, le maestre sono subito andate a fare un corso, hanno parlaro e chiesto consiglio con altri asili che avevano già avuto questo tipo di esperienza. Per dirla breve: mia figlia ha avuto tutto il supporto e l’aiuto possibile, e questo non perchè era “l’unica” ma perchè, ripeto, qui c’è una grande politica d’integrazione:pensate che le maestre mi hanno anche detto che erano contente di fare questa esperienza…”

  3. Arturo Robertazzi says

    Questo post mi ha fatto venire in mente dei racconti di Boris Pahor. In una presentazione alla fiera dell’editoria di Roma, raccontava di quando, bambino, all’asilo, in una Trieste di inizio secolo, il maestro si infuriò perché i bambini avevano osato parlare sloveno. Un’immagine, in particolare, mi ha colpito molto: il maestro, infuriato, afferra una bambina e la appende per le trecce all’attaccapanni.
    Alla fine della presentazione, Boris Pahor si chiedeva: “Cosa ho fatto io per essere odiato.”
    Agghiacciante.

Continuing the Discussion

  1. L'apartheid negli asili di Trieste – Femminismo a Sud linked to this post on Gennaio 4, 2011

    […] approfondire consulta la fonte:  L'apartheid negli asili di Trieste – Femminismo a Sud Articoli correlati: Gelmini-La Russa inaugurano nelle scuole le "pattuglie di studenti […]

  2. Tweets that mention L’apartheid negli asili di Trieste – Femminismo a Sud -- Topsy.com linked to this post on Gennaio 4, 2011

    […] This post was mentioned on Twitter by Marco Gaudenzi and noblogs. noblogs said: [cybergrrlz] L'apartheid negli asili di Trieste http://nbl.gs/2KJ […]