Sapete che cos’è un pedofilo? E’ uno che dice ad un bambino di cinque anni di farsi toccare il pisellino mentre lui, eccitato, si masturba. Poi eiacula, senza ombra di pentimento. Infine esorta il piccolo a mantenere il segreto.
Sarebbe rimasto tale se non fossi entrata per caso nella stanza che il professore dedicava a questi suoi sollazzi. Lui non mi vide ma il mio telefono cellulare fotografò lui.
La foto finì nelle mani della polizia, lui fu accusato di pedofilia, processato e, tanto per cambiare, assolto.
Caso volle che lui facesse parte di una tale organizzazione di ricchi confratelli e che da essi fosse sostenuto. Mancò poco che io non fossi accusata di possesso di immagini pedopornografiche. Non fosse stato per i tecnici che dimostrarono l’ora in cui la foto fu scattata e il tempo impiegato alla consegna sulle loro scrivanie avrei pagato quell’atto temerario.
Fu così che il professore tornò a fare quello che faceva prima. Non vidi altra alternativa che impedirgli fisicamente di fare qualche danno.
Una volta a settimana vedevo alcune donne per scambiarci abiti vecchi. Era un modo per risparmiare e avere la sensazione di aver rinnovato il guardaroba. Eravamo diventate molto più che amiche. Eravamo diventate sorelle.
Stringemmo un accordo: quell’uomo non avrebbe più toccato un solo bambino.
Il giorno dopo resi inaccessibile la stanza della quale si serviva. Anzi pretesi che fosse lasciata aperta perché avevo necessità di prendere scope, secchi, stracci, detersivi e mille altre cose che avevo stipato lì dentro.
La mia amica aveva scoperto che il professore veniva a scuola in bicicletta o in autobus.
Le ruote della bici erano sempre sgonfie e nella colonnina del bus veniva regolarmente cambiato l’orario delle corse. Finiva che il prof doveva farsela a piedi.
La badante di sua madre era informata della cosa e aveva adempiuto al suo dovere strofinando la biancheria intima del prof con una polvere urticante.
Lo vedevo arrivare al mattino, affannato e con le mani a grattarsi i testicoli. La faccia sofferente, un gorgoglio allo stomaco. Poi seppi che la cameriera del bar dove lui prendeva un pasto veloce gli aveva riempito la pasta precotta e riscaldata al micro onde di lassativo.
Una sua collega, vedendolo a grattarsi sempre, lo denunciò al preside e il preside gli disse di andare da un medico.
Nello studio del suo medico c’era una infermiera che partecipava sempre ai nostri appuntamenti e si sentiva parecchio in debito perché in effetti era quella che ci guadagnava più di tutte.
Disse al professore che il medico aveva un impegno e giacchè aspettava poteva usare un po’ di disinfettante. Gli diede quello a più alto contenuto alcoolico e si sentirono le sue urla disumane fino alla sala d’attesa.
Il medico ebbe dubbi sulla sua igiene e gli consigliò di lavarsi spesso e cambiare la biancheria. I sintomi, grazie alla nostra amica, non migliorarono e lui, che diceva di essere molto cattolico, pensò che quel dolore gli venisse da una punizione divina.
Rassegnò le dimissioni dopo qualche settimana e si ritirò a vita privata, sorvegliato a vista dalla badante, in contatto solo con un prete e un cane.
Non abbiamo mai voluto approfondire il tipo di rapporto che lui avesse con il cane. Contavamo sul fatto che in qualunque caso lo avrebbe morso. La badante ci ha riferito che è successo un paio di volte. Non sapremo mai il perché.
La polverina urticante ha continuato a fare il suo sporco lavoro per tenere viva la sua attenzione. Una volta al mese. Per non fargli perdere l’abitudine alla fede e alla preghiera.
Il resto è storia. Da ricordare e far ricordare a tutte le sorellanze del mondo.
—>>>E’ una storia di pura invenzione. Una favola per
adulti. Ogni riferimento a fatti, cose, persone è puramente
casuale.
—>>>Leggi anche: La correttezza!
Adoro queste favole ^^ E, come ogni favola che si rispetti, c’è una morale: donne se ci parlassimo e ci raccontassimo ciò che ci succede, se fossimo solidali e non permettessimo ad una cultura machista di dividerci, potremmo davvero porre fine a tante situazioni di violenza e discriminazione, l’unione fà la forza e noi siamo tasnte, belle e intelligenti, dobbiamo solo rendercene conto ^^
Dio che voglia mi fai venire di fare qualcosa del genere… Ricordo bene l’idiota che da bambina cercò di convincermi a passeggiare nel bosco con lui, così idiota da spiegarmi dove abitava. Con me non c’è riuscito, ma chissà con chi altro c’ha provato.