La meraviglia della condivisione. Il gruppo ”Femminismo“ su facebook lancia un link, viene commentato, ne viene fuori una discussione interessante e Walai ci fa un post di approfondimento dedicato che colma tre quintali di lacune che tutte noi abbiamo in una rilettura da un punto di vista di genere dei film horror. Lode a Walai e alla socializzazione utile e costruttiva di saperi.
Da quel gran blog che è LadyRadio, da lì anche una trasmissione in streaming che le sorelle fanno ogni sabato dalle 18.00 alle 20.00 su Radiolina.
>>>^^^<<<
Il tema della donna nei film horror è stato a lungo dibattuto
ma, ahimè, solo in piccoli circuiti di intellettuali cinefili i quali
sono i primi a sventrare personaggi e sceneggiature fino all’osso solo
per il mero piacere di sentirsi parlare e giudicare l’operato del/la
regista.
L’ horror è un genere sopra e sottovalutato dal punto di vista
politico e sociale. George Romero ha usato i suoi famosi zombies come
esempio dell’invisibilità dei poveri d’America, così come Pupi Avati
raccontò uno spaccato di pre-leghismo chiuso e ottuso con il suo ” La
casa dalle finestre che ridono”.
Ma non diventiamo anche noi bacchettoni saccenti e concentriamoci
sulle figure femminili: amputate, violentate, squartate, dissanguate,
fatte a pezzi, le donne nel cinema horror subiscono soprusi di ogni tipo
spesso, ahimè, reali e simili a tanti avvenimenti di cronaca nera che
un po’ tutti seguono per il gusto innato e un po’ macabro di ascoltare
e vedere scene simili.
Le donne subiscono di tutto ma, a differenza della triste realtà non muiono in silenzio.
Silenziosamente torturano e massacrano i loro carnefici e si
vendicano in un moto di follia senza senso anche verso persone
completamente innocenti.
Nei film Europei e Occidentali in genere, c’è sempre un retrogusto
religioso a queste strane presenze che vengono definite demoniache in
quanto soprannaturali e sì malvagie.
La figura della vampira è quella più nota: una
donna libera di poter fare tutto ciò che desidera e di potersi
approfittare degli uomini, usandoli per cibarsi. La cattiveria è palese
e la filosofia anticristiana dell’occhio per occhio è la regola per
queste figure.
Devono soddisfare un loro bisogno e lo fanno fino in fondo e oltre, non possono pensare alle conseguenze perchè necessitano di corpi caldi e vivi per sopravvivere. Nel film ‘Jennifer’s body’ la figura demoniaca e vampiresca della bellissima protagonista ha un palese significato sociale.
La bella ragazza sensuale e NON vergine ( come i
suoi carnefici speravano), si trasforma da provincialotta facilona e
oca in mostro assetato di uomini. Quegli stessi uomini che in lei
vedevano solo un corpo e niente più, si trasformano a loro volta in
semplice ammasso di carne e sangue, rendendo la ragazza bella, forte e
sexy.
Nel film ‘Carrie lo sguardo di Satana’ invece,
troviamo una ragazzina che subisce il nascosto bullismo femminile: qui
si accentuano le cattiverie delle ragazze popolari senza ricorrere allo
stereotipo da film per teenager ma, anzi, rendendo tutto molto realistico, crudele e spietato.
La ragazzina outsider con poteri cinetici, è già
considerata un mostro: in questo caso il regista e lo sceneggiatore
danno al ruolo della madre quello che era del pubblico. La madre della povera ragazza è un’estremista cattolica ,
la opprime e la tortura definendola costantemente come entità
demoniaca, senza pensare minimamente che questa possa utilizzare i suoi
poteri per scopi benefici.
In Oriente la scena cambia ma con un tema principale. La figura diCarrie è alla base di molti romanzi e film recenti della filmografia orientale ( soprattutto quella giapponese).
Le vittime sono spesso adolescenti, studentesse di rango
elevato o, al contrario, studentesse povere ma beneficiarie di borse di
studio.
La figura preferita è proprio quella alla Carrie: un’outsider che
subisce bullismo femminile e/o anche maschile, spesso possiede poteri
derivanti da parte di madre che è ,guarda caso, un’esorcista buddhista.
Anche lei deve nascondere il suo potenziale e chiudersi in un Mondo
tutto suo, condannandosi così all’ autoesilio e ad un infantile
rapporto con il Mondo.
Anche qui la ragazzina studia come un’ossessa, nella speranza di diventare una ragazza normale e sì anche adulta ( ecco perchè l’immagine della farfalla , evidente metafora, è ricorrente in molti film di questo genere)
Nel cinema Orientale le ragazze fantasma hanno spesso un legame simil lesbico se non ossessivo con una loro amica,
magari una compagna affettuosa, dolce che vede in loro un’anima
fragile. Prioprio questa sottile linea tra follia e raziocinio rompe
spesso il legame tra le due a causa magari di qualche concorso o gara
vinti dall’amica e non dalla protagonista “malvagia” che desidererà
vendetta per non essere riuscita, un’altra volta, ad affermarsi nel
Mondo degli adolescenti. Qui è evidente la reale pressione da
parte degli adulti verso i ragazzi e l’ossessione maniacale della
competitività che distrugge amicizie ed amplifica i problemi di ragazze
già soggette a problemi psichici e/o fisici.
Non ci sono scene sensuali e pornografiche perchè
anche se la storia racconta ossessioni da parte della ragazza outsider
verso un uomo ( sposato o già impegnato che non ricambia quasi mai
l’amore della stessa), l’atto NON DEVE ESSERE COMPIUTO! Al massimo resta velato, celato, nascosto perchè è importante dare dignità alla morte della giovane.
In Oriente la morte ha una grande importanza, gli spiriti devono
essere rispettati in quanto sacri. Nessun regista orientale come si
deve userebbe una figura simile per scopi puramente maschilisti e
pornografici, soprattutto se il film deve essere distribuito su larga
scala. Questo sottogenere sfocia nell’hentai o in altri settori di
nicchia per pervertiti, ma qui parliamo di strade alternative e non del
genere nella sua totalità.
Nel film giapponese ‘ Ju-On’ la
protagonista-fantasma è una casalinga, ragazza madre, sottomessa al
marito e alla società. Si innamora di un altro uomo e confida al suo
diario ( suo unico sfogo personale), i suoi segreti ed il suo amore non
dichiarato.
Il marito legge il diario, scopre tutto ed uccide brutalmente la
moglie ed il figlioletto, incluso anche il gatto di casa ( custode,
secondo la religione buddhista, della porta delle anime). L’uomo si
suciderà dopo aver nascosto i cadaveri.
Ed ecco che la casa diventa maledetta e chiunque osi entrare e quindi profanare il segreto della povera donna,
dovrà rivedere tutto e sentire fisicamente e psicologicamente a sua
volta quello che lei ha subito. Attira estranei con vari trucchetti e
visioni verso il luogo dell’omicidio-suicidio e farà proverà loro il
dolore delle vittime oppure l’ignaro ospite verrà posseduto dalle
anime dannate per ripercorrere tutta la storia e tornare alla realtà a fatti compiuti. Un modo palese per mostrare agli altri la crudeltà di quanto è successo, per render chiaro il messaggio che queste donne sono invisibili fino a quando non proviamo anche noi sulla nostra pelle quello stesso dolore.
E’ tutto ciclico, un grande cerchio elemento che troviamo anche nell’horror ‘ The Ring’.
Tutto ahimè è molto simile a fatti ed avvenimenti realmente accaduti.
Ci sono tantissimi casi di scomparse improvvise di ragazze ( spesso
studentesse) in Giappone e Corea, così come sono frequenti ( come in
Italia) i casi di suicidio-omicidio in famiglie all’apparenza perfette.
La casa è il luogo di culto di ogni casalinga e lo diventa anche dopo la morte.
Tutte queste donne non riescono mai ad essere incastrate da nessuno: giornalisti, reporter, esorcisti, nessuno le fermerà.
E’ il grido silenzioso di una fetta sociale inascoltata, invisibile
che chiede vendetta perchè in vita queste donne sono state sottomesse,
oppresse subendo un olocausto psicologico.
Proprio queste storie infarcite di esoterismo, mettono in chiaro
quanto maschilismo vive e continua ad esistere nelle periferie di
Tokyo, di Hong Kong, di Seul, città moderne dal lato oscuro.
L’ Horror è un genere che rende vive e spettacolari le fobìe più
comuni, utilizza stregoneria, magia ed esoterismo per tranquillizzare e
allo stesso tempo spaventare chi teme la stessa fine o chi sa che la
meriterebbe .
Il maschilismo è quasi assente perchè è proprio questo
elemento la base , spesso, del male e della sofferenza delle
protagoniste.
E’ indubbio che ognuno puo’ estrapolare ciò che desidera da un film
horror ma quasi tutti alla fine, restano con l’amaro in bocca e non c’è
proprio spazio per esorcizzarlo con un corpo sensuale ed erotico.
Per questo dovrete spulciare quegli horror classici del cinema muto: qui le donne sono estremamente indipendenti ma al contempo talmente soggiogate dalla magia nera da non ragionare più , utilizzando solo il loro corpo come esca e/o come arma per i più deboli alla tentazione della lussuria.
Per avere invece una visione distorta e malata della donna, bisogna farcirsi il cervello con filmetti di serie B
dove le donne sono deboli, incapaci, tettone e spesso stupide. Meritano
di essere mangiate da zombies, cannibali, vampiri e quant’altro la
fantasia puo’ creare perchè sono considerate esseri inferiori e
gli uomini non si sentono tristi per la loro morte ma, anzi, ne sono
quasi incosciamente felici. Finalmente la bellona che non fa sesso con
loro, sarà fatta in pezzettini e soffrirà. Che bella soddisfazione da
uomo virile eh?!
In questo caso ci viene in aiuto la Troma
e tanti film che hanno preso in giro il genere horror di serie B, tanto
caro ai nostalgici perchè ormai considerati un po’ troppo retrò e, per
fortuna, ridicoli.
Buona visione e lottate sempre, finchè siete in vita.
Walai
Articolo dedicato al gruppo ” Femminismo“
Serbilla io ADORO dark water!! L’ho citato in una trasmissione dedicata proprio a questo tema e alla pazzia delle donne nel mondo del cinema.
Bello bello!!!
Sempre a pugno chiuso!! 😀
Sono d’accordo.
Inoltre sono una vera fan di Carrie, soprattutto di quella del libro di King.
La trovo uno dei personaggi femminili più riusciti di tutte le mie letture, e sono contenta che si parli di mestruazioni e masturbazione femminile, sempre nel libro.
Per il resto, be’… credo che vedrò tutti quei film che non avevo ancora visto e di cui parlate!
Che bello, lo condivdo subito.
Da (ex)ragazzina appassionata del genere posso dire che, a dispetto dell’apparenza, l’horror può dare molto conforto, ma anche sconforto quando è fatto male.
Vi segnalo un film che si chiama Dark Water, la versione originale giapponese
http://www.horrortv.it/dwater.htm
è propriamente un horror, quella occidentale, americana, con jennifer connelly
http://www.mymovies.it/…/recensione.asp?id=35833
mette un po’ da parte il soprannaturale e racconta in modo molto intimo le difficoltà che deve affrontare una giovane donna dopo un divorzio difficile e con una bambina piccola, la casa, il lavoro, la perdità di identità , fino alla depressione.
ma di che… scherzi?
ma grazie a te 😀
sei un capolavoro!
strabaci
a pugno chiuso, sempre 😛
ragazze ma io sono commossa di tutto ciò..grazie sinceramente!!