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Per Maricica

http://roma.repubblica.it/images/2010/10/15/150429049-56aa746f-6337-4f21-8269-5ee28b718153.jpgIo non conosco il rumeno. Conosco però la lingua delle donne. Ed è attraverso questa lingua che ci fa sorelle che ti parlo.

Ho mille cose da dirti e in effetti non so da dove cominciare. Potrei iniziare dal fatto che quando tu sei finita in coma in ospedale, su internet ho letto commenti che ti hanno insultata in tutti i modi. E sai perché? Perché davanti a un estraneo dal quale ti eri sentita offesa tu non eri stata zitta, passiva a occhi bassi ma hai risposto, l’hai guardato dritto negli occhi e sei stata punita per questo.

Sono convinta che deve essere stato quello sguardo fiero che il tuo aggressore non ha sopportato. Ci sono pochi uomini che tollerano una donna che li guarda dritto negli occhi mentre gli dice quello che pensa.

C’è perfino chi ha messo insieme parole a caso per farci sapere come si deve comportare una signora. Chè non deve affrontare un bulletto che la insulta ma deve trattarlo come si conviene. Come nel 1800 quando ad una battuta irrispettosa al massimo le donne rispondevano con un lieve rossore sul viso.

Infine ci sono i bravi italiani che non ti hanno soccorsa immediatamente e quelle “brave persone” che riportano le parole del tuo aggressore dato che le tue non potremo mai sentirle.

Povero figlio, andava per i fatti suoi, e ha creduto che tu avessi qualcosa nella borsa. E può giocare con questo trucco facendo leva su mille pregiudizi perché tu sei rumena e lui romano, perché tu sei una di quelle che a roma non le possono sopportare e lui invece è uno di quelli che fa numero allo stadio e che gli danno la bandiera per rappresentare la patria. La loro patria. Non la mia. Perché la mia patria è dove stai tu. In quel posto a metà tra cielo e terra. Con la convinzione di meritare rispetto e la consapevolezza che per guadagnarmelo devo rischiare la vita.

Ti potrei dire che in italia si sta combattendo una guerra. Se leggessi quello che certa gente scrive ti stupiresti di quanto possono essere orribili certi esseri umani. Chè sono sicura che da qualche parte c’è stato chi ha sperato che tu sopravvivessi perché la tua morte sarebbe stata una “sfortuna” per quel “povero ragazzo”, mica per te che te ne andavi o per la tua famiglia che t’ha perduto e non potrà mai più riaverti indietro.

Chi glielo spiega a tuo marito che la giustizia in questo paese ha due pesi e due misure e che se il tuo aggressore fosse stato rumeno l’avrebbero già condannato. Invece è un italiano, un cocco di mamma, un figlio della lupa e perciò bisogna dire che è stato sfortunato “povero fijo mio“. Come se tu fossi morta per fargli un dispetto. Un dispetto a lui, capisci? Per prenderti una rivincita su un tale che non t’ha lasciato difendere i tuoi diritti perché quando t’ha sentita parlare t’ha accoppata con un pugno.

C’è gente che ragiona solo attorno al proprio ombelico e lo vedi da queste cose. A te non ci pensa nessuno e per pensarci più da lontano in questi giorni sono tutti concentrati a cercare il marcio in una famiglia italiana, quella in cui è morta Sarah Scazzi, per vedere se alla patetica gara tra chi muore e chi ammazza, quelli che odiano le donne, nè più e nè meno che degli sciacalli che fino al giorno prima hanno insultato pure lei, possono segnare un punto. E chi se ne frega della bambina che è morta. E chi se ne frega del fatto che l’abbiamo già detto che nelle famiglie italiane gli assassini non se la cavano mai da soli. Chi se ne frega se la complicità e l’omertà sono un fatto proprio delle famiglie de noiantri. Quella dell’assassino di una bambinetta e quella più allargata degli italiani che fanno il tifo per il tuo assassino.

Ed è così che lo chiamo, senza timore, perché per me uno che procura la morte di un’altra persona è un assassino, e mi dispiace che tu sia capitata in questa guerra oscena che fa vittime su vittime senza che nessuna di noi sembra poterci fare niente. Mi dispiace che tu che avevi visto certamente tanta vita e avevi mille cose da insegnare e raccontare ti sia portata via ogni tuo sapere. Perché assieme a te hanno spento la ricchezza che avresti potuto regalarmi e di questo furto io non li perdonerò mai.

Ogni volta che rubano una vita, una esperienza, in effetti io mi sento espropriata di una cellula vitale. Quella che mi tiene in piedi e mi fa diventare migliore, quella che mi regala una prospettiva e mi fa guardare al futuro con l’energia di chi non si arrende.

Mi resta la rabbia, che capisco sia ben poca cosa rispetto a quello che prova tuo marito e la tua famiglia, che abbraccio tutti allo stesso modo, chiedendo scusa per questa italia maledetta alla quale tu hai lasciato tasse forse perfino per pagare la pensione del vecchio nonno del tuo assassino. Dove tu hai salvato vite senza interessarti della loro nazionalità. Dove hai lasciato la tua vita e dove hai lasciato anche me che delle donne fiere e orgogliose resto orfana.

Io non conosco il rumeno. Conosco la lingua delle donne. Ed è in quella lingua che ti dico che ovunque tu sarai io sfilerò con te in corteo per rivendicare con rabbia che almeno lì tu possa difenderti da un prepotente senza morire ammazzata per questo.

Ciao Maricica!

Ciao sorella!

Posted in Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio, R-esistenze.


13 Responses

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  1. Elena says

    Allucinante!!! Siamo nel 2010 e noi donne – italiane o straniere – dobbiamo ancora conquistarci il diritto di difenderci e di pretendere il rispetto… E c’è gente che lo difende pure… ma se Maricica fosse stata loro madre cosa avrebbero detto????

  2. retroguard1a says

    solidarietà all’aggressore (peggio i/le solidali, o repubblica che pubblica le foto?):
    http://roma.repubblica.it/cronaca/2010/10/16/foto/caso_miricica_solidariet_ad_alessio-8132987/4/

  3. wildsidez says

    Non solo nei giorni scorsi gli amichetti dell’assassino hanno potuto fare tranquillamente un presidio in sua solidarietà, con striscioni “Alessio libero”, ma ieri al TG5 gli hanno dato spazio per parlare, e hanno detto “L’avremmo tutti fatto anche noi, Alessio non merita il carcere”.
    Adesso arriva anche il parlamentare PDL a difendere l’assassino, e la trasmissione DomenicaIn dà man forte ospitando la madre permettendole di difendere il figlio davanti a milioni di telespettatori
    http://roma.repubblica.it/cronaca/2010/10/17/news/anagnina_scontro_giro-alemanno-8156613/?ref=HREC1-3
    e la madre che dice???? : “MIO FIGLIO SI E’ SENTITO MINACCIATO, QUELLA DONNA ERA TROPPO SICURA DI SE'”.
    La morale è:
    donne straniere che girate per le nostre strade italiane, attenzione, OCCHI BASSI E ZITTE!! davanti ai nostri bulli nostrani, che se osate rispondergli a tono rischiate di beccarvi un legittimo pugno in faccia mortale. E i nostri ragazzi italiani non si meritano affatto il carcere, per aver fatto fuori una di voi disarmate. “Avremmo fatto tutti come il nostro dolce e buono Alessio”!

  4. Doriana says

    :-((((
    si sta combattendo una guerra, vero….mi piacerebbe che piu’ donne ne fossero consapevoli

    p.s.
    ieri sono andata in centro e l’ho trovato tappezzato di manifesti (faccia di rumeno che ha violentato ragazzina di vent’anni -bada bene , mentre era appartata col fidanzato, il quale…??!!!!!!- “accompagnata dalla scritta: grazie alla vostra integrazione”). QUando sono tornata a fare una foto con macchina fotografica, sono stata pesantemente biasimata (da una donna!) e ho avuto una discussione, poi vi racconto per bene che ora ho un mal di testa feroce, depression….
    a presto

  5. meli says

    Bellissime parole, che condivido pienamente. La situazione in Italia è davvero vergognosa. Non solo per i continui femminicidi e stupri, ma anche per l’indifferenza generale dei cittadini, che in questo caso non hanno fatto nulla per aiutarla (un mio amico che abita a Milano, scherzosamente mi diceva “se stai male a Milano, in strada… stai sicura che finirai di soffrire molto presto… perchè la mandria di incravattati ti prende sotto… senza fermarsi” riferendosi alle folle di persone che vanno al lavoro al mattino… io ridevo, ma è vero che nessuno ti aiuta).

  6. Chiara says

    Grazie davvero splendido

  7. giorgio says

    vorrei una donna del sud

  8. isaroseisarose says

    Grazie. Mi piace molto quello che dici sulla lingua delle donne, che è universale. Aggiungo anche un “purtroppo”: in un certo senso, secondo me, è anche un segno che in ogni cultura siamo tutte in una condizione uguale, o molto simile. Condizione di oppressione. Per questo, nonostante stia dalla parte delle donne musulmane come Sakineh e Aisha, credo che le loro storie vengano strumentalizzate per dimostrare il falso, e cioè che le donne musulmane sono in catene e quelle occidentali sono libere. Invece siamo in una condizione di oppressione tutte.

  9. Daisy says

    Il post è molto bello e condivisibile e penso che la signora sia stata molto coraggiosa.

    Visto il clima di crescente aggressività che regna nelle nostre città, mi domando, tuttavia, se valga la pena rischiare la vita per esigere rispetto.
    Che me ne faccio del rispetto di un troglodita subumano? Assolutamente nulla. Preferisco mille volte tornare a casa dai miei figli che non essere aggredita -o, peggio, uccisa – da simile feccia per aver difeso i miei diritti.
    Rivendicare dei diritti per un posto in fila? O per uno sgarbo in auto? No, grazie, non mi interessano proprio: perderò un secondo in più per la villania di qualcuno, ma non voglio prestarmi a essere il bersaglio di qualche cretino dai bollenti spiriti.

    Daisy

  10. alina mihaela says

    dico sempre che le disgrazie possono sempre capitare,che purtroppo uno puo perdere la testa per un secondo,e in quell secondo puo succedere una tragedia,ma per una cosa simile non essiste giustificazione.mi hai fatto piangere per che mi rendo conto che purtroppo,in questa societa,l”uomo non accetera mai che la donna sia piu forte di lui.e per questo usano la forza per provare a sottometerci(come una volta).gli sacrifici come quelli di MARICICA ci fanno diventare ogni volta piu forti e piu unite.basta stare zitte e obediente!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  11. Cristina says

    Bella… Bellissima. Grazie perché condivido questo fatto che mi ha sconvolta profondamente. Non è più possibile… Non è più sopportabile…

  12. ariel says

    Nient’altro da aggiungere a cio’ che hai scritto, solo complimenti! bellissime parole!.

  13. anna says

    mi hai fatto venire i brividi.
    un posto profondo e assolutamente CONDIVISIBILE.
    grazie.
    Pia