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L’italia dei padri uccide le donne

Metti che hai avuto una vita come tante: una figlia, un matrimonio finito, un lavoro (se ce l’hai) che non ti permette di campare da sola e di sostenere tua figlia. Metti che l’unica scelta che hai è quella di tornare a dipendere dai tuoi genitori e se si tratta di una famiglia di stampo patriarcale tornerai a dipendere da tuo padre che un po’ ti vorrà con sè perchè è anziano e gli dai una mano, un po’ non ti sopporta perchè è vecchio, le sue ansie e le sue ossessioni hanno raggiunto livelli altissimi, se era aggressivo e violento prima lo diventa ancora di più con il sopraggiungere dell’età. Metti che nella tua vita non hai avuto altra scelta che passare dal dipendere dal padre al marito e dal marito al padre senza riuscire mai a crearti una vita tua.

Metti che se fai parte della generazione delle quarantenni non hai nessuna possibilità perchè non hai avuto il culo di essere tra quelle che una volta venivano assunte nei concorsi e sei solo una tra le tante precarie che consegna alla propria figlia altra precarietà. Metti che sei una madre e che ancora lo Stato, il mercato, le leggi, le imprese, l’economia malata e la discriminazione patriarcale ti condannano a fare la figlia.

Metti tutto questo e ottieni che tu diventerai la sostituta di tua madre. Poteva esserci lei – e sarebbe stato gravissimo – a morire per mano di un marito violento. Invece ci sei tu – ed è grave uguale – a ricoprire un ruolo innaturale, senza la possibilità di andare avanti per sopravvivere, e un bel giorno muori, accoltellata in più punti, dopo uno dei tanti litigi con tuo padre ottantenne che se ne rimane ammutolito nel soggiorno ad aspettare l’arrivo della polizia.

Noi non sappiamo se sia andata così ma così sappiamo che va per tante donne che in questo momento di grande difficoltà non possono contare su niente e su nessuno. Sappiamo che una donna, l’ennesima, è morta per mano di un uomoforse suo padre – e che la responsabilità è di tutti quelli che hanno chiuso quella donna in quella casa con quell’uomo.

Proprio oggi l’unità pubblica la campagna "hai un fidanzato violento? cambialo!". Ma come si fa a cambiare un padre violento se per legge vogliono perfino importelo? Come si fa a recuperare autonomia economica per salvarsi la vita se tutto quello che Stato e chiesa sanno fare è condannare le donne a obbedire e soccombere ad un ordine in-naturale del mondo che loro hanno chiamato "famiglia"?

E’ questa la famiglia: un coacervo di odio e rancore che cova negli anni. Un luogo pericoloso dal quale spesso bisogna salvarsi. Un luogo dal quale bisogna affrancarsi ed emanciparsi perchè non è normale che una figlia di 46 anni, madre di una ragazza diciannovenne, viva nella casa del padre ottantenne. Proprio non è normale. E non è normale consegnare alla guardia di quegli uomini badanti indifese che spesso ci rimettono la vita.

Che fine faranno tutte le donne licenziate dell’Omsa? Che fine faremo tutte noi? 

—>>>foto da Riot Clit Shave

Posted in Corpi, Omicidi sociali.


3 Responses

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  1. mariella says

    gli uomini non hanno obblighi familiari. se il loro padre non sta bene ad accudirlo va sempre la figlia femmina o la loro moglie. se i maschi si separano poi hanno sempre i bivani pagati dall’amministrazione comunale nel residence di lusso.

    grazie a tutte voi per averci aperto gli occhi!

  2. walai says

    Metti anche che molte donne scelgono di fare le casalinghe accettando nel 2010 il ruolo di mamme e mogli, mi sono anche stancata di doverle sempre compatire e preferisco arrabbiarmi con quelle donne che, nonostante ci siano ampi esempi di questo sistema malsano di vita, preferiscono esaurirsi in casa, dimenticandosi di essere persone.
    Sono stufa di provare pietà per le povere casalinghe divorziate perchè sono nate e cresciute con la libertà di scegliere, scegliere di dire no, di lottare e di seguire altre strade. Sono state sciocche e questa è la conseguenza della loro ottusità. La cosa grave e che tramandano di madre in figlia le proprie frustrazioni perchè non vogliono che le figlie possano evitare i loro errori ma, anzi, che perseguino pure questo malato rituale usando pressione psicologica e ricatto morale. Io sono stufa marcia delle donnicciole sceme.

  3. Benedetta says

    L’attuale crisi peggiora la vita di tutti ma chi ne fa le spese maggiormente sono quelle che stavano male già prima, ossia le donne. Io ne so qualcosa perchè di recente son tornata in casa dei miei perchè sono disoccupata e a 28 anni sto facendo un servizio civile, l’ennesimo ammortizzatore sociale del cavolo che si sono inventati. Alla frustrazione per la mia condizione si aggiunge una frustrazione ulteriore perchè la mancanza di autonomia economica mi rallenta in un percorso di emancipazione già di per sè difficile e costatomi mille sacrifici. Anche i ragazzi faticano a trovare un lavoro ma se sei donna è pure peggio perchè ti dicono: “ma come? Te tutta emancipata e poi manco riesci a guadagnare più di 400 euro mensili?” Pensa poi te la sorte toccata a questa povera donna che è rientrata in una famiglia più disfunzionale della media…e pensa alle badanti straniere che devono lavorare per forza e spesso vengono accolte da famiglie di merda in cui tutti le trattano malissimo e a volte addirittura c’è chi le molesta.