Elisabetta ci manda questo contributo che ci sembra assolutamente necessario a bilancio del ruolo dell’informazione in questa importante giornata di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne. Lei parla di quotidiani online e noi potremmo aggiungere che finanche il tg3 non ha detto assolutamente niente sulla violenza contro le donne in italia, fuorchè un minimo passaggio in cui si vedevano la Carfagna e la oramai più che filo governativa Bonino intente, come al solito, a spostare l’attenzione sulle violenze di altri paesi, trascurando di citare quelle irrisolte, prive di qualunque intervento da parte del governo, in italia.
Molto meglio, come dice Elisabetta, gettare lo sguardo altrove per trascurare di citare le troppe vittime italiane, uccise da uomini italiani, padri, figli, mariti, conviventi, fidanzati, ex, che è nostro dovere ricordare ben sapendo che il governo realizza una gravissima omissione e tale omissione si riflette sulla totale assenza di interventi a sostegno della lotta contro la violenza sulle donne. Ma di questo abbiamo già parlato. Vi lascio alla lettura del contributo di Elisabetta.
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Lo sguardo altrove
di Elisabetta P.
Alle ore 15:00 del 25 novembre, giornata internazionale della violenza contro le donne, le prime pagine dei due maggiori quotidiani on line offrono ben poco riguardo a dati, situazione italiana attuale, statistiche, ed iniziative reali e virtuali in corso.
Il Corriere della Sera dedica un trafiletto laterale (ben distinto dalle notizie a centro pagina, tra cui l’aggressione a Emilio Fede, la vicenda di tre ragazzi che sopravvivono ad un naufragio nutrendosi di gabbiani, e la gravidanza dell’avvocatessa Bongiorno) con questo titolo : GIORNATA MONDIALE (di cosa? del tiro al piattello? ma hanno paura a scriverlo?? ). La foto a corredo ritrae alcune operaie chine sul banco di lavoro. A questo punto potrei legittimamente supporre che oggi è la giornata delle lavoratrici e dei lavoratori, ma le temperature tutt’altro che primaverili mi fanno abbandonare presto l’idea, mentre l’anteprima dell’articolo recita: AL LAVORO IN GONNA PER DIRE BASTA AGLI STUPRI in Francia e nel mondo contro la violenza sulle donne.
Francia? Perché non si parla dell’Italia e del femminicidio che vi si consuma quotidianamente? Degli elenchi delle donne morte per mano maschile? Come mai ancora una volta si sceglie di guardare allo stato delle cose internazionale (proprio come ha fatto l’Onorevole Bonino qualche sera fa nella trasmissione Vieni via con me)?
In compenso, ben evidenti sono le foto e relativi articoli che secondo la redazione de Il Corriere ci dovrebbero allietare: angeli in perizoma di Victoria’ s Secret e un misterioso tanga scomparso appartenente a tale Irina.
C’è poco da rasserenarsi anche leggendo Repubblica.
Con il titolo va un poco meglio, e anche con la posizione che il quotidiano riserva a questa giornata.
GIORNATA CONTRO LA VIOLENZA ALLE DONNE. AD UCCIDERE SONO I MARITI E I FIDANZATI.
Bene, ora mi aspetterei di leggere un’ anticipazione dell’articolo che sicuramente analizzerà il desolante scenario italiano.
E invece: Mondo solidale. Un impegno che durerà fino al 10 dicembre: raccogliere 8.000 firme al giorno, quante sono le bambine sottoposte quotidianamente alle mutilazioni genitali nel mondo. In Europa sono 500.000
Ma come, nessun accenno alle circa 65 connazionali uccise negli ultimi quattro mesi? Nessuna parola sul luogo in cui questa violenza nasce e si alimenta, cioè la famiglia? Nessuna menzione del fatto che l’Italia è prima in Europa in quanto a violenza domestica ed ultima per provvedimenti contro la violenza sulle donne? Perché si sceglie di parlare di solidarietà ed infibulazione?
Ancora una volta, è evidente l’atteggiamento misogino e negazionista di buona parte dei mezzi d’informazione, che si rendono anche oggi mandanti culturali e morali del femminicidio.
Si, ieri il Tg3 mi ha piacevolmente sorpresa.
La sera sono stata alla prima di “Precious”,che racconta proprio una storia di abusi e violenze domestiche.
Il portavoce dell’UNICEF (mo’ non mi ricordo chi era, mi dispiace) ha ricordato il 25 novembre sottolineando che le violenze avvengono nella maggior parte dei casi nelle famiglie (“quindi non c’è da santificare la famiglia”, ha detto) e poi ha affermato che questa giornata interessa anche gli uomini: “…noi maschietti, che quelle violenze le facciamo”.
Il mio applauso è stato un po’ più fragoroso degli altri, non mi pareva vero.
grazie Irene della precisazione. probabilmente la sorella che ha scritto il post si riferiva al tg3 delle 14,30.
Solo una precisazione: il Tg3 delle 19 ha trasmesso chiaramente il messaggio che il maggiore pericolo per le donne italiane viene dagli uomini di famiglia e/o con cui hanno (avuto) una relazione. Invece il Tg2 ha trasmesso una dichiarazione della Carfagna sulle violenze in Africa…
Almeno oggi potevano risparmiarsi questo regalino alle donne….
Quante donne devono morire in italia prima che ne parlino? nemmeno alla giornata delle donne è consentito parlarne..l’arretrattezza italiana non solo è vergognosa ma è anche pericolosa per le donne e x la nostra vita