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Non c’è posto per le donne nelle strade italiane

http://scheggedivetro.blogosfere.it/images/via%20craxi.jpg

Ci scrive Simona (che ringraziamo e salutiamo!):

"Le strade che percorriamo ogni giorno della nostra vita sono dedicate a uomini che hanno condotto battaglie, sindaci, presidenti e santi.

Le uniche donne cui si rende onore e gloria nelle strade che ci portano ogni giorno laddove vogliamo arrivare sono sante e madonne e neanche così tanto numerose, poi.

C’è in qualche paese d’Italia una Via Montessori? Non lo so, dove abito io no e fin’ora non l’ho mai sentita nominare per sbaglio.

Via Fallaci, Via Merini, Via Deledda…?

Se poi estendissimo il campo alle donne straniere ci potremmo costruire una città, con i nomi delle donne che meriterebbero di avere una via intestata a loro.

In fin dei conti, si sa: tutti gli uomini che nominiamo nella vita di tutti i giorni non sarebbero mai esistiti senza le donne che li hanno partoriti e cresciuti.

Ma allora, perchè tanta ingratitudine?

Spero di aver offerto uno spunto di riflessione. Leggo con piacere il blog Femminismo e mi piacerebbe trovare un articolo a riguardo, con lo stesso stile pungente e vero che lo contraddistingue."

Abbiamo girato il quesito alle sorelle (e ai fratelli) della grande comunità che popola la nostra mailing list e il risultato effettivamente non è dei migliori anche se qualcun@ ci offre qualche speranza.

Marta ci dice che a Milano c’è: via Ada Negri, poetessa; via Anna Kuliscioff, donna politica; e a Novate Milanese via Marie Curie.

Feminoska ci dice:

"Perchè tanta ingratitudine chiedi? Ti pare che nei libri di storia vada meglio? 🙂
Non è così comunque in tutte le città, a Torino di vie dedicate a donne ce n’è parecchie, forse perchè non avevano più maschi a cui intitolarle 😉

Senza citare le sante, ne nomino alcune:

Via Matilde Serao
Via Sibilla Aleramo
Via Giulia di Barolo
Via Maria Bricca
Via Francesca Cabrini
Via Rosalba Carriera
Via Vittoria Colonna Via Luisa del Carretto
Via Ada Negri
Via Alessandrina Ravizza
Via Rosa di luxemburg

e mò basta che ci annoio sennò!
Lo stradario è solo lo specchio della presenza pubblica delle donne nel mondo:come si diceva della sorella sconosciuta di Shakespeare…. è nella vita pubblica che l’assenza delle donne grida vendetta, anche perchè i cani del padrone per quel che mi riguarda non sono rappresentanti del sesso femminile!
"

Lidia ci dice: "a palermo (e in altre cittadine siciliane) quando hanno finito i maschi hanno cominciato a chiamare le vie con i colori e perfino i numeri. Avremmo tanto sperato in una strada intitolata all’azoto liquido perchè tra tutte le soluzioni mancavano le vie titolate ai simboli chimici 😛"

Quello che dice Simona quindi si dimostra assolutamente vero. A questo si aggiunga la totale assenza di piazze, statue, monumenti dedicati alle donne. Non perchè ci piace la celebrazione fatta di marmo (di tombe ne abbiamo abbastanza) ma perchè è rappresentativa della cultura che domina le amministrazioni e quei luoghi.

Le nostre piazze hanno statue di uomini, generali, re, maschi di ogni tipo, caduti in guerra, perfino i militi ignoti che sebbene ignoti bisogna rappresentarli. Tutte le donne note invece vengono candidamente dimenticate, come se il loro passaggio non avesse trasformato, cambiato, rappresentato alcunchè.

Avete mai visto una via o una piazza intitolata, che so, alle donne che ci hanno permesso di ottenere il diritto di voto? O quelle che hanno salvato la vita ad altre donne rendendo l’aborto gratuito e assistito? O quelle che hanno lottato per anni per sottrarre le donne alle violenze maschili? O chi ha cambiato leggi e cambiandole ha modificato l’approccio culturale a certe questioni? O chi ha condotto tante belle battaglie laiche e femministe sfidando poteri inamovibili e cambiando, in meglio, la sorte di migliaia di donne?

Quante sono le statue di donne in piazza a rappresentare le vittime di violenza? Note e ignote. Quante?

Perchè l’unica cosa che dobbiamo veder rappresentare di noi nelle strade delle città sono pubblicità sessiste in cui i nostri cervelli diventano assimilabili a tette e culi e i nostri corpi sono oggetto di consumo?

C’è una sola città che abbia affisso l’elenco delle donne cha hanno lottato e sono morte per mano di un maschio come rappresentative di una guerra che non finisce mai? Sono da considerarsi "cadute in guerra" forse meno dignitose dei militi ignoti?

C’è una sola città che abbia nominato una biblioteca, un’aula pubblica, una scuola, un istituto ad una donna di valore? Dove per donna di valore non si intende necessariamente la donna riconosciuta nei consessi maschili. 

Come dice Lidia a Palermo per poco non si preferisce nominare le vie con simboli chimici piuttosto che citare le donne e non è un caso. Di quelle strade noi siamo vittime, le puliamo, le costruiamo, le viviamo, possiamo morirci ma non ne saremo mai legittime abitanti. 

Invisibili, come se non fossimo mai esistite, tranne che per l’uso che i maschi fanno di noi.

Ps: si preferisce intitolare una via ad un latitante piuttosto che ad una donna… questo tutta l’italia oramai lo sa!

Posted in Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio.


3 Responses

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  1. lidia says

    neppure io 🙂
    però poi mi ritrovo a transitare per corso RE vittorio emanuele per via cavour, e nessuno dei due mi è particolarmente simpatico.

  2. Mey says

    Io però in via fallaci non ci abiterei mai…

  3. fikasicula says

    integriamo:
    noi vogliamo essere cremate, vogliamo donare gli organi, e vogliamo una targa di marmo solo se intitolata a “Fika Sicula”! 🙂