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Le violenze degli uomini, le conseguenze sulle donne

Mi chiamo Melissa, ho 34 anni e soffro di bulimia. Pochi sanno che i disturbi dell’alimentazione sono anche una reazione post traumatica.

Il mio trauma è la violenza, quella che ho subito da uomini che poco a poco mi hanno tolto la vita, la fiducia in me stessa, il coraggio, la voglia di andare avanti.
Il cibo è un anestetico potente, crea dipendenza più di ogni droga perché anche quando vuoi smettere comunque non puoi. Chi mai può guarire dalla dipendenza da cibo se sei obbligata a nutrirti ogni giorno almeno un po’?

Sono passata dall’anoressia alla bulimia senza mai rendermene conto. Mangiavo e poi digiunavo. Niente vomito, nessuno dei sintomi che si vedono generalmente in televisione. Mangiavo e poi digiunavo. Ingrassavo e poi dimagrivo.
E’ andata così per alcuni anni e nel frattempo dovevo comunque vivere, affrontare le responsabilità, mandare avanti una casa, una famiglia, un figlio.

La bulimia non è una malattia che viene considerata come si potrebbero considerare mali più evidenti. Perciò tutti pensano che sia un capriccio, che non hai bisogno di niente, che sia una cosa passeggera. Invece non passa, peggiora, e ti costruisce una prigione attorno dalla quale non riesci ad uscire.

E in tutto ciò c’è il fatto che in famiglia nessuno ti capisce, tutti continuano a mangiare, a fare la spesa, a cucinare cibo che non potresti neppure guardare. Quello che capiva meno di tutti era il mio ex compagno. Non capiva come mai avevo sviluppato questa particolare ossessione per il cibo proprio mentre stavo con lui. Diceva che ero malata, che dovevo curarmi ma lui ovviamente non si metteva mai in discussione.

Gli chiesi aiuto, sapevo di non stare bene, il mio corpo urlava sofferenza da ogni cellula ma lui non faceva altro che dirmi che non ero buona a niente.
Quando tentavo di avere controllo sulla mia alimentazione all’improvviso tornava a casa con pietanze alle quali era impossibile dire di no. Capivo che voleva tenermi sotto controllo, non voleva che io guarissi, non voleva che io mi rendessi conto di volerlo lasciare.

Un giorno decisi che non potevo continuare così. Cominciai a leggere per capire cosa fosse. I libri dicevano che dovevo affrontare e risolvere i disagi. Io feci i bagagli e lasciai il mio ex. Tornai a vivere da mia madre che, povera donna, sapeva ancora meno di questa malattia e mi trattava come una bambina della scuola elementare.

I libri dicevano anche che dovevo cominciare a parlarne. Ecco, ora ne parlo, lo sto scrivendo a voi. E adesso? Qualcuno mi dice cosa posso fare?

—>>>Noi giriamo la domanda a chi legge: se qualcun@ ha consigli pratici da dare a Melissa scriva tra i commenti. Lei ci legge. Grazie!

Posted in Omicidi sociali, Storie violente.


7 Responses

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  1. Sabrina says

    Cara Melissa
    ho letto il tuo post e sono rimasta colpita dalla dolcezza con la quale parli delle tue sofferenze,ma anche dalla forza che il tuo racconto emana.
    Hai capito di avere un problema,hai pure individuato la tua fonte:hai fatto le valigie e te ne sei andata:brava!complimenti.
    Ora che fare?
    Il percorso terapeutico aiuta molto,io ti consiglierei quello di gruppo che condividere con altri il tuo problema e’ forse quello di cui hai bisogno,per non sentirti sola e nemmeno colpevole o colpevolizzata di un malessere che non hai cercato…solo,a un certo punto del tuo percorso di vita,si e’ manifestato e c’hai dovuto fare i conti…
    come nel tuo racconto spiegavi,e’ davvero paradossale che riguardi il cibo…visto che ,come dici tu,non e’ che puoi fare a meno di nutrirti…
    E ti invito a riflettere attorno al concetto di nutrimento che non e’ solo fisico ma e’ anche metaforico..perche’ noi non ci si nutre solo di cibo ma anche di esperienze attraverso e con gli altri…
    Le parole che uso non sono casuali ma sono frutto del mio vissuto che vorrei condividere anche con te.
    Ho ahime’ sviluppato mesi addietro quella che ho chiamato l’inizio di un’anoressia nervosa…e me ne sono accorta ad un certo punto quando pesandomi sulla bilancia ho visto il numero 47…e mi sono scese le lacrime…di rabbia…perche’ mai e poi mai avrei pensato di finirci dentro.
    Ho avuto un compagno che mi ha prosciugata letteralmente dentro…piano piano mi stava togliendo tutto:la voglia di un futuro,i miei progetti,la mia serenita’,il cibo …
    il momento dei pasti con lui era terribile…avevo a fianco una persona che si arrogava il diritto di prendere sempre qualcosa dal mio piatto e finiva che il mio pasto si riduceva della meta’ mentre il suo aumentava esponenzialmente.
    ho cominciato a ribellarmi,a dire di no e alle volte pure a incazzarmi di questa sua abitudine ereditata dal padre! il risultato e’ stato che agli occhi degli altri lui faceva la vittima ed io venivo mostrata come quella che e’ talmente avara da non volere condividere il proprio cibo…e intanto giorno dopo giorno dimagrivo che oltretutto la voglia di mangiare lentamente mi passava.
    Il giochetto della vittima gli riusciva bene,data la sua magrezza che era pero’ costituzionale e per lui e’ difficilissimo ingrassare…
    ho provato a cercare aiuto all’esterno,a condividere anche questo problema con chi ci frequentava…tutto inutile!non mi capivano e alla fine hanno finito per vedere in me il problema della coppia.
    A un certo punto ho fatto anch’io le valigie e me ne sono andata…ora ho pure cambiato citta’ perche’ quell’immagine di “cattiva madre” (ed io non ho figli!) sfortunatamente mi ha seguita anche fuori da quella casa, ed io non ne potevo piu’ di nutrirmi dei pregiudizi e del giustizialismo di chi mi circondava…forcaioli in cerca di un colpevole dei mali della societa’ che guarda caso e’ sempre Donna!!!
    La violenza simbolica credo sia una delle peggiori,perche’ meno visibile e molto piu’ subdola…te ne rendi conto solo quando manifesta i suoi effetti e te – senza un’apparente ragione- non ti senti piu’ a tuo agio nel vivere la tua vita serenamente.
    Tra me e il mio ex c’erano innumerevoli problemi;e quello che e’ il momento piu’ ordinario- il sedersi a tavola per farsi una sana mangiata-e’ diventato emblema della qualita’ della nostra relazione .
    Ora sto davvero molto meglio;anche se alle volte ci devo pensare e mi devo sforzare,mangio e ho ripreso il mio peso forma,mi sono pure ricresciuti un po’ i seni!
    Ho ricominciato a prendermi cura di me stessa e ad apprezzarmi:mi vesto con cose che mi facciano sentire bella,ho ripreso a truccarmi,a curare il mio aspetto fisico e in mezzo agli altri mi sento piu’ sicura di me e meno in difetto.
    Con settembre comincero’ pure una psicoterapia,che non vale la pensa rielaborare tutto questo da sola…sarebbe come fustigarsi e autoflagellarsi…noi siamo “animali sociali” non siamo fatti per fare le cose completamente da soli.
    Cara Melissa abbi fiducia e soprattutto non essere severa con te stessa:queste cose sfortunatamente succedono ma noi si puo’ fare veramente qualcosa. E comunque davvero non tutto il male vien per nuocere che infondo i cattivi maestri che incontriamo sulla nostra strada ci fanno capire che davvero non tutto dipende da noi…
    pero’dipende da noi sapercene allontanare quando ce ne accorgiamo alla ricerca di un nutrimento migliore,sano e equilibrato ;)))
    un caro saluto
    un forte abbraccio
    Forza che gia’ la fine del tunnel la stai prendendo,ora fatti una corsa nel verde prato assolato.
    Auguroni
    Sabrina

  2. Leila says

    Cara Melissa, come già ti hanno detto, gli enti pubblici forniscono dei buonissimi centri. Non so se può esserti utile (ma può esserlo forse per qualcun’altra), l‘ospedale San Eugenio di Roma ha un reparto apposito per la cura dei disturbi dell’alimentazione e funziona molto bene. Forniscono visite, colloqui, terapie di gruppo o individuali e anche il sostegno a chi è ti è vicino. L’iter è lungo e a volte non basta solo il proprio impegno, infatti anche i familiari devono sapere cosa e come poter aiutare le persone affette da questa patologia. L’impegno sarà per anni, quindi la possibilità di poter usufruire di esenzioni o di pagare solo il tiket, non è da poco. Possibilità esclusa nel privato. E’ importante rivolgersi comunque a strutture mirate che trattano esclusivamente i disturbi dell’alimentazione, per non ritrovarti a perdere tempo con terapie generiche. Il percorso è doloroso, ma sarai ben ripagata. I primi passi li hai fatti e sono quelli di renderti conto di avere un problema e di avere bisogno di aiuto, ora… devi permettergli di aiutarti. Auguri.

  3. Lilith says

    Non saprei sinceramente da dove iniziare.Sicuramente i gruppi di sostegno sono un ottimo consiglio,così come i centri appositi.
    Però loro da soli non fanno il miracolo.Il fatto di aver riconosciuto il tuo problema,il volerlo affrontare ed anche i cambiamenti nella tua vita sono più che positivi.L’uscire dal tunnel della bulimia è prima di tutto un processo mentale intimo,che va accompagnato da una ferrea volontà di superare tutto ciò e di essere felice.Ognuna poi ha il suo percorso ed il suo modo “giusto” per vincere questa battaglia.Quello che posso consigliarti è in primis rielaborare tutti i traumi che ti hanno alla bulimia.Vedrai che analizzandoli scoprirai molte cose che ti aiuteranno capire particolari importanti che ti permetteranno di superare sia i traumi, sia la bulimia.E poi,sembra sciocco,ma impara ad amare te stessa in ogni senso.Impara ad accettare il tuo corpo,curalo,valorizzati,anche solo nell’usare una crema per il corpo che ti piace,cerca di riprendere il contatto con l’esterno attraverso i sensi,vivili,perchè fa bene.Fai ciò che ti aggrada,coltiva qualche hobby che t’interessa e sperimenta.Per i parenti e amici che non capiscono ,non c’è soluzione.Fa molto male,ma è peggio se ti ci danni l’anima e non cavi un ragno dal buco.Le persone bisogna accettarle nel loro limiti ,questo però non vuol dire ne che li devi subire(soprattutto chi ,come il tuo compagno, non ti ama),ne che nessuno ti voglia bene.Spesso la loro incapacità è dovuta dalla paura,dalla folle idea che se si fa finta che la difficoltà non esiste si annulla,che i problemi veri ce li hanno solo gli altri(o solo loro) e che queste sono crisi passeggere.Ciò,però non deve essere un tuo limite.Fidati che prima o poi qualcuno che ti crede,che ti ascolta e ti aiuta lo trovi,devi solo crederci tanto e ricominciare a vivere.
    E poi importantisimo,non fare tutto da sola.Io l’ho fatto,perchè in parte costretta,ma è una cazzata.Te lo dico,perchè la bulimia(e l’autolesionismo)l’ho superati,ma ho ancora qualche episodio sporadico quando sono in situazioni di stress.Certo,è pur vero che solo oggi a distanza di anni sto rielaborando certi traumi,ma comunque la solitudine non è una buona compagnia.
    è la tua salute ed è importante,io a 23 anni mi ritrovo non solo con 5kg in più,ma con un reflusso gastresofageo cronico(non operabile,ma cronicizzabile tramite farmaci)ed un aggravamento di una disfunzione tiroidea.E pensa che nonostante questo quadro clinico c’è chi non riconosce che io abbia sofferto di disturbi alimentari,o lo fa in modo sommesso e quasi da farlo sembrare un segreto massonico.C’è di peggio ,lo so,ma,perchè farci del male per gli altri??
    Questo è ciò che mi sento di dirti,visto la mia esperienza personale,ti auguro veramente di uscire da tutto ciò e di essere felice.Un abbraccio grande!!!

  4. Claudia says

    Io ne so poco e veramente non saprei come aiutarti, però ti volevo davvero ringraziare per la tua testimonianza e per il tuo coraggio.
    Grazie di cuore.

  5. viviana says

    Melissa hai fatto il primo passo, quello più difficile… adesso devi solo tenere duro. Anch’io ti consiglio di cercare un gruppo di sostegno, perchè solo parlando, ascoltando, riflettendo ed ecc si possono superare i propri problemi. E per questo hai fatto benissimo a scriverci… fallo ancora se ti fà stare bene. Nel frattempo ti consiglio anche di capire cosa vuoi, cosa cerchi… inizia a fare cose che ti piacciono davvero, che ti interessano… vedrai che pian piano starai meglio, perchè conoscendoti meglio acquisterai maggiore fiducia in te stessa. Io sono insicurissima come persona, per questo ti consiglio ciò che cerco di fare anch’io, e anche se i risultati sono piccoli servono parecchio ^^ un abbraccio fortissimo

  6. Paolo says

    I disturbi dell’alimentazione sono risolvibili, ma c’è bisogno di aiuto.
    Contatta il centro piu’ vicino tramite le asl, di solito sono informate visto che fortunatamante da una decina d’anni si è usciti dalla teoria idiota che una persona diventa bulimica/anoressica solo per sembrare una modella.

    Se sei al nord un buon centro è questo: http://www.villagarda.it

  7. A. says

    Esistono i Centri per i Disturbi dell’Alimentazione dell’Asl (gratuiti, paghi il primo ticket e basta, però magari ci metti qualche mese per essere ammessa).
    Hanno psichiatr*, psicolog* e dietist* tutto, ti seguiranno passo passo standoti vicino, ti diranno loro di chi/cosa hai bisogno e come devi comportarti.
    Devi chiedere al tuo medico o alla Asl per sapere del centro più vicino.

    Esistono poi molti centri privati sparsi in tutta Italia anche rinomati che ti possono probabilmente accogliere subito, questo dipende dalle tue risorse finanziarie, la terapia è lunga.

    (Io cercherei – in più, non in sostituzione al centro pubblico o privato che sia – un gruppo di sostegno, con cui parlare. È un mezzo molto potente trovarsi a condividere i propri problemi con altre persone)