Premetto che non ho intenzione di giustificare un gesto estremo come quello compiuto da questa donna, ma voglio capire cosa lo ha provocato. Nell’articolo le uniche notizie che si trovano sono che si tratta di una donna disoccupata, separata e con due figli autistici.
Si legge che, dopo la separazione, Vanessa (questo il nome della donna), sarebbe caduta in depressione e si lascia intuire che proprio per questo, cioè causa la depressione, avrebbe ucciso i due figli.
Poi non potevano mancare le tre righe sulla pagina facebook della donna, la sua ultima frase ecc… mancava solo il link diretto alla pagina con su scritto "chiedile l’amicizia".
A parte il cattivo giornalismo, quello che mi inquieta di questa notizia è il fatto che non si sia accennato minimamente al modo in cui, oggi in Italia, siano aiutati i/le bambin* autistici/che.
Proprio giovedì sera, Gloria denunciava ad Annozero la sua difficoltà a trovare un aiuto nei servizi pubblici per il suo bambino autistico. Lei parlava giustamente di diritti negati a suo figlio, e precisamente: il diritto alla salute, il diritto ad un percorso educativo adeguato alle esigente specifiche del bambino e il diritto all’integrazione scolastica/sociale.
Gloria diceva che a causa della carenza sia delle strutture sanitarie sia della scuola, ha dovuto rivolgersi ai privati e paga mensilmente dai 700 ai 1000 e oltre euro, spesa che riesce a “sostenere” grazie all’aiuto della famiglia sua e di suo marito. La famiglia si rivela l’unico ammortizzatore sociale del paese. E chi non può farvi riferimento? Chi una famiglia non ce l’ha (penso per esempio agli/lle immigrat*)?
La famiglia non può sostituirsi ai servizi pubblici, che sebbene inefficienti noi continuiamo a pagare e finanziare con le nostre tasse e quindi dovremmo poterne usufruire. Le donne invece vengono lasciate da sole ad affrontare un peso enorme, che nessun* è capace di poter gestire, e può capitare che non si abbia nessun* accanto a cui poter chiedere aiuto.
In questi casi, mi/vi chiedo, cosa bisogna fare? Combattere per la vita, anzi per la sopravvivenza, mi verrebbe da dire. Ma non tutte abbiamo la forza per poterlo fare, o almeno non sempre si riesce a portare avanti una battaglia iniziata tanti anni prima, perché i momenti di scoramento vengono a tutt* e proprio in quei momenti si potrebbero fare azioni estreme, che non giustifico, ma la cui causa non è da ricercare in uno stato psichico, ma in un abbandono istituzionale.
Quindi chi è il vero colpevole? Chi ha effettivamente ucciso quei due bambini? La madre o lo Stato che li ha abbandonati? L’Italia è il paese che più di tutti combatte contro l’aborto e l’uso della RU486, che vuole i cimiteri per i feti ed il battezzo per gli embrioni, che si riempie la bocca di frasi come “la difesa della vita” o “la tutela dei minori” e poi appena nascono, quest* bambin* vengono lasciat* sol*, e con ess* le loro famiglie. Mi viene da pensare che in questo paese schizofrenico ci conviene regredire, ritornare embrioni, per acquistare quei diritti che dovrebbero esserci garantiti da una democrazia, prima fra tutti il diritto a vivere una vita dignitosa.
Voi cosa ne pensate?
Ps: vi siete chieste come mai il "padre" di bambini disabili spesso non sia presente nella vita dei suoi figli?
Lo stato e’ il mandante di questo infanticidio. Lo stao che sperpera soldi in clientele e che lascia sole le donne una seconda volta, dopo che esse sono gia’ state lasciate sole dal maschio che, specialmente in situazioni di difficolta’ , si dilegua. Cosi’ la disabilita’ diventa la miccia che innesca queste tragedie. Povera vanessa, esecutrice di un delitto che riconosce ben altri responsabili