Ho letto questa notizia che ha innescato in me una rabbia tale che ho sentito irrefrenabile il bisogno di esprimerla, scrivendo tutto quello che penso di questa Italia antiabortista di facciata… è uno schifo.
Nell’Italia antiabortista, dei movimenti pro-life, degli anatemi contro le donne che abortiscono, della guerra contro la RU486 si scopre che i ginecologi lucrano sugli aborti. E si, nel bel paese, di sciacalli ne abbiamo a bizzeffe. Potremmo esportali come prodotti doc.
A Perugia un ginecologo praticava aborti clandestini. E già questo è grave, ma li praticava anche dopo il limite di tempo consentito dalla legge, mettendo a repentaglio la vita delle donne che operava. Tra i tanti casi c’è poi quello di una donna extracomunitaria obbligata dal compagno a firmare il consenso all’aborto anche se non parlava e comprendeva l’italiano.
L’uomo in pratica ha raggirato la propria donna che era incinta di due gemelli e in questa maniera, con l’aiuto del ginecologo, l’ha costretta ad interrompere la gravidanza.
Quindi se io voglio abortire in modo autodeterminato sono trattata come un’assassina dai tanti obiettori di coscienza, mentre se invece voglio portare avanti la mia gravidanza ma mio marito non vuole, il ginecologo non obietta? E’ tutta una questione di chi chiede l’aborto? Se a chiederlo fossero gli uomini verrebbe cosiderato come un gesto accettabile? L’utero delle donne è degli uomini?
No che non lo è, ed è questo che fa rabbia. Per tanto tempo lo è stato, i nostri corpi sono stati di altri, le nostre menti assoggettate al volere di altri. Per tanto tempo noi eravamo non nostre. Oggi invece le donne sanno che l’utero è il loro, che portare avanti una gravidanza o meno è un diritto che appartiene a loro e a nessun’altro.
E da quando abbiamo questa consapevolezza l’aborto è stato messo sotto attacco ancora più duramente, perché alle donne era stato concesso di decidere per se e per la propria salute. Quella che per secoli era stata proprietà dell’uomo, che si rivolgeva a lui per ogni minimo gesto, ora è proprietà di se stessa. Ecco cosa dà fastidio, la possibilità di sentirsi libere di decidere cosa fare di sè e del feto che si ha in grembo.
Ieri era il compleanno della legge 194 che come possiamo constatare viene messa sotto attacco ogni giorno, dalle destre e dal Vaticano. L’obiezione all’aborto non ha nulla a che fare con la “difesa della vita”, perché lo stesso Save the Children ci dice che in Italia và tutto bene prima della nascita, poi iniziano i problemi.
Le madri vengono lasciate sole ad allevare figli e figlie, se non hanno la fortuna di avere un compagno che collabori, e questo le riduce a uno stato di povertà sempre più drammatico. Ma abortire mai, neanche se non puoi sostenere quel bambin*, perché lo stato ha bisogno di manovalanza a bassissimo costo e se chiedi al prete un consiglio, gli dici che non puoi davvero permetterti un altro figlio, lui ti risponderà che “Dio vede e provvede”.
E mentre aspettiamo che qualcuno che non esiste ci aiuti, ci sono gli avvoltoi che sono sempre pronti a beccarti, a spolparti fino all’osso. E così ci sono gli obiettori di facciata, che sotto lauto compenso ti fanno abortire e poi se va male, cazzi tuoi. Ci sono quelli che in ospedale sono tutti cattolicissimi, che definiscono la RU486 un’arma temibilissima, e che poi sono disposti a darti quello che vuoi, pure senza accertamenti purché il tutto sia ben condito da fior fiori di quattrini.
Ecco l’Italia dei ben pensanti, che non spende un euro per la prevenzione e l’educazione sessuale, che toglie i finanziamenti ai centri antiviolenza e riempie i consultori di obiettori, che ti dice che abortire è un reato perché il feto è già un/a bambin* anche se per la Costituzione sei una persona solo dopo la nascita, che poi si scopre lucrare sugli aborti, perché anche ai benpensanti il profitto piace, il business pure e dato che le leggi razziste che sono state varate alimentano un enorme mercato nero, perché se un/a clandestin* si fa male e non può andare in ospedale per la paura di essere denunciat*, da qualche parte dovrà pure andare, qualcun* dovrà pure curarl*, allora è chiaro che si costruisce un mercato nero che vive sulla salute e sulla vita delle persone, soprattutto sulle donne che come sempre sono il corpo su cui si lucra di più.
Davvero un buon compleanno alla 194, sperando che venga una volta per tutte attuata interamente.