Il sindaco di Pontedera ha deciso di far rimuovere dei manifesti che pubblicizzavano un negozio di elettronica perchè considerati troppo osè e lesivi della dignità della donna. Nell’ordinanza vi è scritto che «la campagna pubblicitaria rappresenta un’offesa alla dignità del corpo femminile». E’ una buona notizia, non trovate? A me sembrava tale, però leggendo l’articolo ho iniziato a cambiare idea. Nell’articolo ciò che si mette in evidenza del manifesto è il fatto che la bella modella si tocca le parti intime alludendo all’autoerotismo. E’ questo il motivo per cui il manifesto è stato tolto? Se la modella non si toccava il manifesto sarebbe rimasto lì, sotto gli occhi di tutti/e? Che cosa è considerato offensivo della dignità della donna? Il fatto che possa trovare piacere autoctonamente?
Forse posso sembrare esagerata, però qui in Italia abbiamo un precedente. Ve la ricordate la locandina del film “Valérie – diario di una ninfomane”? Anche quella fu censurata perchè alludeva alla masturbazione femminile. Ma cosa c’è di offensivo o di lesivo in questo? Soprattutto per le donne? Perchè una donna dovrebbe vergognarsi di masturbarsi? Di provare piacere senza l’aiuto del pene? A me sembra, però correggetemi se sbaglio, che a sentirsi offesi da queste pubblicità siano quegli uomini che non accettano di non avere l’esclusiva sul piacere delle donne. Per molti uomini è inconcepibile che una donna possa raggiungere il piacere senza il pene, che il fallo tanto osannato può essere sostituito benissimo da dildi, dita, spazzole, pugni ed ecc… ognun@ può usare ciò che più le piace. Questa convinzione è poi dimostrata dalle infinite e varie statistiche, ricerche scientifiche che cercano di giustificare il fatto che se una donna non provava piacere attraverso la penetrazione con pene allora era malata. La cura, se non erro, era la somministrazione di un farmaco che avrebbe stimolato la clitoride. In poche parole cercavano di renderci lo stupro “piacevole”. Ritornando però al manifesto mi chiedo se sia stato il gesto di autoerotismo a far scattare la censura o altro. Forse qualcun@ si è reso conto che nelle pubblicità il corpo della donna è strumentalizzato, reso merce, spesso servito a pezzi, con il solo scopo di vendere? Che equiparare il corpo delle donne alla merce non fa altro che alimentare l’idea che le donne siano oggetti di cui poter disporre a piacimento? Che siano proprietà del padrone, o meglio di colui che le ha “comprate”? Qualcun@ avrà notato che la modella è presentata come un prodotto in vendita (per giunta cellofanato? a me sembra che lo sia, però la foto è piccola)?
In questo manifesto tutto è offensivo tranne proprio il gesto di autoerotismo che secondo me è liberatorio, soprattutto nel nostro paese in cui ristagna e prolifera la cultura del “ce l’ho duro”. Voi che ne pensate? Sono esagerata?
Anch’io mi sono fatta la stessa domanda: sarà un caso che l’unico caso, finora, di pubblicità sessista rimossa per iniziativa autonoma di un (maschile) sindaco, senza che si sia dovuta attendere la denuncia dell’UDI o di qualche altro gruppo di donne, sia proprio questo? Quello che infastidiva il signor sindaco era la riduzione ad oggetto del corpo femminile ed il suo uso come veicolo di messaggio commerciale, destinato a compiacere gli sguardi dei destinatari maschi, oppure il fastidio era suscitato dal contenuto autoerotico del tema iconografico prescelto? s’intende che io ritengo che anche un’immagine di autoerotismo femminile, usata in questo contesto, è offensiva della dignità delle donne, in quanto destinata alla fruizione guardonistica maschile etc. etc. Però, è singolare che sia stata proprio questa immagine a scandalizzare, di suo, un uomo, senza che qualche donna gli avesse preventivamente segnalata l’esigenza di indignarsi. Leggere in proposito “Speculum” di Luce Irigaray, anche se è un po’ difficile. Se gli togliamo l’onnipotenza del fallo, comincia franargli il terreno sotto i piedi, persino ai pensatori più audaci.
No no, non sei esagerata, è proprio il gesto di autoerotismo a fare scandalo perchè distrugge l’ego di molta gente.
La verità per molta gente è veleno 🙂 e la caduta del mito del “ce l’ho duro” non è accettata.