Dalle sorelle napoletane:
“Questo 25 novembre abbiamo deciso di coprire il centro della città di Napoli con cartelli e messaggi che denunciano con forza lo stato delle cose e possono invitare tutte le donne a riflettere e a riprendere in mano la propria vita. Soprattutto, però abbiamo deciso di dedicare questa giornata ad una nostra giovane concittadina, Emiliana Femiano, 25 anni, uccisa due giorni fa dall’ex fidanzato a coltellate.”
Il comunicato del Collettivo femminista Pachanama:
Anche quest’anno si celebra la giornata internazionale contro la volenza sulle donne, ricorrenza che, nonostante il passare del tempo, non perde il suo forte valore di denuncia e di rivendicazione. Denuncia, perchè ancora oggi sono troppe le donne nel mondo e in italia sono vittime di violenze, abusi che troppo spesso portano alla morte. Denuncia, perchè ancora oggi nel mondo e in italia le donne sono vittime di discriminazioni, di esclusione dalla vita sociale, di ghettizzazione nei ruoli marginali della produzione e del sapere da un lato, in quelli preordinati della cura e dell’assistenza dall’altro.
Perchè oggi sempre di più la donna è diventata corpo vuoto, capace di portare solo forme generose, atteggiamenti seducenti, piacere finto, strumentalizzata e svilita nella sua capacità di amare, soffrire, pensare, di avere e pretendere dignità. Perchè se quel corpo si riempie di qualcosa, lo fa solo se capace di una funzione riproduttrice. In troppi ancora oggi (e le ultime dichiarazioni di papa Benedetto XVI lo dimostrano) si preoccupano più di proteggere gli embrioni, vite in potenza, che le donne che un giorno potrebbero scegliere di essere madri consapevoli, ma anche di non esserlo! Per cui è sempre deprecabile la donna che sceglie l’aborto, ma non sempre è necessario parlare delle donne (soprattutto se non cattoliche) che vengono offese, sfruttate, umiliate, abusate.
Denuncia, quindi , perchè solo negli ultimi quattro mesi e soltanto in Italia sono già sessantacinque le donne uccise dalla mano di un uomo, mano che troppo spesso quelle donne conoscevano bene, perchè apparteneva al padre, al marito, al fratello, al fidanzato. Proprio la famiglia, il rifugio in cui vorrebbero costringerci, il caposaldo della nostra società, il fondamento delle politiche sociali di questo paese, infatti, oramai si è trasformata nella tomba di tante donne che non sempre hanno la forza, il coraggio, la possibilità di denunciare, di scappare. Ma, siccome pare che dalle mura familiari non si possa prescindere, ecco che il governo taglia i fondi a tutti quei centri antiviolenza, alle case delle donne sparse per il paese che potevano rappresentare la fuga, la liberazione, l’accusa.
E allora denunciamo, e approfittiamo di questa giornata per farlo ancora una volta, che non siamo più disposte a tollerare che il nostro corpo, una volta che non serve più come oggetto di piacere o di riproduzione, venga usato per varare leggi oppressive e razziste. Non accettiamo più che si possa parlare di stupro solo quando l’uomo coinvolto è un immigrato, altrimenti si tratta sicuramente di delitto passionale. Non accettiamo più che per tutelare di notte le strade su cui camminiamo, nelle nostre città vengano allestiti veri e propri check point militari, quando sappiamo benissimo che dietro la divisa si nasconde comunque un uomo, quando sappiamo benissimo quali trattamenti la polizia riserva nei C.I.E alle donne immigrate. Denunciamo con forza la pesante discriminazione che ancora tantissime donne subiscono nelle strutture sanitarie pubbliche, dove, in nome di una presunta obiezione di coscienza, vengono loro negati il diritto alle cure, al ricovero, alla libertà di scelta sul proprio corpo.
Questo 25 novembre abbiamo deciso di coprire il centro della città di Napoli con cartelli e messaggi che denunciano con forza lo stato delle cose e possono invitare tutte le donne a riflettere e a riprendere in mano la propria vita. Soprattutto, però abbiamo deciso di dedicare questa giornata ad una nostra giovane concittadina, Emiliana Femiano, 25 anni, uccisa due giorni fa dall’ex fidanzato a coltellate. Emiliana aveva già subito da lui un’aggressione un anno fa. Aveva trovato la forza ed il coraggio di denunciare, di sostenere l’accusa. I giudici le hanno danno ragione, lo condannano ad otto anni, ma ne sconta meno di uno. In fondo, aveva solo provato ad uccidere l’ex fidanzata..a volte troppo amore acceca. Perciò torna libero, anche se ai domiciliari, ma libero comunque di riprovare ad uccidere Emiliana. E di riuscirci.
Così come per l’assassinio di Sarah oggi a noi non interessa affatto sapere i retroscena, i segreti più reconditi della vita familiare, di giocare con plastici di villette o di prefiguare oscure perversioni, convinte come siamo che quasi mai dietro l’uccisione di una donna si nasconde un uomo malato di mente. Oggi ci interessa solo che Emiliana, un’altra donna, è stata uccisa da un uomo, che evidentemente, non riusciva più ad avere su di lei il controllo totale, non riusciva a possederla, a gestirla, ad ingabbiarla. Oggi ci interessa solo gridare che mai più nessun femminicidio resterà inascoltato, perchè siate certi di non contare sul nostro silenzio, ma sulla nostra rabbia!