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La consigliera

Gisella è una ragazza semplice, fisicamente lontana da tutti gli standard commerciali, delusa dalla vita e dagli eventi.

Il mondo l’ha fatta sentire ultima in tutto. Lei si è convinta di non valere niente.

Vive in una specie di prigione. I suoi abiti riflettono il suo stato d’animo. E’ patetica nelle mille scuse che racconta per spiegare alle rare persone che incontra il motivo della sua amarezza.

La sua galera sta dentro la sua testa. L’unica a possedere la chiave della sua cella è lei.

Ultimamente l’ho trovata quasi viva e la causa di tanta vitalità era dovuta al fatto che aveva trovato una cavia da manipolare.

Non ho mai creduto agli stereotipi. Penso che la bruttezza sia uno stato d’animo. Che puoi essere lontana quanto vuoi dai gusti commerciali ma se procedi con una sicura falcata da cavalla di razza in ogni caso lascerai il segno.

Non ho mai creduto neppure al fatto che una donna diversamente bella sia acida e cattiva come la cultura maschilista ci ha insegnato a immaginare. Ho conosciuto donne con la faccia tratta da un quadro di picasso ed erano e sono le donne più grandiose che abbia mai conosciuto. Ho conosciuto donne curatissime e strafighe che grondavano acidità e cattiveria.

Perché il realtà la cattiveria molto spesso nasce dall’insicurezza. Più sei insicura e più diventi potenzialmente perfida con quelle che immagini quali tue nemiche.

Metti anche che la sorellanza è un obiettivo da perseguire e che la complessità e la diffidenza nelle relazioni delle donne sono state sollecitate in senso negativo da maschilisti odiosi che come tutti i gruppi votati al mantenimento del dominio su un determinato genere di persone mirano alla nostra separazione, a fomentare guerra tra poveri, perché la solidarietà tra oppresse li spaventa più di tutto.

Sta di fatto che Gisella attualmente è viva perché ha trovato una ragazza più giovane, piccola, carina e di un altro genere di insicurezza alla quale far compiere azioni sulla base dei suoi consigli.

Avete mai conosciuto la “consigliera” di professione? Quella che non vi racconta dei suoi fallimenti e delle sue debolezze ma vi parla e sparla delle mille cose che voi potreste fare?

Gisella non ha controllo sulla sua vita e tenta di avere il controllo sulle vite di altre.

In generale non mi impiccio di queste faccende e non tendo a giudicare perché ciascuna vive attraverso varie fasi prima di assumere consapevolezza e l’unico mio modo di guardare alle persone è per comprenderle, per capire e ridisegnare nella mia testa i mille significati che può assumere la vita di chiunque.

Però c’è un particolare momento in cui perdo distanza e mi riesce facile infuriarmi. Perché capisco le ragioni di chi perde e di chi vince. Capisco perfino quelle di chi prevarica e di chi è prevaricata. Tuttavia non posso tollerare le consigliere che fanno le ruffiane per favorire relazioni con uomini di merda.

Quasi fossero le loro serve. Una specie di esercito di reclutatrici di donne per i generali al comando.

Gisella vuole a tutti i costi che la ragazza che ha in “consegna” scelga un tale che sovente alza la voce, è aggressivo e usa gli schiaffi come metodo per dichiarare il suo grande amore.

Ti vuole bene davvero… si vede che ci tiene… incontralo, parlaci e vedrai…” ed è così che Gisella in realtà vive quella relazione in conto terzi ritagliandosi fette di complicità con quell’uomo che altrimenti non la considererebbe neppure degna di un semplice saluto.

Fare da regista della vita di quella ragazza le serve per allontanarsi dalla sua e per evitare di lottare per ottenere qualcosa per se’.

Questa caporalessa ruffiana non è particolarmente interessata al bene della ragazza e diventa tra l’altro l’elemento che confligge e interferisce nel rapporto di fiducia tra la ragazza e i suoi genitori.

Padre e madre di questa fanciulla sono assolutamente contrari alla sua relazione con il tizio manesco. Lo sono a ragion veduta. A loro importa della figlia e vogliono tenerla lontana da uno stronzo.

Gisella gode nel diventare altra figura di riferimento genitoriale senza averne le qualità e la capacità.

Non ho detto che a volte non siano gli stessi genitori a sbagliare e che un intervento esterno sia necessario. Non ho detto neppure che i genitori siano sempre interessati al bene delle figlie e le persone non di famiglia invece no.

Sto solo raccontando una storia e riguarda Gisella e il suo ruolo in questa faccenda.

La ragazza è scappata per alcuni giorni per vivere la sua storia d’amore con quel colabrodo di maschio.

E’ tornata consumata da notti insonni, sazia di sesso, della quale certamente era curiosa, e delusa per tutto il resto. Il tizio non aveva atteso neppure due giorni che già aveva cominciato a privarla della possibilità di fare qualunque cosa.

Non vestirti così, non muoverti cosà, la scuola puoi lasciarla perché non ti serve, e bla bla bla.

La ragazza è tornata a casa, dai genitori, che per fortuna, dato che siamo abbastanza lontani dall’epoca in cui una fuitina significava una grave compromissione del futuro, sono stati ben felici di accoglierla.

Il maschio stronzo ha chiamato un paio di volte Gisella per lamentarsi di come erano andate le cose. Lei aveva perfino sperato di essere almeno la sua seconda scelta. Invece niente. Lui è sparito pronto a mortificare qualche altra figlia.

Gisella si è come sgonfiata. E’ tornata a essere quella di sempre. Spenta, delusa, quasi defunta.

Gisella è una persona semplice, si. Infatti è semplicemente una donna molto cattiva con se stessa.

Mi spiace averla incontrata di nuovo. Mi spiace averla vista ancora ferma allo stesso ruolo che interpretava dieci anni fa. Mi spiace che non abbia fatto nulla per se stessa. Mi spiace non poter fare a meno di prestarle attenzione perché il mondo è fatto anche di donne come lei e non mi è dato selezionare le sorelle in coppie psicologicamente e geneticamente perfette, privilegio che solo la presunzione maschile ha potuto attribuire ad un tale chiamato Noè.

Semplicemente, mi spiace.

Prendetela come una storia di natale… di quelle che vi piacciono tanto. Per i lieto fine c’è tempo.

Posted in Narrazioni: Assaggi, Pensatoio.