La lombardia è un posto strano. Vogliono risolvere il problema della natalità ariana, perchè quella interetnica non la gradiscono. Così si sprecano in demonizzazioni delle donne che abortiscono, impediscono l’uso della ru486 fin dove è possibile, si attaccano al tram dei movimenti pro-life per tenere sotto controllo le donne gravide e financo quelle potenzialmente ingravidabili.
Hanno approvano, due anni orsono oramai, quello strano regolamento per la sepoltura degli embrioni abortiti, costringendo la donna a scegliere se seppellirlo con funerale fatto a modino o consegnarlo all’asl che lo avrebbe destinato alle fosse comuni. Raccapricciante. Le donne in quell’occasione sfilarono fino a regione sagrestia per consegnare assorbenti intrisi di sangue mestruale ai quali forse quel governo voleva dedicare altrettanta attenzione.
In lombardia sono tante le ordinanze cittadine in cui "prima gli italiani e poi gli stranieri" e siccome c’è crisi allora il nemico è lo straniero e anche le donne che sono tanto libertine e non hanno voglia di fare le donne sottomesse, tuttofare, come dio comanda. Sicchè proprio dalla lombardia si diparte un’ampia componente del movimento neomaschilista che in fase di separazione ripudia la ex moglie, le porta via i figli dopo averli "deprogrammati e riprogrammati" che neppure "arancia meccanica" avrebbe potuto fare meglio e poi si fa pagare dagli enti locali dei comodi bivanini che vengono negati a donne, uomini, persone bisognose e senza stipendio, o a famiglie in difficoltà che vengono invece drammaticamente sfrattate.
In lombardia ci sono i bimbi rom che vengono trattati un po’ maluccio. Vi ricordate quelle impronte digitali alle creature? E poi ci sono tante belle strutture scolastiche cattoliche che vengono finanziate con i soldi pubblici.
Infine formigoni vuole pagare il vuoto a rendere con 250 euro per un anno. 4500 euro in tutto, come avrebbe fatto mussolini nei tempi buoni per dare un premio alle donne che sfornavano un figlio bianco e possibilmente etero alla patria. Una quota all’utero funzionante perchè della donna tutto il resto serve a poco.
Le donne non hanno lavoro, non hanno reddito minimo, non hanno possibilità di realizzare alcunchè a parte farsi belle e andare a sculettare in tivù o farsi belle e andare a sculettare alle feste dei potenti. Se sono precarie e vogliono un lavoro il berlusca dice che devono trovarsi un buon partito. Ed eccoli i bei tempi del ventennio in tutta la loro fascista dimensione.
Sarà che di figli ne abbiamo avuti e dunque noi sappiamo che con 250 euro in un mese non ci fai niente. Poi vorremmo capire perchè quei 250 euro non possono averli le studentesse che non ce la fanno a pagare le tasse universitarie, quelle che non possono pagare l’affitto, quelle altre che devono perfino prostituirsi per avere diritto ad un posto letto in una grande metropoli.
Il premio all’utero funzionante è il sistema di valorizzazione sociale che discrimina le donne sulla base di una scelta che dovrebbe essere personale.
La maternità non dovrebbe stare sul libro paga di nessuno. Il lavoro e il diritto a non essere licenziate o a ricevere la quota di maternità durante l’impiego quello invece spetta a tutte.
Creare un sistema di discriminazione sui bisogni economici a partire da quanti figli una donna da alla patria è la premessa per stabilire che le donne che non fanno figli e scelgono di fare altro non valgono nulla.
Oltretutto ci chiediamo se queste mamme dovranno essere "italiane" e a ben vedere da come si muovono le istituzioni in quella regione pensiamo proprio di si.
Facciamo una sintesi: in italia tu donna devi fare un figlio altrimenti sei zero. Poi se ti separi mannaggia a te lo stato ti punisce e con la legge sull’affido condiviso e la pas ti fa passare per matta e ti toglie il figlio. Che tanto non era mica tuo. Lo stato l’aveva anche pagato. Colpaccia tua che non hai tirato sul prezzo.
La nostra domanda è: qual è il prezzo della dignità delle donne?
Sotto potete leggere la comunicazione per una iniziativa milanese:
Mentre la Regione Lombardia stanzia 5 milioni di euro in bonus da 250 euro al mese per un anno e mezzo per disincentivare le donne dall’interrompere una gravidanza, in Lombardia sempre più ospedali non rispettano la legge 194 e respingono donne che richiedono di abortire.
E’ la denuncia del Coordinamento milanese Ru486, che promuove un volantinaggio per la mattina di giovedì 3 giugno davanti alla clinica Mangiagalli, dove si accolgono donne respinte altrove. Dalle ore 8 alle 10 circa.