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Troppa (in)tolleranza e nessun diritto: iniziative in solidarietà con i migranti di Rosarno

Noi sappiamo come sono trattati gli stranieri e le straniere e non abbiamo dubbi quando diciamo che la violenza è quella di chi si arroga il diritto di sfruttare uomini e donne e poi di sparargli quando disobbediscono. Non abbiamo dubbi quando diciamo che il Cie, centro di identificazione ed espulsione, luogo in cui vengono deportati i "ribelli" per rendere mansueti tutti gli altri, e il reato di clandestinità sono armi della nostra economia per tenere in schiavitù tanta massa lavoro. Non abbiamo dubbi quando diciamo che quello che accade in questi giorni è gravissimo se si pensa che tutti i tg, nessuno escluso, evitano di parlare del tiro all’immigrato con il fucile che è stato fatto prima che esplodesse la rivolta, evitano di parlare delle condizioni di quei migranti, evitano di dire che lo Stato ha elargito soldi finiti chissà dove e poi ha affidato la "vendetta" alla mafia locale (la caccia al "negro" delle "ronde" armate dei "bravi" rosarnesi) che issa croci per linciare, per impiccare immigrati, o massacrarli a sprangate, o gambizzarli, ogni volta che ne acchiappa uno, evita di dire che lo Stato è complice di tutto questo e con lo Stato anche chi nel centro sinistra parla di Bossi/Fini dimenticandosi che il dispositivo contro gli immigrati portava ancora prima la firma di Turco/Napolitano. Complimenti vivissimi anche a chi ha pensato allo spot promozionale per il turismo in calabria: il popolo che ci mette il cuore. Pensate se ci mettevano qualcos’altro.

In basso alcune iniziative in solidarietà con i migranti di Rosarno. Se ce ne sono altre, segnalatele a commento e noi passiamo parola.

I fatti di Rosarno sono soltanto l’ennesimo segnale della grave condizione di disagio e di mancanza di diritti dei cittadini immigrati in Italia. A pochi mesi dall´approvazione del pacchetto sicurezza, si determina sempre più concretamente un contesto sociale dove i più deboli, gli invisibili sono merce da sfruttare. Il caporalato di mafia è ormai normalità nelle città in cui i migranti lavorano in condizioni disumane e intollerabili. La clandestinità di migliaia di persone nei campi agricoli o nei cantieri edili è soltanto un comodo strumento di sfruttamento delle centinaia di aziende che reclutano manodpera, come a rosarno, in tutto il paese.

contro tutto ciò ribellarsi è giusto e rivendicare dignità è un diritto

Esprimendo piena solidarietà con i migranti di Rosarno
a Roma i movimenti scendono in piazza sotto il ministero dell’interno
oggi 09/01/2010 h.16.30 piazza esquilino

Perchè una sanatoria generalizzata che salvaguardi la vita di migliaia di cittadini sfruttati e soggiogati dalle mafie che gestiscono la compravendita di forza lavoro, la tutela dallo sfruttamento sul lavoro e dai rischi che questo comporta, e un piano di accoglienza concreto sono la vera garanzia della sicurezza sociale.

comunità migranti e asssociazioni antirazziste di roma

Stessa cosa da Napoli:

Appuntamento a Piazza del Plebiscito, sotto la Prefettura, lunedì 11 gennaio ore 16.00:

I bracciantii di Rosarno si sono ribellati alla condizione inumana di sfruttamento e di violenza che quotidianamente vivono tanti migranti, specie quelli che lavorano in agricoltura. La mancanza del riconoscimento dei diritti fondamentali, l’esclusione da ogni sanatoria, i processi di clandestinizzazione favoriti dalla Bossi-Fini, la mancanza di accoglienza per i rifugiati politici, consegnano migliaia di persone all’arroganza degli sfruttatori e alla violenza dei razzisti.
Il ferimento degli immigrati di Rosarno non è stato certo il primo episodio: altri si erano susseguiti nel passato recente, dalle aggressioni all’incendio dei ghetti in cui queste persone sono costrette a vivere. Episodi che spesso si accumulano negli ultimi giorni di raccolta, così da costringere i migranti alla fuga e risparmiare le paghe…
E i fatti di Rosarno ne seguono altri, da Castelvolturno alla provincia di Foggia, vissuti spesso dalle stesse comunità se non dalle stesse persone, perchè i braccianti si spostano seguendo il ciclo delle raccolte.
Proprio in queste settimane erano arrivati in Calabria molti cittadini nord-africani sgomberati brutalmente da San Nicola Varco (Sa).

Purtroppo la pratica dell’apartheid favorisce la cultura dell’apartheid e la guerra tra poveri, indicando i migranti e in particolare i "clandestini" come capro espiatorio. Questo accade anche a Rosarno, in una terra già oppressa dal lavoro nero e dalle organizzazioni mafiose che sempre sposano le ragioni del latifondo con cui fanno affari.

In queste ore il ministro Maroni minaccia una prova di forza della sua cultura razzista e già si sta realizzando la deportazione dei migranti nel CIE di Crotone."Ufficialmente" non è ancora chiaro se per "deportarli" o per "proteggerli"… Concretamente è invece evidente il messaggio agli immigrati che il ministro sta confezionando: Nessuno osi ribellarsi!

Perchè chi si è ribellato a Rosarno, come lo scorso anno a Castelvolturno, ha comunque dimostrato che non accetta più queste condizioni inumane di sfruttamento, che non accetta più di farsi mettere le mani addosso, di vedere attentata la propria vita. Al di là degli obiettivi materiali contro cui è esploso il riot, è questo il messaggio che da esso ci viene. E perciò queste persone non possono essere lasciate da sole!

Oggi chi immagina un futuro diverso per se stesso e per questo paese non può distogliere lo sguardo dalla rivolta degli ultimi.
In varie città d’Italia a partire domani si terranno presidi sotto le prefetture (e a Roma sotto il Viminale) in difesa dei braccianti di Rosarno.

A Napoli la comunità del Burkina Faso (che vede diversi amici e parenti in questo momento a Rosarno) ha proposto un presidio sotto la Prefettura per Lunedi 11 gennaio alle ore 16.00.
Noi li appoggeremo e invitiamo tutte e tutti a partecipare e a diffondere quest’appuntamento.
Disertiamo volentieri la guerra agli ultimi per farla invece allo sfruttamento e al lavoro nero!

CONTRO L’APARTHEID, CONTRO LA GUERRA TRA POVERI:
DIRITTI PER TUTTI !!

Antirazzisti e Antirazziste di Napoli

Anche la Rete antirazzista di Cosenza si mobilita e indice due appuntamenti: un incontro pubblico a Rosarno domenica 10 gennaio alle ore 14.00 e un sit-in a Cosenza in piazza 11 settembre sabato 9 gennaio alle ore 17.30:

Le associazioni e le realtà antirazziste di Cosenza esprimono indignazione per i tragici eventi di Rosarno.


Comprendiamo le ragioni dei cittadini di Rosarno ma non possiamo tacere sulle aberranti condizioni in cui versano migliaia di migranti nella piana, costretti a lavorare per pochi spiccioli e nella più totale precarietà.

La gravità del momento impone una riflessione lucida e pacata sulla situazione attuale che ha generato una guerra fra poveri, al fine di ripristinare la civile convivenza posta sotto assedio dalle politiche xenofobe e razziste del Governo.

Lanciamo un appello ad associazioni, organizzazioni, partiti, istituzioni, singoli cittadini organizzazioni di categoria che vogliono costruire realmente una Calabria migliore perchè partecipino, tutti, all’incontro pubblico che si terrà a Rosarno domenica 10 gennaio 2009 ore 14.00.
Ricordiamo, inoltre, il sit-in che si terrà sabato 9 gennaio ore 17.00 a Cosenza in piazza 11 settembre dalle 17.30

Rete Antirazzista di Cosenza

E ancora un comunicato della Fai (federazione anarchica italiana):

Con il sangue negli occhi

Hanno alzato la testa e lo hanno fatto senza mediazioni, con la rabbia di chi vuole rispetto e non è più disposto a ingoiare il boccone amaro dell´ingiustizia. La rivolta degli immigrati di Rosarno è una risposta sincera e coraggiosa alla schiavitù, alla discriminazione, all´intimidazione, all´indifferenza.


In queste ore convulse gli immigrati hanno attaccato frontalmente il sistema di dominio mafioso che controlla l´economia e il territorio calabrese: gli immigrati hanno sfidato a mani nude la `Ndrangheta, hanno sfidato i padroni delle terre in cui vengono sfruttati e umiliati.


Gli immigrati in rivolta sono lavoratori della terra, manodopera a costo zero e senza diritti e tutele perché schiacciata da una clandestinità prodotta da leggi razziste emanate nell´interesse dei padroni. Gli immigrati in rivolta sono i lavoratori stagionali che percorrono migliaia di chilometri seguendo i ritmi delle colture, dalla Sicilia alla Campania, dalla Calabria alla Puglia, spaccandosi la schiena quindici ore al giorno per quindici euro. Gli immigrati in rivolta sono quelli che vengono picchiati e minacciati dai caporali se solo provano a chiedere acqua corrente, un tetto sulla testa o una paga più dignitosa.


Il ministro dell´Interno Roberto Maroni si permette di tuonare contro i "clandestini" senza accennare minimamente agli ultimi attacchi subiti dai migranti o alle condizioni bestiali che li hanno portati all´esasperazione. Insieme a Maroni, tutto il verminaio politico, senza distinzioni, blatera parole di circostanza oscillando tra ipocrisia e frasi fatte, tra intolleranza e insofferenza.


Le notizie provenienti da Rosarno non sono incoraggianti: persone armate si aggirano in paese alla ricerca di immigrati e il clima è ancora pesantissimo. Questa è l´Italia, razzista e spietata, plasmata dal potere statale e mafioso. Questo è il risultato della devastazione sociale in cui è precipitato il nostro paese.


Nell´esprimere la nostra solidarietà agli immigrati in lotta per iloro diritti, manifestiamo il nostro più profondo disprezzo nei confronti di tutti i mafiosi e di tutti i razzisti che presidiano le strade di Rosarno e i palazzi del potere.

Commissione Antirazzista della FAI

Posted in Anticlero/Antifa, Iniziative, Omicidi sociali, Precarietà.