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Chi vuole la morte di Joy?

da Noi non siamo complici

Mesi e mesi di vita rubata tra Cie e carcere dopo anni di vita rubata
dai suoi sfruttatori. Quello di Joy non è un tentato suicidio, ma un
tentato omicidio, e sappiamo bene chi vuole la sua morte: chi sta
facendo di tutto per non farla uscire dal Cie, chi da settimane cerca
di piegarla e distruggerla psicologicamente, chi cerca di isolarla
impedendo i colloqui con lei e negandole la linfa vitale delle
relazioni. Tutti/e costoro – e i loro complici – sono responsabili del
gesto disperato di Joy che oggi i suoi avvocati hanno voluto denunciare
con un comunicato stampa mandato alle agenzie.

Chiediamo a chi intende riprendere il comunicato di omettere, come
abbiamo fatto noi, il suo cognome.

Immigrazione/ Denunciò stupro al Cie: nigeriana tenta suicidio
Il 17 aprile Joy (***) ha ingerito sapone al Cie di Modena
(da Apcom)
Joy (***), la 28enne nigeriana che ha denunciato un tentativo di
violenza sessuale da parte di un ispettore di polizia nel Cie di Milano
l’estate scorsa, ha tentato il suicidio all’interno del Centro di
identificazione ed espulsione di Modena dove è trattenuta da alcuni
mesi.

A quanto risulta ad Apcom, il 17 aprile scorso, la donna ha
ingerito un intero flacone di sapone ed è stata ricoverata in ospedale
dove le è stata praticata una lavanda gatrica. Sentito da Apcom,
l’avvocato Eugenio Losco, che insieme con il collega Massimiliano
D’Alessio difende la donna, conferma l’episodio: "Se l’è cavata, ma
sono molto preoccupato perché, dopo questo tentativo, Joy continua a
manifestare propositi suicidi e non vorrei contare il secondo morto
nella vicenda seguita alle proteste nel Cie di Milano".

L’avvocato si
riferisce al suicidio, nel gennaio scorso, a San Vittore di Mohamed El
Aboubj, in carcere dopo la condanna in primo grado nel processo con
rito direttissimo per la "rivolta" in cui fu coinvolta anche Joy. "Joy
è nei Cie da quasi un anno in attesa di espulsione ed è fisicamente e
psicologicamente molto provata, sia per la detenzione che per il
dilatarsi dei tempi di inoltro della denuncia che ha fatto contro i
suoi sfruttatori e che le farebbe ottenere un permesso di soggiorno per
protezione sociale" continua il legale, sottolineando che la situazione
per Joy, in Italia dal 2002 per fare la parrucchiera e poi diventata
prostituta, si è "ulteriormente aggravata dopo che il 12 aprile scorso,
giorno in cui era prevista la sua liberazione, le è stato comunicato
che sarebbe dovuta rimanere al Cie per altri due mesi". Per quanto
riguarda la vicenda della presunta violenza sessuale (l’ispettore
accusato ha sporto querela contro la donna), l’avvocato fa sapere che
l’8 giugno prossimo il Gip Guido Salvini ha fissato l’incidente
probatorio per l’audizione della donna nigeriana.

Posted in Fem/Activism, Omicidi sociali.