Una notte. Una nave. Decine di uomini e donne che vogliono portare aiuto
ad altri uomini e donne. Improvvisamente: spari, bombe, elicotteri,
assalti, morti (per ora 19), feriti, un massacro. Uno sterminio. Luci ed
esplosioni che squarciano il cielo. Grida e sangue innocente. I visi
distorti dalla ferocia.
Non è il racconto dell’attacco notturno di una squadraccia contro i
partigiani, o quello di un blitz delle SS per scovare ebrei nascosti in
territorio tedesco. È la storia di quello che lo Stato di Israele ha
appena compiuto contro una nave di aiuti umanitari diretta verso la
Striscia di Gaza.
La Freedom Flotilla è stata assaltata e le persone a bordo massacrate.
Le ultime di migliaia di vittime della foga omicida dello Stato di
Israele.
Non è un videogame. Non è un incidente. È un atto premeditato di
prepotente violenza per mandare un segnale a tutti coloro che non
accettano la dittatura di Tel Aviv, che non accettano che milioni di
persone siano rinchiuse da anni in un lager a cielo aperto. Senza cibo.
Senza medicinali. Senza libertà.
Allo Stato di Israele e a molti dei suoi cittadini e sostenitori la
storia non insegna nulla. Un terribile rovesciamento della storia in cui
i protagonisti del più grande genocidio si rendono protagonisti a loro
volta dell’oppressione e dello sterminio lento e inesorabile di un
intero popolo.
La strage della Freedom Flotilla deve riportare Israele e i suoi
sostenitori nella storia. E ognuno di noi deve agire perché non si torni
più indietro. Torniamo a riempire le piazze. Torniamo a gridare il
nostro dolore e la nostra rabbia. Torniamo a vivere la rivolta.
In ogni città. In ogni strada. In ogni quartiere.
Intifada.
Per non dimenticare tutte le vittime del regime israeliano.
Libertà per il popolo palestinese.
Il collettivo di A/I
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Palestina
Qualche volta viene da pensare che i veri fanatici non siano poi quei mediorientali di origine araba che spesso definiamo come elementi pericolosi, ma alcuni israeliani che dalla storia non hanno tratto alcun insegnamento. Essi hanno subito delle ingiuste persecuzioni 70 anni fa, pur non essendo gli unici perseguitati del nazismo sono tra i più riconosciuti della storia e in virtù di tanto male che hanno subito ora adesso rivolgono medesimo trattamento verso i Palestinesi, come farebbe un qualunque popolo rozzo e antidemocratico per il quale non basta dare il diritto di voto a definirlo moderno e tollerante.
Il fatto che proprio un popolo vittima da secoli di persecuzioni, tra cui la più mostruosa (sempre che ci sia una scala di maggiore o minore abiezione nei genocidi e nei massacri pianificati) degli ultimi cento anni, si renda colpevole di altrettanti massacri indegni mi lascia estremamente perplessa da sempre. La memoria storica è cortissima, ma pure la Shoah non è dimenticata, oggi, nonostante i sempre più frequenti negazionisti. Ma forse sotto c’è lo zampino di una religione monoteista ed estremamente rigida e chiusa, come del resto lo sono Islam e Cristianesimo? Insomma, una sorta di “Noi possiamo perchè siamo l’unica vera religione, siamo eletti da Dio” qualunque nome abbia questo Dio. Del resto l’Antico Testamento è un fluire continuo di massacri e devastazioni benedetti e reclamati dal Signore… con ciò comunque si ritorna agli orrori dei lager, così ripetuti sulla pelle di altri, ormai da decenni.
Non c’è che dire, homo homini lupus, soprattutto se l’altro homo è parte di un diverso gruppo sociale e/o religioso. La follia non ha limiti nè memoria.