Secondo il pensiero dell’arcivescovo brasiliano Grings, così riportato tra le news di Uaar:
"il problema è che “è la società, oggi, a essere pedofila”: del resto, “si sa che gli adolescenti sono spontaneamente omosessuali”. Concedendo diritti agli omosessuali, ha continuato Grings, si arriverà presto ai diritti ai pedofili. Cosa fare, dunque, si è chiesto Grings, per “educare i bambini a una sessualità umana e accettabile” (evidentemente preclusa agli omosessuali)?
Si coglie l’occasione per ricordare che il concetto di ‘bambino’ secondo il magistero cattolico non è esattamente lo stesso percepito dal resto della società. Stando al Codice di diritto canonico (can. 97), per ‘bambino’ la Chiesa intende il minore di sette anni, età alla quale si presume acquisisca l’età della ragione e la responsabilità dei suoi atti; inoltre, secondo per esempio la versione inglese di Wikipedia, l’età minima del consenso per avere relazioni sessuali è, in Vaticano, di dodici anni."
Ritenendo oltremodo offensivo il fatto che si possa ancora dedurre che un omosessuale sia pedofilo, ci sovviene una domanda. Quando ad essere molestate e stuprate le bambine qual è la scusa? Sarebbero spontaneamente puttane?
Tanto lo sappiamo che se non ci fosse stata la chiesa e tutte quelle cavolate sugli stupri avvenuti per via del diavolo tentatore forse tanti bambini starebbero meglio e tante donne non sarebbero morte di violenze di ogni genere. Sempre meglio dare la "colpa" alla persona stuprata che allo stupratore. Ecco da chi abbiamo ereditato questo modello sociale violento con donne e bambini.