Quante di voi sanno che ieri un carabiniere ha ammazzato una figlia di 13 anni e ha ferito l’altra di 15? Scommetto molto poche perchè non ne ha parlato nessuno.
La rai continua a contare le formiche sul marciapiede di avetrana, e chi se ne frega se di donne continuano a morirne una dietro l’altra.
L’uomo che ha sparato alle figlie non era romeno, non era disoccupato, era perfino carabiniere.
Non siamo sul piano del film “Un giorno perfetto” dove il militare ammazza i figli e s’ammazza dopo aver picchiato la ex moglie. Qui c’è la moglie, una insegnante, che era da un’altra parte e quest’uomo che – secondo quello che dice la stampa – non è riuscito a sopportare che le figlie mettessero in discussione la sua autorità.
Perchè già è difficile avere in casa un padre autoritario, se poi è anche carabiniere e perdipiù armato una figlia adolescente non ha di sicuro il diritto di contraddirlo. Un po’ come per il film American Beauty, con l’ufficiale dei marines tanto insicuro che doveva nutrirsi della paura di moglie e figlio per riuscire a sopravvivere.
Nei rari quotidiani che hanno dato la notizia però non c’è neppure un accenno di riflessione. Nulla di nulla. Lui era un uomo irreprensibile e la faccenda è stata tutta una follia. Punto e basta. Anzi, per l’esattezza i quotidiani hanno trovato il vero colpevole, quello buono per ogni occasione: internet. In questo caso: facebook.
Scrivono che l’uomo aveva ordinato di non usarlo e le figlie avevano disobbedito. E cosa fa un bravo genitore che vuole educare le figlie alla sottomissione e all’obbedienza? Come in caserma: punta un’arma in faccia. All’occorrenza spara.
Ecco, su questo genere di nuclei familiari e sull’equilibrio di uomini che all’esterno vengono giudicati come irreprensibili ci sarebbe tanto da dire.
In generale diciamo che gli uomini armati sono rischiosi. Se immaginano di ottenere obbedienza in virtù della divisa che portano sono perfino pericolosi.
E in particolare ci riferiamo a delle indagini, soprattutto quelle di nazioni come l’inghilterra o gli stati uniti, in cui si è dimostrato che c’è un altissimo tasso di omertà tra colleghi militari che praticavano maltrattamenti in famiglia.
Il punto è che se subisci violenze da un familiare ti dicono di denunciare. Se a farti quelle violenze è giusto l’uomo al quale dovresti fare la denuncia chi può garantire la tua sopravvivenza?
In definitiva contiamo altre tre vittime. Una ragazzina morta perchè voleva stare su facebook, un’altra gravemente ferita perchè forse non si è messa sull’attenti davanti al padre, e la madre delle due ragazze che si scopre vedova di un assassino e a piangere sulla tomba di una figlia che troppo giovane ha pagato perchè ha sfidato l’autorità di un uomo.
Come abbiamo sempre detto: è un Bollettino di Guerra.
La “cattiveria” è un prodotto culturale, così come ogni forma di comportamento.
(O sbaglio?)
Non è un problema culturale ma cattiveria.
Leggo spesso di violenza alle donne come un problema di “cultura” non sono assolutamente daccordo, è la cattiveria il problema.
e anche qui possiamo dire che si tratti di una questione culturale. Sei una bambina e per giunta femmina e quindi non puoi usare facebook perchè pericoloso probabilmente..Però il pericolo allo stesso tempo si rivela lui, carabiniere per giunta..uno di quegli uomini armati che il governo voleva piazzare per proteggere le donne ma che poi sono i primi ad utilizzare le armi per ucciderci.
Questo sicuramente di testa non c’era…