Il 26 giugno Napoli ospiterà il Pride Nazionale. Si aprano le danze, si
scelgano i merletti si prendano gli ombretti, si infilino nei capelli
fiocchi e ferretti. Scenderemo in piazza con lo stesso spirito di
Stonewall, celeberrimo nightclub frequentato da transessuali e
transgenders da cui nel 1969 è partito il Movimento LGBT/QI. Lottiamo
per l’ uguaglianza nei diritti, per la dignità e il rispetto, vogliamo
visibilità e libertà!
Napoli è la città in cui da un anno la mobilitazione di tutto il
movimento non ha lasciato alcuno spazio al fascismo, giungendo fino alla
cacciata di Casa Pound, per evitare che le molte contraddizioni, le
stesse che si susseguono in tutto il paese a ritmi sempre più incalzanti
e che rischiano di diventare substrato culturale, sedimentino
diventando ingestibili. Non vorremmo sembrare catastrofiste per questa
festosa giornata di lotta, ma follemente vive, anche se arrabbiate a
causa della situazione politica e sociale italiana che va a rotoli, per
usare un garbato eufemismo.
Avessimo avuto a disposizione tre desideri
cosa avremmo scelto? Non lo sapremo mai, sappiamo quello che abbiamo
fatto, scendendo in strada e opponendoci ad ogni costo all’ occupazione
dei neofascisti nei nostri quartieri, lottando contro il razzismo
istituzionalizzato, lottando contro la medicalizzazione mercificazione
forzata dei nostri corpi. Continuiamo a dover lottare per diritti
basilari, per il lavoro, per la cittadinanza, per il rispetto, e contro
ogni forma di ghettizzazione a fronte della prepotenza di governi per i
quali la parola democrazia non è altro che un alibi per controllare e
reprimere, sempre pronti a piegarsi all’ingerenza vaticana, forte e
ingombrante in uno Stato che per Costituzione si ritiene laico.
Allo
stesso modo nn possiamo goderci neanche quei pochi diritti che abbiamo
conquistato con anni di lotte, perché il loro prezzo aumenta ogni giorno
di più e un numero sempre più grande di persone non possono più
permettersi di comprarne, come fossero patate al mercato del
pesce.Sottolineiamo ancora una volta la piena cittadinanza e
l’autodeterminazione dei soggetti LGBTQI, degli omosessuali, trans e
immigrati reclusi nei cie, come delle sexworkers, delle donne, in
egualmodo degli antifascisti, antisessiti e antirazzisti.L’
autodeterminazione è necessità e di necessità facciamo virtù. I vizi non
ci mancano, sia chiaro, perché il nostro corpo non possiamo
mortificarlo troppo, come vorrebbe il vaticano, che legittima violenze
giustificandole come ordine naturale e morale.
La naturalità
dell’identità di genere, dell’identità sessuale e degli atti sessuali di
ciascun individuo, sono costruite socialmente, come un abito con gira
la moda, arbitrariamente assegnate, come a tocco o nella morra cinese,
gli individui non possono essere identificati usando termini generali
come eterosessuale, maschio o femmina, mettiamo in discussione la
creazione di categorie ed entità-gruppo artificiali e socialmente
assegnate. Preferiamo mettere al centro dell’attenzione il problema
delle differenze multiple, decostruendo stereotipi classisti,
opponendoci al costrutto ingabbiante di genere definito. Ribellandoci
alla cultura patriarcale della norma(lità). Decostruendo le
terminologie, l’uso delle parole con cui veniamo nominate che creano le
differenze sociali che ci opprimono.
Ci opponiamo alla criminalizzazione
e alla patologizzazione delle scelte che riguardano il nostro corpo e
la nostra libertà sessuale e di genere. Siamo follemente vive se
pensiamo al nostro corpo in maniera liberata, se viviamo il nostro corpo
in maniera libera, se nessun oppressore ci opprime, ci limita o giudica
la percezione che possiamo avere del nostro corpo. se siamo libere di
ripetere i concetti due volte per essere comprese e per comprendere.
Siamo immensamente accorte a non cadere nella trappola tesa dalle
attuali sembianze del fascismo: non scelta, adesione meccanica a una
propaganda esterna e continua, sicurezza in ogni salsa che infondo è
sentirsi sicuri solo nelle vesti di un normotipo omologato con in tasca
una carta di credito (illimitata) o un tirapugni d’ oro.
Ma la strada è
ancora lunga, non si limita al percorso del Pride nel giorno del Pride.
C’è qualcosa di sottile ma saldo che unisce le lotte di noi tutt*, di
tutte quelle favolosità che credono che l’ unico modo per ottenere
diritti è estenderli e moltiplicarli. resteremo a guardare quando si
vorrà praticare il TSO o l’elettroshock per la depressione post parto?
possiamo tollerare ancora Bagansco generale dell’esercito?
Scendiamo in piazza per ricordare le aggressioni ai danni di
omosessuali, trans, donne, immigrati che le destre rendono normalità con
le ronde, con le leggi razziali come il pacchetto (in)sicurezza, come i
rimpatri, i cie, attraverso la morale clericale giustificata e
appoggiata fin troppo dal Governo. Scendiamo in piazza il 26 contro il
ritorno di pratiche fasciste, contro l’oscurantismo. Scendiamo in piazza
per Joy, Hellen e le altre donne, immigrate, trans, sexworkers vittime
degli stupri di stato, del patriarcato, delle violenze domestiche che
avvengono nella tanto decantata famiglia normativizzata. Contro il
malessere della sanità pubblica, la privatizzazione dell’università, la
precarizzazione dei nostri lavori e delle nostre vite, contro le
sanzioni a discapito di trans e sexworkers che lavorano per strada.
Vogliamo cittadinanza e pari opportunità per tutt*, nel lavoro, nello
studio, perché il sessismo e l’oppressione ci colpisce tutt*. Vogliamo
libertà sessuale, per i soggetti lgbtqi come per le donne, contro la
cultura misogina, patriarcale e machista di questo stato.
Orgogliose di non far parte di quell’unica minoranza ricca maschia
bianca eterosessuale cristiana e in buona salute che detiene il potere e
che produce crisi e delinea un modello sociale ingabbiante.
Siamo
lesbiche femministe trans donne, disoccupate, froci, frocie,
sieropositive, lavoratrici, migranti, studentesse, puttane,
precarie&rappresentiamo la realtà politica antifascista,
antirazzista, antisessista napoletana.
coll. lgbtiq Tiresi@, coll. femminista DeGeneri, Coll. femminista
Pachamama, Coll. di genere Sora Rossa
per adesioni: orgoglioseantifa@autistiche.org