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“L’uomo che verrà” e la pedagogia della rappresaglia

Stamattina quando ho letto questa notizia non so perchè mi è venuta in mente la strage di marzabotto (ma potevano venirmi in mente anche le fosse ardeatine).

Questo modo di fare rastrellamento e rappresaglia per imporre l’autoritarismo che diventa terreno di abusi e terrore è tipico delle famiglia in cui regna sovrano il padre padrone, nelle istituzioni totali, carcere e manicomio, nei corpi militari e nelle società come la nostra in cui la "pedagogia" governativa, ma anche scolastica come si può vedere da queste vicende, decide di rastrellare e deportare tutti gli stranieri se uno di quelle particolari etnie commette un crimine (punendo chiunque decida di non fare la spia su dove, come e quando sono rintracciabili gli stranieri e punendo anche chi sceglie di offrire loro solidarietà quando e se ne hanno bisogno). Come se decidessero di affondare tutta la sicilia per abbattere la mafia. Uguale.

I governi autoritari però basano il proprio potere su un regime del terrore, la delazione, la paura e le punizioni indiscriminate partendo da un proprio criterio di giustezza e di errore delle azioni compiute.

Nel caso della strage di Marzabotto, circa il cui splendido film – L’uomo che verrà – trovate tutte le notizie QUI, a decidere cosa fosse giusto e cosa fosse sbagliato erano i nazisti.

Si trattava di criminali di guerra e per vendicarsi delle azioni dei partigiani i nazisti massacrarono circa 770 persone, donne, bambini, anziani.

Si trattava di gente povera, che aveva già difficoltà a sopravvivere e che doveva da un lato lasciarsi derubare dai nazisti e dall’altro continuare ad esistere in una condizione di assoluta incertezza.

Voce narrativa del film è Martina, una bambina che ci permette di vedere la complessità di quel momento. Sullo sfondo la descrizione di un mondo sessista in cui bambini, adulti e stranieri usano comunque le bambine e le donne come territorio di conquista.

Il film è interamente parlato nel dialetto della zona e per noi siciliane è incomprensibile al primo ascolto senza i sottotitoli. Ma vale la pena vederlo, ascoltarlo, viverlo, per sapere quello che è successo e per avere una idea di quanto sia atroce la guerra e di quanto appunto siano atroci le rappresaglie. Di qualunque tipo.

Posted in Anticlero/Antifa, Omicidi sociali, Pensatoio, Vedere.


One Response

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  1. Natla says

    Mah. Forse.
    Però quando vedo la sfigata (perché è sempre una donna) che deve pulire i bagni del nostro ufficio, penso che ai maschi dovrebbero insegnare a pulire la tazza fin dall’asilo, così la centrerebbero.