Di questa mostra polacca ci avvisa Staffetta, che lo apprende da Repubblica che lo apprende dal sito della galleria in cui si tiene la mostra dove si elencano gli artisti presenti, tra i quali alcuni anche bravi italiani.
L’immagine suggerisce le tre componenti che caratterizzano la società odierna, un corpo di donna ammiccante e sfruttato, in senso sessuale e riproduttivo, la maschera disneyana che mistifica in chiave buonista la misoginia e il nazismo presente e dominante su tutto. Il corpo di donna con la testa di topo rimanda anche agli straordinari fumetti di Art Spiegelman. Maus è la rappresentazione del nazismo in cui i nazi hanno la testa di gatto e gli ebrei la testa di topo. Pezzi o topi erano chiamati gli ebrei deportati dai nazisti. Pezzi o tope sono chiamate le donne per ridurle allo "status" di oggetti. Disegnare la testa di topo sul corpo di una donna rappresenta la massima discriminazione che in questi anni viene perpetrata: le donne come gli ebrei del mondo, sterminate in quantità da una ideologia machista, misogina e dunque nazista.
Certo è che per noi che in italia quella svastica la vediamo oramai sdoganata su tutto, dagli allegati di noti quotidiani al ripetitivo uso di semantica e semiotica, dall’apertura mentale di taluni centro-sinistri in direzione di movimenti neofascisti, una immagine del genere può diventare l’ennesima riproposizione nazi-fashion.
Bisogna leggere il Fascino Fascista (che non abbiamo ancora finito di tradurre, sob) e leggere anche alcuni nostri contributi alla causa:
Nazi
fashion – dal blog di Fastidio
Fallocrazia e corpi di servizio
e altri numerosi esempi di analisi della comunicazione fascista nella categoria Antifa.