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Speculazioni e revisionismi. Sciatori incoscienti e fascisti coscienti

Stare a sentire i tg regionali di rai tre è una gioia perchè in alcune regioni le donne non sono rifatte, e gli uomini hanno la esse che sputa. Sono straordinari ed è uno specchio della società reale. Poi però parlano e allora ti accorgi che sono come noi solo all’apparenza.

In realtà seguono il copione che segue tutta la televisione nazionale in tempo di elezioni e allora giù con l’elenco dell’assalto alle vecchiette e con le cifre sui furti in casa, in villa, persino in baracca, perchè gli uomini della sicurezza ti rassicurano dappertutto, a costo di abbattere le tue quattro pareti di latta.

Al momento la notizia che va molto di moda è quella delle slavine ed è fontamentale che si sappia che il governo sta pensando ad una punizione penale (il carcere) per gli incoscienti, ovvero per chi è causa involontaria di un incidente.

Facciamo che tu arrivi in montagna, dove chi si occupa della stazione sciistica ti dice che è tutto ok anche se ha piovuto, c’è il sole, il buco nell’ozono, il riscaldamento globale e la neve non può certo stare paralizzata per fare contento te e per arricchire i titolari di impresa del turismo. Facciamo che tu chiami il tuo amico o la tua amica a voce alta per dirgli che sei proprio felice di respirare tanta bell’arietta frescolina e "pura". D’improvviso il tuo urlo provoca la slavina e chi ci resta secco non sa con chi prendersela. Con i metereologi? Con i titolari delle stazioni sciistiche? Con il governo che per un po’ ha risarcito danni alle imprese per calamità naturali o con chi ha lanciato l’urlo?

La risposta viene da se: chi ha lanciato l’urlo deve essere giudicato responsabile di tutto ed eccoci dunque a ragionare di una legge che punisce l’incoscienza (o dei permessi a punti per essere umani sulla base della etnia) mentre tutti quelli che commettono reati in modo parecchio cosciente stanno discutendo – per se’ – di immunità parlamentare.

Per cui, sentite noi, se vi capita di ululare alla luna e provocare una slavina quando siete in montagna inventatevi immediatamente che la neve è notoriamente comunista e fatevi candidare per diventare deputati. Secondo le ultime notizie in italia esiste un partito apposito che fa al caso vostro. Lo chiamano il partito della libertà. Il sottotitolo è: "la libertà di quelli che i giudici vogliono mettere in galera". E non parliamo di stranieri e partigiani.

Un’altra notizia che ci ha alquanto turbato è quella di un ex assessore di Olgiate Comasco che per difendere la figlia da un presunto stalker gli avrebbe sparato. Lui dice di aver mirato alto ma il proiettile avrebbe beccato la macchina dell’individuo.

La notizia è passata in sordina perchè non si tratta di un padre marocchino che prova a spaventare il fidanzato italiano della figlia destinata all’islam. Si tratta solo di un ex assessore di una giunta in odor di lega, per argomenti e modalità, il quale avrebbe dovuto confidare sulla eccezionalità della legge della quale tutta la destra si riempie la bocca. L’antistalking non era dunque il massimo delle soluzioni antipersecuzione e antiviolenza contro le donne che si poteva sperare? Quel che è certo è che c’è una contraddizione nei mondi della giustizia fai da te. Se si tratta di accoppare un immigrato per presunta legittima difesa allora sono tutti a regalare licenze di caccia e porto d’armi. Se invece si tratta di difendersi dagli stalker allora gli uomini stanno tutti un po’ sul chi va la’, oggi a me domani a te non sai mai a chi può capitare.

Anche oggi comunque non sono mancate le notizie di violenza maschile contro le donne: a Bellinzona un tizio ha tentato di ammazzare la moglie; a Civitanova un altro tizio ha violentato una sex worker; in altre città sono decine le segnalazioni, le denunce e gli arresti per percosse, violenze e stalking.

In questi giorni in varie città d’italia si sono svolte varie manifestazioni antifasciste. Contro la speculazione revisionista sulle foibe i compagni e le compagne di firenze hanno diffuso un bel documento che vale la pena di leggere [copincollo sotto]. A Pontedera i fascisti che non hanno potuto esibire le loro svastiche hanno poi rotto l’insegna al negozio di alice, una ragazza del comitato antifascista e antirazzista. Da napoli ci arriva il dossier, tutto da scaricare, leggere e condividere, su Casapound napoli, chi sono, cosa fanno e che legami hanno.


A Torino
il controcorteo antifascista è stato duramente attaccato dalla polizia a tutela dei fasci di casapound.

Copio e incollo il comunicato che è seguito alla giornata torinese e poi il volantino fiorentino:

Torino è antifascista

Oggi 7 febbraio circa 150 antifascist* torinesi* sono scesi in piazza per
impedire a Casa Pound, nota organizzazione di estrema destra, di sfilare
nel
quartiere Vallette per commemorare i “martiri delle Foibe”.

Una presenza
misera la loro, poco meno di 40 attivisti (tra cui diverse delegazioni dal
Piemonte) arrivati con un pullman scortato al capolinea del 3 e
riaccompagnati fuori da Torino sempre in pullman e protetti della polizia.

Un fatto questo che denota il clima che i predicatori del nuovo fascismo
(quello del terzo millenio, così si definiscono loro!) si trovano intorno
ogni qualvolta decidono di mettere in piedi un’iniziativa pubblica. I due
presidi sono rimasti per diverse ore fermi fino a quando la questura ha
autorizzato i neofascisti a muoversi in corteo per raggiungere il luogo
della commemorazione, i giardini Cavallotti.

Immediatamente anche il
presidio antifascista si è spostato, cercando di anticiparli e impedire
loro di proseguire il percorso. A questo punto è arrivata la risposta della
celere che, chiuso il corteo antifascista sui due lati, ha pesantemente e
più volte caricato, accanendosi in maniera vergognosa sulle persone rimaste
a terra.

Nonostante questo e la
divisione in due blocchi a seguito di queste cariche, gli antifascist*
hanno più volte tentato di raggiungere il gruppetto dei
nostalgici/revisionisti ma, a
causa di blocchi della polizia e lancio di lacrimogeni, non sono riusciti
a bloccarli. A fine giornata si contano due feriti e due fermi, tutti
conseguenza dell’accanimento delle truppe antisommossa.

Anche se stavolta
i fascisti sono riusciti a raggiungere il luogo della loro commemorazione,
è evidente a tutti il carattere autoreferenziale di questa iniziativa e la
constatazione di come Torino, città medaglia d’oro alla Resistenza, anche
con un solo giorno di preavviso sia pronta a mobilitarsi per impedire
questo tipo di vergognose sfilate.

Antifascist* Torines*

>>>^^^<<<

Dagli antifascisti fiorentini:

Anche quest’anno, purtroppo, poche decine di persone insceneranno la solita lugubre sfilata silenziosa per “ricordare le vittime delle foibe e del comunismo”, condita da tricolori, croci celtiche, bandiere neoirredentiste e saluti romani. Insieme ai rampolli della destra fiorentina ci saranno, ovviamente, i vertici del PDL.

L’istituzione della Giornata del Ricordo rappresenta un punto di svolta di quel lungo processo chiamato “revisionismo storico”: un processo che mira alla tanto sbandierata “pacificazione nazionale”, da ottenersi mediante una “memoria condivisa”, basata su una metodica falsificazione delle verità storiche.

Una falsificazione che avviene per mano dei politici, di destra e di centro-sinistra, che strumentalizzano un fenomeno svincolandolo dal suo contesto storico e gonfiandone a dismisura i numeri (Gasparri è arrivato a sostenere addirittura che gli infoibati fossero milioni!), e per mano di alcuni “storici”, incapaci o in malafede.
Il fenomeno delle foibe può essere infatti compreso solo se lo si colloca nella sua reale dimensione storica.

La Venezia Giulia, l’Istria e la Dalmazia entrarono a far parte dell’Italia, a dispetto della loro composizione etnica, come compenso per aver combattuto a fianco dell’Intesa nella Prima Guerra Mondiale. L’avvento di Mussolini inaugurò il cosiddetto “fascismo di frontiera” (in piena continuità con la politica dei liberali): vale a dire una serie di provvedimenti di italianizzazione forzata del confine orientale, che portarono alla chiusura di scuole croate e slovene, all’imposizione dell’italiano nei giornali e nei tribunali, fino all’italianizzazione dei cognomi e della toponomastica).

Come se non bastasse, nell’aprile del ’41 l’Italia partecipò all’occupazione nazista della Jugoslavia, rendendosi protagonista di omicidi, stupri e rastrellamenti, di incendi di interi villaggi e dell’internamento di migliaia di civili in campi di concentramento (come ordinava la “famosa” circolare 3c del gen. Mario Roatta).
E’ in questo quadro esasperato che ebbe luogo l’episodio delle foibe. Questo va inoltre diviso in due episodi distinti. Quello del settembre ’43, quando, secondo fonti nazifasciste, i morti furono 3-400 (le salme recuperate furono 200), nelle stesse zone che, temporaneamente in mano ai partigiani di Tito (giuridicamente al fianco degli Alleati e contro i Repubblichini!), furono riconquistate al prezzo di 13mila morti tra militari e civili.

Questo fenomeno può quindi essere definito come un episodio di giustizia sommaria delle persone più compromesse con il regime fascista (se i partigiani avessero voluto fare “pulizia etnica” degli italiani, il numero dei morti sarebbe stato non poco più alto).
L’altro episodio fu quello del maggio ’45, dove gli scomparsi furono invece 500, regolarmente arrestati e giudicati da un Tribunale Militare (della maggior parte di essi, che furono fucilati, è accertata la loro passata appartenenza a forze militari o collaborazioniste del nazifascismo).
Delle vendette personali (e ce ne furono in tutta Europa, nei mesi successivi alla fine della guerra) non possono essere certo resi responsabili un movimento di liberazione intero né, tanto meno, un popolo.

E’ così che membri di milizie fasciste, civili collaborazionisti e delatori diventano “innocenti la cui unica colpa era quella di essere italiani e non vergognarsene”, così come i Repubblichini diventano “bravi ragazzi animati da un non comune amore per l’Italia”, da equiparare ai partigiani liberatori. La Giornata del Ricordo diventa invece la giornata dell’orgoglio fascista, ufficialmente legittimato dal riconoscimento dello Stato, e il punto culminante di quell’operazione di sdoganamento che permette a questa feccia di candidarsi alle elezioni con il PDL (come il leader di Forza Nuova Fiore), di scorrazzare per le nostre città aggredendo migranti, omosessuali e militanti di sinistra, di mettere in atto raid punitivi contro i lavoratori in lotta (vedi il caso dell’Eutelia, a Roma) e, in ultimo, di diffondere un’ideologia autoritaria, dell’ordine e della sicurezza.

E’ questo il ruolo dei fascisti, lo era prima del ’22, lo era negli anni della strategia della tensione e lo è ancora adesso: da una parte intimorire e reprimere chi lotta (protetti e spalleggiati dalle forze dell’ordine), dall’altra fare proseliti, in tempi di crisi economica, attraverso una propaganda populista e razzista, affinché chi ogni giorno lucra sulle nostre vite e sul nostro lavoro mantenga inalterati i suoi immensi profitti e continui a manovrarci dall’alto.
Non lasceremo che mentre i nostri compagni muoiono e soffrono nelle carceri, mentre quattro lavoratori al giorno non tornano a casa dalle loro famiglie per una miseria, i fascisti, vecchi, nuovi e ripuliti, ostentino i loro vergognosi simboli e sfilino per la nostra città diffondendo odio e xenofobia.

6 FEBBRAIO PRESIDIO ANTIFASCISTA
Dalle 16.00 – P.ZZA DELLA COSTITUZIONE
FIRENZE

Posted in Anticlero/Antifa, Omicidi sociali, Pensatoio, Vedere.


2 Responses

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  1. fikasicula says

    cara,
    mi spiace che tu te la sia presa per una cosa scritta con ironia.
    d’altronde trovo comunque veramente singolare nel paese in cui chi compie reati in modo cosciente se la svigna con il malloppo e con la benedizione del governo mentre gli incoscienti dovrebbero farsi la galera perchè vedi, certamente non capisco nulla di montagne dato che dalle mie parti le stazioni sciistiche quasi non esistono e quelle rarissime che ci sono aprono il tempo di una nevicata e basta perchè poi il sole squaglia tutto.
    noi però abbiamo il mare, tanto ma proprio tanto mare, e ogni estate vediamo tanti “sborroni” per dirla alla tua maniera, che entrano in acqua a fare i cretini con il mare in tempesta, con il loro bel windsurf, con la barchetta a remi o con il gommone e quegli sborroni non solo rischiano di morire ma ovviamente provocano altri morti.
    ci sono quelli che provano a salvarli e poi ci sono i bagnanti che vogliono solo fare un bagno in pace mentre quelli quasi ti segano la testa con la loro barchina dopo che ti hanno infognato ben bene l’ambiente con la nafta del motore.

    proprio no, cara, non so mica di cosa parlo quando parlo di incoscienti e irresponsabili ma esistono due categorie precise a questo mondo: quelli che pensano che il mondo gli appartenga e che non hanno alcuna dimensione del pubblico perchè pensano che tutto sia privato, di loro proprietà, e sono quelli che ti segano la testa con la barca a motore a trenta metri dalla spiaggia, e poi ci sono gli incoscienti, che urlano in mezzo alla neve e che fanno un bagno ad onde alte semplicemente perchè gli va di farlo.

    tu davvero pensi che sia necessaria una legge per arrestare gli incoscienti mentre gli irresponsabili continuano ad appropriarsi dei tuoi pezzi di montagna per farci la tav e dei miei pezzi di mare per fare i lido a pagamento con scuole windsurf per ricconi e villette abusive che recintano la spiaggia?

    pensaci e se ne hai voglia ne parliamo.

    ciao

  2. Alessandra says

    Chi è così pirla da andare a urlare in mezzo alla neve non dovrebbe nemmeno avere accesso alle montagne: qualunque persona con un po’ di sale in zucca sa che non si fa. E non perchè esiste il buco dell’ozono!
    E’ come andare a fare il bagno con il mare in tempesta. E’ da incoscienti!
    Inoltre non so che impianti sciistici voi conosciate, ma qui da me (zona delle olimpiadi 2006), nessuna persona sarebbe così sconsiderata da tenere aperto se le condizioni non lo permettono, anche solo per questioni legali.
    Inoltre il problema non è quello delle slavine create, ma di quei coglioni che vanno fuori pista per fare gli sboroni e poi rimangono intrappolati, e a volte per andare a ripescarli muoiono guide alpine, persone che fanno semplicemente il loro lavoro (basta leggere il giornale per sentire queste storie, una volta per un pirla sono morte 2 guide alpine). Che si faccia finalmente qualcosa, è il minimo, perchè queste persone oltre a mettere a rischio la loro stupida persona, giocano con la vita anche di chi non ne può nulla o semplicemente sta lavorando.

    Mi spiace, ma tirare fuori in modo ironico e stupido una cosa grave è assolutamente di un cattivo gusto tale che – pur seguendovi sempre con fedeltà – mi ha fatto passare la voglia di finire di leggere il post.

    firmato: una femminista che vive sulle alpi.