Mentre gli avvocati matrimonialisti progettano una ritoccatina del diritto di famiglia per inserire i patti prematrimoniali che, tenendo conto del gran brutto clima anti-donna, anti-madre che c’è in italia si tradurrebbero, a prescindere dalle buone intenzioni, in accordi nei quali c’è scritto nero su bianco che tu femmina che alla radice sei cattiva e di indole sei blasfema devi siglare l’accordo per cui vincolerai anche l’unghio del tuo alluce nella promessa di matrimonio e se oserai interromperlo dovrai lasciare il rene che avevi dato come cauzione provvisoria.
Mentre accade tutto ciò, altrove, perchè c’è sempre un altrove così come c’è sempre un "di peggio", un Comune, che avremmo supposto laico e non in gestione alla filiale della santa madre chiesa, regala il premio al "maritaggio cattolico".
Leggiamo su un sito che per maritaggio si intende:
"Il termine maritaggio, derivante dal lat. maritagium, indica
tra l’altro il tributo che i servi della gleba dovevano corrispondere al
loro signore in caso di matrimonio, tributo spesso conosciuto anche
nella storiografia it. con il termine franc. formariage.
Il maritaggio è espressione dei diritti che, nell’ambito della
società feudale, i signori rivendicavano sulle persone a loro sottoposte
(Servitù della gleba, Signoria fondiaria).
Per garantire la continuità dell’ordine sociale, era necessario che non
venissero stretti legami matrimoniali tra appartenenti a signorie
diverse, dato che la perdita di servi metteva a repentaglio l’esistenza
della signoria stessa. Matrimoni di questo tipo costituivano un problema
anche sul piano del diritto, dato che i coniugi non erano sottoposti
alla medesima giurisdizione (Potere). I
signori vietarono inizialmente unioni simili o imposero sanzioni
(confisca dei beni, ammende); talvolta il coniuge forestiero veniva
asservito all’autorità locale, ciò che portava a conflitti tra signori.
Dato che i matrimoni rientravano nell’ambito di competenza della Chiesa,
e risultavano validi per il diritto canonico, non potevano però essere
annullati. Essi vennero quindi autorizzati, a condizione di ottenere
l’approvazione di entrambi i signori e del pagamento di una tassa,
denominata appunto maritaggio.
Con l’aumento della mobilità nel tardo ME, i matrimoni tra
appartenenti a signorie diverse si moltiplicarono. I signori reagirono
dapprima in maniera puntuale, mentre più tardi vennero stipulati
cosiddetti contratti di rapimento o di scambio (in ted. Raubverträge,
Wechselverträge) – così denominati perché di solito la donna era
considerata "rapita" – con cui rinunciavano a perseguire le donne
sposatesi con un uomo di un’altra signoria e i loro discendenti. Tali
accordi vennero talvolta estesi a più parti."
In questo caso il comune di Torre del Greco si riferisce ad un matrimonio cattolico e tra i documenti richiesti per partecipare a questa ambita gara c’è anche il “certificato di buona condotta morale e civile dello sposo e
della sposa rilasciata dalla chiesa”, lo “scambio di promessa di
matrimonio rilasciata dalla chiesa”, il “certificato di avvenuto
matrimonio rilasciato dalla chiesa”. Sembrerebbe dunque un premio alla migliore dimostrazione di sottomissione da parte delle donne.
In fatto di laicità lasciamo parlare gli amici dell’Uaar. Sulla questione del certificato di buona condotta morale rilasciato dalla chiesa ci si innarca un tantino il sopracciglio.
Ci piacerebbe molto conoscere i criteri che vengono considerati per il rilascio di questo certificato.
A quando un certificato di verginità e un certificato di "utero moralmente fedele alla patria"?