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La Cina è già qui: gruppi facebook ad orologeria

http://www.rai.it/Contents/news/39600/cina_internet_art06102004.jpg

Update: Leggiamo che Panorama, giornale della cordata mondadori, di destra, ci addebita un virgolettato che non è nostro ("esempio di trollismo di regime"). Ottima l’ipotesi (che noi abbiamo posto con un punto interrogativo – dopo aver registrato una serie di fortunate coincidenze – potevate virgolettare quello ["?"] ed eventualmente dare una risposta se ce l’avete), ma quelle parole qui non sono scritte. Dunque, se panorama vuole dire qualcosa, lo faccia con parole sue senza metterle in bocca ad altr*. Grazie!___

Avete presente la storia dei gruppi facebook che suscitano indignazione, poi tutti chiedono di oscurare e qualcuno oscura?

Vi spieghiamo come funziona. Qualche tempo fa le donne di destra facevano la loro bella campagna contro l’infibulazione. Unico loro interesse filantropico, assieme a quello contro il velo, di persecuzione delle violenze maschili che a loro piace connotare come "etniche". Tanto impegno che non si capisce poi a quali effettivi risultati porti, dato che le donne infibulate o quelle con il velo che subiscono violenze rischiano di essere espulse (come per la famiglia di sanaa) o rinchiuse nei cie, come per joy.

Contemporaneamente, ad orologeria, nasce su facebook il gruppo "infibuliamo le donne". Chi lo aveva creato aveva tra i suoi interessi prevalenti quello di seguire le attività di una fan-page di forza nuova.

La questione però non finì sui giornali e la campagna delle donne di destra si svolse senza grandissima eco mediatica.

Di recente abbiamo visto il clamore dovuto ad un gruppo contro i bambini down. Tutti a chiedere l’intervento di tizio e caio e infine la pagina è stata oscurata. Sia ben inteso che facebook non è tenuta a oscurare pagine, non fino ad ora almeno, e che in generale le pagine su facebook nascono e muoiono (o cambiano nome) per mano della stessa persona che le ha create.

Oggi scopriamo che i dirigenti google vengono condannati al carcere per diffamazione e violazione della privacy (reati che secondo la legge dovrebbero essere contestati in maniera individuale nei confronti di chi pubblica) e simbolicamente anche per aver permesso la pubblicazione del video in cui si vedeva che picchiavano un minore affetto dalla sindrome di down. La coincidenza tra l’oscuramento del gruppo fb e questa condanna sono un caso? Non c’era nessun interesse a creare attenzione nei media attorno a queste questioni?

Chiunque sa che ogni grosso network in rete non può controllare le fonti all’origine e che eventualmente cancella su indicazione successiva. Non essendoci reato dunque si applica lo stesso parametro usato da certi parlamentari per zittire l’opposizione: la denuncia per diffamazione con relativo embargo economico e richiesta di risarcimento.

Se questa è l’indicazione che il web dovrà subire (faranno mai causa ai dirigenti di altri social network per questo?) ci sembra chiaro che a causa di tizi che attivano gruppi evidentente pretestuosi e speculari ad altri interessi, chi ha potere sarà legittimato a intervenire censurando qualunque altra cosa si ritiene lesiva di chiunque. 

Un modo come un altro per creare un precedente e per fare diventare i social network controllori, guardie di tutti gli utenti, per farli diventare sulla carta "editori" a tutti gli effetti, e per indurre i social network a non veicolare più video e news che altrimenti non avrebbero spazio in nessun media. Pensate a tutti gli spazi in web (social network ma anche forum, siti, blog, community) che saranno considerati di default "editori" denunciabili per "diffamazione a mezzo stampa". Pensate a tutti i video che girano su berlusconi & company: se ghedini approfitta del precedente creato da questa sentenza e chiede a google di risarcire il premier per tutti i video che sono considerati "diffamatori" nei suoi confronti, che tipo di notizie potranno girare in rete, secondo voi, nel prossimo futuro?

Noi l’avevamo detto: la cina è già qui.

Posted in Anticlero/Antifa, Omicidi sociali, Pensatoio.


One Response

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  1. Doris says

    Tutta questa storia sa di voler prevenire un reato prima ancora che avvenga (tipo Minority report), ma se il discorso non è valso per Facebook, con la pubblicazione di pagine che chiaramente violano legge perchè incitano all’odio razziale di genere ecc, allora perchè sarebbe valido per Google? Due pesi e due misure? E poi mi fa in mente anche la storia che sto sentendo riguardo il processo Fapav-Telecom. La Fapav (Federazione Anti – Pirateria Audiovisiva) pretenderebbe che chi fornisce un servizio (la Telecom in questo caso) controlli l’uso che ne fanno i suoi fruitori, insomma vorrebbe che la Telecom controllasse il traffico Internet per impedire che si scarichi illegalmente. Questo sarebbe un po’ come pretendere che l’ANAS controlli chi corra troppo veloce sulle sue strade ecc. Insomma mi pare che si stiano facendo le prove per imbavagliare la rete