La Camera delle Donne è stata presentata a Napoli e ne avevamo parlato qui. Ci raccontano ancora di che si tratta:
"Abbiamo reso pubblica la nostra convenzione proprio per contribuire ad aprire una discussione sulla pratica politica, e saremmo molto interessate a conoscere esperienze analoghe, che al momento non ci sono note.
La Camera è una convenzione, non è una lista e nemmeno un’associazione. Il soggetto, come diciamo nel comunicato, non è trasversale, perchè la trasversalità non è un concetto ambiguo solo da quando lo hanno assunto gli uomini, secondo noi lo era anche quando a pronunciarla erano le donne nell’ambito delle pari opportunità.
Se guardiamo ai risultati della pratica della trasversalità abbiamo leggi inutili e pratiche disoneste. Nei partiti la trasversalità è usata su temi dove "fate un pò quel che vi pare tanto non cambia niente".
Trasversalmente si affermano i diritti umani, che dovrebbero essere la normalità per tutti i delegati del popolo, per mediare al minimo consentito, per essere tutti d’accordo, salvo poi a smentire tutto nella normale dialettica tra maggioranza ed opposizione.
La pratica della trasversalità è la più nominata e giocata quando ci sono in ballo i diritti delle donne e vediamo tutte in che modo stiamo conciate. Per rispetto dell’intelligenza nostra e di chi legge non entro nei particolari della così detta libertà di coscienza.
La trasversalità è il luogo del non governo e dell’indecisione, della concessione al potere dell’altro un pezzo dei diritti dei cittadini.
Siamo femministe, non millenariste, pensiamo che l’abilità del movimento delle donne "ad inventare soluzioni" debba contaminare le altre donne dovunque per salvare subito le vite nostre e delle altre, a non subire la subalternazione "tanto poi cambierà".
A Napoli, dove nasciamo e abbiamo affinato la pratica politica, abbiamo avuto risultati eccellenti prima nella relazione che "che mette insieme sugli obiettivi" diversi femminismi, e poi nel far cadere il pregiudizio sulle donne vicine al potere. Spingendole a contare sul movimento.
Faccio l’esempio più recente: la delibera comunale sulla "pubblicità lesiva verso le donne": Su invito delle femministe dell’Udi dopo una discussione sulla comunicazione e la stampa, altri femminismi (tutte le associazioni attive sul territorio) hanno scelto di affrontare il patriarcato dei media a partire dalla pubblicità. Convincendo tutte che una donna al potere non "sporca le mani" perchè DEVE rispondere alle cittadine è stata inclusa nella discussione l’assessora Valente e le impiegate del servizio P.O.
Le donne di Napoli hanno letteralmete scritto la delibera, che l’assessora ha avuto l’abilità di far approvare con irrisorie modifiche (di costituzionalità e di legittimità, al limite del possibile per le norme vigenti, che per altro sono in netta frizione con risoluzioni europee)
La delibera si distingue dalle altre delle altre città, perchè ha un meccanismo che modificherà nel tempo il regolamento sulle affissioni cittadine.
Non si tratta di casualità ma di un vero e proprio metodo di lavoro, che mette insieme le donne e non le divide sulle ideologie maschili.
Siamo donne progressiste, molte di sinistra, e per convenire prendiamo l’impegno personale di ritirarci dalla convenzione nel momento in cui si dovesse far prevalere l’interesse altro (del partito, dell’associazione, del collettivo, dell’amministrazione) su quello del diritto femminile originario e indisponibile.
Le nostre candidate hanno fatto questo lavoro con noi e per questo le sosteniamo.
Non è una lista la nostra, lavoriamo perchè i partiti non "facciano fuori" le candidate perchè troppo forti, perchè non stemperino la loro preferenza su diversi uomini forti, perchè in campagna elettorale siano libere di parlare alle cittadine. Miriamo a mandarle nel consiglio Regionale, con qualunque risultato delle coalizioni.
Nella Consiglio Regionale Bassolino, dalle donne è stata letteralmente scritta la norma (unica in Italia) sul riequilibrio della rappresentanza. Grazie alle donne che hanno saputo lavorare nella Consulta il presidente Bassolino ha decretato che in Campania nessun medico può denunciare il clandestino.
Come primo impegno della Camera delle donne, abbiamo scelto questo elettorale, per usare la norma della doppia preferenza e l’abolizione del listino. Una legge non basta, abbiamo capito che quindi ora ci tocca questo lavoro ma poi passeremo ad una serie di azioni sui media che sono già in cantiere.
Non posso naturalmente spiegarvi tutto, ma se dovessimo scegliere uno slogan è questo : donne laiche e libere dal comando dei capi."
La Camera delle Donne presenta le candidate che sostiene [Antonella Cammardella (Sinistra e Libertà), Elena Coccia (PRC), Angela Cortese (PD), Giuseppina Tommasielli detta “Pina” (IDV)] in una conferenza stampa oggi – 4 marzo – alle ore 12.00 al caffé Letterario INTRAMOENIA, Piazza Bellini- Napoli.