Gli autori la definiscono una spiritual
advertising. Le frasi contenute nei manifesti sono davvero state
pronunciate da donne in odor di santità. Come era prevedibile
censura e moralismi diventano linguaggio comune in tempo di fascismi. Se
invece che sovversione di immagini parte la brocca della rimozione dei
manifesti a tutela degli offesi ecco che qualunque persona offesa può
dichiarare guerra alla libertà di espressione. Perciò la Iervolino dice
che queste immagini le vuole togliere.
Napoli è una città davvero strana, dalla
pubblicità sessista si passa a manifesti come questi, che
personalmente apprezzo in parte. Nel manifesto si vede una modella-santa
che è in evidente stato di estasi e sotto la frase "Cristo mio
dolcissimo fà che io sia fecondata in tutte le mie viscere". Tale frase è
la vera confessione di Santa Umiltà da Faenza in preda ad un delirio
passionale, risalente al Medioevo, mentre la trovata pubblicitaria è di
Sebastiano Deva, già al centro di polemiche per il Cristo velato da un
condom e il bacio gay sullo sfondo di una bandiera tricolore.
Se devo essere sincera non mi piace molto l’idea della donna-santa, che
inevitabilmente nell’immaginario collettivo si contrappone alla
donna-puttana, e non mi piace neanche l’idea della fecondità che mi
riporta alla mente il ruolo di madre o donna-utero. Però, anche se non
sono cristiana, devo ammettere di aver sempre subito il fascino delle
mistiche. Queste figure non sono molto popolari, dato che la stessa
Chiesa non ne parla molto e che per secoli le ha viste con occhio
malevolo. Ma perché?
Se volessimo credere che esista un’entità superiore, l’unica colpa che
si potrebbe imputare a queste mistiche è di aver avuto un rapporto
diretto con questa entità. Se si leggono alcune confessioni delle
mistiche si noterà come le visioni siano sensuali, passionali e, oserei
dire, perfino carnali. Queste donne, anche nel solo loro linguaggio,
usano termini legati al corpo e al sesso, come se durante quella visione
avessero avuto una specie di rapporto passionale, non lo definisco
sessuale perché mi sembra troppo. Il Cristo che seduce, che genera
passione ed estasi, e quindi piacere fisico paragonabile ad un orgasmo è
un’immagine che mi è sempre piaciuta, perché semplicemente rende più
umano il Cristo e la fede cristiana. Ma proprio per questo rischio, la
Chiesa le ha sempre messe sotto processo, tanto è vero che molte
mistiche sono state definite eretiche.
Loro svelavano l’altro lato del Cristo, quello carnale, umano e
passionale che si contrappone all’immagine pura ed immacolata che non ha
nulla di sensuale. Questa visione per la Chiesa è assai scomoda, perché
va ad intaccare dei pilastri su cui essa stessa si basa: ammettere che
Cristo possa dare piacere corporeo e non solo spirituale, che l’incontro
con lui possa essere sensuale e non solo ascetico, significa per
esempio rimettere in discussione tutti quei precetti che intimano l’uomo
e la donna a non vivere la loro sessualità se non per la procreazione,
dato che il puro piacere è sintomo di lussuria.
Inoltre ci furono più mistiche che mistici, e questo è un dato che non
può non essere preso in considerazione. La donna, colei che secondo la
genesi nasce dalla costola d’Adamo e quindi è la seconda per natura,
l’essere definito inferiore per secoli, è scelto dal Cristo per avere un
contatto con il mondo. Che insulto per l’uomo, non trovate? Tutto
questo spiega l’atteggiamento della Chiesa nei confronti di queste donne
e la voglia di non pubblicizzarle più di tanto. E a mio avviso, è un
gran peccato perché i loro testi, seppure non vogliamo riconoscerli come
sacri, sono delle meravigliose opere intrise di passione e sensualità,
che se non erro sono anche tra i primissimi testi scritti da donne e
quindi una testimonianza preziosissima per la nostra storia letteraria.
Voi cosa ne pensate? Questo manifesto vi piace o no?